Da noi si decide insieme
"Credo che sia positivo che siamo l'unico partito che discute in chiaro: non c'è qualcuno che si chiude in una stanza e decide. Io ho ascoltato il dibattito di questi mesi sulla mia candidatura, ho ascoltato quello sulla proposta del simbolo. E mi è sembrato che il modo migliore per rafforzare questa squadra e spingere il partito più in alto fosse quello di correre anche io, mentre l'altra proposta mi è parsa divisiva e l'ho accantonata. Io ascolto sempre e poi da segretaria mi prendo la responsabilità di fare le scelte che ritengo più utili ed efficaci per questo progetto collettivo". Così, sul Corriere della Sera, la segretaria del Pd, Elly Schlein, spiega la scelta di non mettere il proprio nome sul simbolo del Pd per le elezioni europee.
Lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana
Il testo integrale del monologo dello scrittore Antonio Scurati, pubblicato da Ansa.
"Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924.
Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini.
"Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924.
Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini.
Da Schlein una scommessa, non un personalismo
"Non è mai stato un atto di personalismo l'idea di Elly Schlein di mettere il suo nome nel simbolo del Pd, ma ci sono momenti in cui si pensa anche a scelte straordinarie proprio per ottenere il massimo risultato. Queste Europee sono una sfida decisiva". Così, su Repubblica, la capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga.
Il ruolo della Brigata ebraica nella Liberazione
Articolo di Massimo Cingolani pubblicato da Arcipelago Milano.
Le contestazioni anche violente alla presenza della Brigata Ebraica durante il corteo del 25 Aprile iniziarono 10 anni fa a Milano: furono talmente esasperate che fu necessaria una “scorta” da parte dei militanti del PD. A Roma i suoi rappresentanti rinunciarono addirittura a partecipare alla ricorrenza.
Le contestazioni anche violente alla presenza della Brigata Ebraica durante il corteo del 25 Aprile iniziarono 10 anni fa a Milano: furono talmente esasperate che fu necessaria una “scorta” da parte dei militanti del PD. A Roma i suoi rappresentanti rinunciarono addirittura a partecipare alla ricorrenza.