Parlare di meno e fare di più

"E' veramente il momento in cui non bisogna fare demagogia ma bisogna fare le cose giuste, non è semplice e le cose giuste derivano anche da correzioni". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, replicando a chi auspica una chiusura del trasporto pubblico locale nel video che ogni giorno posta sui social per fare il punto dell'emergenza Coronavirus in città. "Noi abbiamo ridotto la frequenza del trasporto pubblico i primi due giorni, non abbiamo dato un servizio eccellente e poi abbiamo messo a posto. Per cui bisogna andare avanti con molta attenzione, però un invito a me stesso e a tutti i miei colleghi politici: parliamo di meno e facciamo di più", ha aggiunto.
"Ieri abbiamo avuto una visita gradita del vice presidente della Croce Rossa cinese il quale si è stupito che il trasporto pubblico a Milano sia ancora attivo. E qualcuno stamattina ha ripreso la questione ipotizzando una chiusura e sui social parecchi mi hanno scritto perché non chiudiamo il trasporto pubblico. - ha concluso -. Io dico solo che prima di tutto bisogna pensare alle conseguenze delle azioni. Provate a chiedere al professore Galli del Sacco, come ho fatto io, cosa ne pensa di questa idea e come fronteggerebbe la mancanza di infermieri. Provate a immaginare coloro che fanno le pulizie o fanno la cassa al supermercato come vanno al lavoro".
"Sul fronte del fondo di mutuo soccorso del Comune di Milano, stiamo raccogliendo fondi per aiutare chi sarà più colpito da questa crisi e la buona notizia è che abbiamo tantissime piccole offerte, ma per esempio questa mattina, 5 minuti prima del collegamento, abbiamo visto arrivare un bonifico da un milione del signor Giuseppe Caprotti che ringrazio". In riferimento al co-fondatore dei supermercati Esselunga, lo dice il sindaco di Milano Giuseppe Sala in un video postato sul suo profilo Facebook, da dove ogni giorno fa il punto sull'emergenza coronavirus. "Domani- dice ancora Sala- spiegherò meglio come funziona questo fondo, ma intanto andiamo avanti e chiudo con il mio solito invito: stiamo a casa".