La democrazia autorevole
Il modo di scrivere di Walter Veltroni può piacere o meno, ma ciò non toglie che nella sua lettera di oggi a Repubblica abbia centrato due questioni fondamentali.
La prima è la necessità per le democrazie di una maggiore fluidità e rapidità del processo decisionale in una situazione complessa, pena la mancanza di autorevolezza e, alla lunga, di autorità in un contesto che richiede la presenza di un'autorità riconoscibile e sicura come precondizione necessaria ad ogni scelta da prendere ed attuare. Ciò dimostra che il percorso avviato delle riforme istituzionali non è campato per aria ma corrisponde ad una necessità oggettiva del nostro Paese.
La seconda è quella di evitare che la questione dell'identità, nel terribile contesto internazionale odierno, così carico di rischi, possa diventare un elemento di scontro e di ulteriori tensioni. Che cosa richiedere a chi viene a vivere fra noi come garanzia di una convivenza ordinata e feconda?





Intervista pubblicata su Il Sole 24 Ore (
Non sono Berlino o Parigi che decidono, ma dobbiamo tutti decidere cosa vogliamo fare insieme di fronte a questa situazione. Se l'Europa non cresce nel suo complesso è un danno per tutti i paesi, non si tratta allora di riesumare vecchie "cordate" tra Paesi del Nord contro Paesi del Sud o di rispolverare atteggiamenti ostili verso la Germania. Non si tratta neppure di chiedere eccezioni o di pretendere deroghe, ma di costruire insieme nuove regole e, nel frattempo, di usare nuove e più intelligenti applicazioni, come la flessibilità, di quelle esistenti. Ripensare la politica economica europea non significa mettere a rischio la stabilità finanziaria dell'Europa, significa prendere atto di ciò che non ha funzionato e introdurre i cambiamenti necessari, a partire dal Piano per la crescita e l'occupazione di 300 miliardi che Juncker ha promesso.