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Svolgere subito il concorso per dirigenti penitenziari che è stato rinviato

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Svolgere nel più breve tempo possibile il concorso per i direttori di penitenziario. E' quanto chiede il senatore Franco Mirabelli, capogruppo dem in Commissione Giustizia e vicepresidente del gruppo dem del Senato, con un'interrogazione urgente rivolta al ministro della Giustizia."Il concorso per 45 posti da dirigente di istituto penitenziario - spiega Mirabelli - è stato indetto con bando pubblicato in Gazzetta ufficiale il 9 maggio 2020 e le domande presentate sono state 11.500. A causa della pandemia da Covid, c'è stato un primo rinvio al 21 settembre dell'avviso per l'espletamento delle prime prove, poi ulteriormente rinviato al 12 gennaio 2021. C'è una crescente necessità di personale dirigenziale nelle carceri, visto che i dirigenti sono solo lo 0,4 per cento del personale, contro l'1,9 della media europea e visto che, secondo l'associazione Antigone, solo in poco più della metà dei penitenziari ci sarebbe un direttore assegnato esclusivamente a quella struttura. Basti pensare che non si effettua un concorso dal 1996 e che la figura del direttore è fondamentale per lo svolgimento della vita nel carcere".
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Trasformare le città

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli al convegno organizzato da ANCE “Trasformare le città: obiettivo o rischio?” (video).

La città di Milano dimostra che alcune trasformazioni si possono fare. La dimensione e il ruolo assunti da Milano in questi anni, certamente, consentono di attrarre grandi investimenti privati che hanno aiutato a realizzare grandi trasformazioni urbane, però non penso che solo Milano possa o abbia fatto esperienze come quelle valorizzate nel corso del dibattito.
Rispetto al tema che stiamo affrontando, voglio fare alcune premesse. Insieme alla senatrice Nugnes, siamo i Relatori al Senato del Disegno di Legge sulla Rigenerazione Urbana, che contiamo di portare avanti perché c’è bisogno di fare il punto sulla situazione e di dare strumenti, anche economici e finanziari, ad un processo reale di rigenerazione urbana.
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Per l’Italia è la sfida più grande

Scritto da David Sassoli.

David Sassoli Intervista a David Sassoli di Milano Finanza.

“Farsi trovare pronta all’utilizzo del Recovery Fund, per l’Italia è la sfida più grande oltre quella della pandemia di coronavirus. L’Italia dovrà tenere alcuni obiettivi che sono stati indicati dalla Commissione, il green deal, ad esempio, che favorirà l’occupazione e la ricerca e nuove capacità per i nostri Paesi, intorno all’idea di essere nel 2050 il primo continente a emissioni zero”. Parla così a Milano Finanza, David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, che sottolinea anche l’importanza di “regie pubbliche per queste risorse”. “A Bruxelles – puntualizza – stiamo mettendo a punto meccanismi più snelli, efficienti e meno burocratici, anche se in ogni caso serviranno sempre i controlli, perché abbiamo visto spesso intorno a risorse europee concentrarsi attività che devono essere contrastate con molto vigore”.
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Tra i progetti del Recovery fund anche il rilancio dei borghi dell’Appennino

Scritto da Dario Franceschini.

Dario FranceschiniNella crisi innescata dall’epidemia giocano una partita ancora più complicata rispetto ad altri settori le aziende del turismo, al centro dell’intervento del ministro Dario Franceschini. Il titolare del ministero per i beni culturali e del turismo (Mibact) anticipa all’evento Sole-24 Ore-FT (video dell'intervento) i principali progetti che dovrebbero entrare a far parte del Recovery Plan italiano. Il primo verte intorno alla «riqualificazione della nostra offerta ricettiva, per avere alberghi che accolgano il turismo con capacità di spesa elevata, in tutta Italia, senza gap tra Nord e Sud». Il secondo progetto, prosegue Franceschini, «mira a moltiplicare i luoghi capaci di attrarre turismo internazionale» puntando in primo luoghi sui borghi della dorsale appenninica, con un’offerta da sviluppare in parallelo alla loro piena digitalizzazione e valorizzazione anche come possibili sedi di centri di ricerca di grandi imprese internazionale. Terzo: le infrastrutture, «decisive per far crescere la quota, oggi solo del 20%, di turismo internazionale al Sud sul totale nazionale».