La manovra del Governo non dice nulla sul problema casa
"Se devo dare un giudizio sulla legge finanziaria presentata dal Governo Meloni, dico che è una legge che probabilmente allargherà ulteriormente le diseguaglianze. Quando parliamo di diseguaglianze, parliamo di temi come la sanità o l'istruzione, a cui non tutti hanno accesso allo stesso modo. Su questi settori la legge finanziaria taglia risorse invece che investire. C'è poi un altro tema che pesa molto ed è il tema dell'abitare. Su questo la legge finanziaria non dice nulla eppure è evidente il peso della difficoltà che molti vivono nell'accedere al diritto alla casa, cioè ad una casa a canoni sostenibili". Lo afferma in una nota il vicepresidente dei senatori del Pd Franco Mirabelli, che oggi è intervenuto al congresso del Sunia a Milano.
Majorino può rappresentare il vero cambiamento
"Continuo a pensare che sia Calenda a dover spiegare al centrosinistra il perché della candidatura di Letizia Moratti a Presidente della Regione Lombardia. Con Majorino il centrosinistra lombardo vuole dire basta a una storia di inefficienze nella sanità, nei traporti e nelle politiche per la casa e per l'ambiente. Calenda non ha nulla da dire su questo? La sua operazione appare miope e sbagliata politicamente: la Moratti è una candidata perdente e Calenda lo sa". Lo afferma in una nota il vicepresidente dei senatori del Pd, Franco Mirabelli. "Invece di dividere il fronte che combatte la destra – prosegue Mirabelli - il Terzo Polo dovrebbe contribuire a costruire un'alleanza vincente intorno al candidato più forte per espugnare la Lombardia, governata da 40 anni dalla destra, di cui la Moratti è parte. Majorino, può rappresentare il vero cambiamento. Chi ha a cuore la Lombardia non può che scegliere il candidato del centro sinistra, l'unico che rappresenta una vera discontinuità e che può battere Fontana".
Dobbiamo allargare il campo il più possibile
"Dobbiamo per forza allargare il campo il più possibile per battere questa destra. Ma se vogliamo il campo largo, come si concilia questo con il fatto che, quando cerchiamo di tradurlo in nomi e sigle, non va bene nessuno? Non vanno bene Renzi e Calenda perché uno ha tradito e l'altro è strano, non va bene la sinistra perché è troppo sinistra, non vanno bene i 5 Stelle perché con loro abbiamo rotto, non va bene la Moratti perché è troppo di destra". Lo ha detto Dario Franceschini, intervenuto alla presentazione del libro di Goffredo Bettini nella sede dell'Istituto italiano degli studi filosofici a Napoli. "Se vogliamo costruire un campo largo dobbiamo accettare le diversità, non possiamo dire che ci piace il campo largo ma non va bene nessuno", ha aggiunto Franceschini.
Abbiamo portato M5S a cambiare profondamente
"Abbiamo portato il Movimento 5 Stelle a cambiare profondamente la sua natura, ora si sono evoluti nella direzione del nostro campo. Ma ora che si collocano sempre più a parole e con qualche fatto nel campo riformista, questo ci dà fastidio. C'è qualcosa che non torna". Lo ha detto Dario Franceschini, intervenuto a Napoli alla presentazione del libro di Goffredo Bettini nella sede dell'Istituto italiano degli studi filosofici.
Franceschini ha ricordato che "quando abbiamo scelto di fare il Governo Conte II non c'era solo l'esigenza di fermare le elezioni che Salvini voleva immediatamente, probabilmente vincendo, ma c'era anche il tentativo di avvicinare i 5 Stelle a un campo riformista e democratico. Nel 2018 abbiamo iniziato la legislatura con le forze populiste e sovraniste che erano più dei due terzi del Parlamento, abbiamo pensato che avvicinare i 5 Stelle al campo progressista e riformista sarebbe stato qualcosa che poi sarebbe servito al Paese.
Franceschini ha ricordato che "quando abbiamo scelto di fare il Governo Conte II non c'era solo l'esigenza di fermare le elezioni che Salvini voleva immediatamente, probabilmente vincendo, ma c'era anche il tentativo di avvicinare i 5 Stelle a un campo riformista e democratico. Nel 2018 abbiamo iniziato la legislatura con le forze populiste e sovraniste che erano più dei due terzi del Parlamento, abbiamo pensato che avvicinare i 5 Stelle al campo progressista e riformista sarebbe stato qualcosa che poi sarebbe servito al Paese.