La riforma del processo civile guarda a cittadini e imprese
- "La riforma del processo civile che approviamo è fondamentale per il Paese perché guarda agli interessi dei cittadini e delle aziende e crea le condizioni per evitare che l'incertezza dei tempi penalizzi l'economia e disincentivi gli investimenti. Dopo anni in cui la giustizia è stata solo un argomento di scontro politico e propaganda, oggi e domani approveremo due riforme importanti, a dimostrazione che le riforme, anche sulla giustizia, si possono fare se c'è la volontà e ci si assume la responsabilità di fronte al Paese. Non servono i referendum, serve guardare avanti e non indietro, senza scorciatoie e senza semplificazioni. Sulla strada delle riforme il governo deve sapere che il Pd c'è sempre". Lo ha detto in Aula il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Pd e capogruppo dem nella Commissione Giustizia.
"Non facciamo queste riforme solo perché le ha poste l'Ue come condizione per gli investimenti del Pnrr - ha proseguito Mirabelli - ma perché in Italia ci sono 3 milioni di cause civili arretrate, di cui soffrono cittadini e imprese. Assumeremo 23 mila giovani, di cui 16500 impegnati nell'ufficio del processo, e investito 140 milioni per la digitalizzazione. Investimenti per obiettivi chiari: ridurre l'arretrato, dare tempi certi alle fasi processuali, diffondere buone pratiche e ridurre il divario insopportabile tra le diverse realtà del Paese, per superare le differenze di competitività territoriali creando equilibrio tra l'esigenza di accelerare i tempi e quella di non rinunciare a garantire i diritti alle parti, per procedimenti giusti. La riforma tenta di ridurre il ricorso ai processi, con la mediazione, l'arbitrato, la negoziazione assistita".
"Non facciamo queste riforme solo perché le ha poste l'Ue come condizione per gli investimenti del Pnrr - ha proseguito Mirabelli - ma perché in Italia ci sono 3 milioni di cause civili arretrate, di cui soffrono cittadini e imprese. Assumeremo 23 mila giovani, di cui 16500 impegnati nell'ufficio del processo, e investito 140 milioni per la digitalizzazione. Investimenti per obiettivi chiari: ridurre l'arretrato, dare tempi certi alle fasi processuali, diffondere buone pratiche e ridurre il divario insopportabile tra le diverse realtà del Paese, per superare le differenze di competitività territoriali creando equilibrio tra l'esigenza di accelerare i tempi e quella di non rinunciare a garantire i diritti alle parti, per procedimenti giusti. La riforma tenta di ridurre il ricorso ai processi, con la mediazione, l'arbitrato, la negoziazione assistita".
Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook