La riforma del processo civile guarda a cittadini e imprese

"Non facciamo queste riforme solo perché le ha poste l'Ue come condizione per gli investimenti del Pnrr - ha proseguito Mirabelli - ma perché in Italia ci sono 3 milioni di cause civili arretrate, di cui soffrono cittadini e imprese. Assumeremo 23 mila giovani, di cui 16500 impegnati nell'ufficio del processo, e investito 140 milioni per la digitalizzazione. Investimenti per obiettivi chiari: ridurre l'arretrato, dare tempi certi alle fasi processuali, diffondere buone pratiche e ridurre il divario insopportabile tra le diverse realtà del Paese, per superare le differenze di competitività territoriali creando equilibrio tra l'esigenza di accelerare i tempi e quella di non rinunciare a garantire i diritti alle parti, per procedimenti giusti. La riforma tenta di ridurre il ricorso ai processi, con la mediazione, l'arbitrato, la negoziazione assistita".
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