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Ue, da giugno 2017 stop al roaming

Written by Patrizia Toia.

Patrizia Toia
Articolo pubblicato da Affaritaliani.

Ci sono voluti anni di trattative con i governi dell'Ue e lunedì un'ultima maratona negoziale terminata alle 2:15 di notte, ma finalmente la battaglia sul roaming è vinta: dal 15 giugno 2017 telefonare o navigare da un altro Paese Ue non avrà costi aggiuntivi. Io lo avevo promesso e è stata una vittoria del Parlamento europeo sugli egoismi nazionali. Per i cittadini si tratta di una novità attesa a lungo che taglia i costi e che finalmente abbatte le ultime frontiere interne dell'Ue. Non ha senso aver conquistato la libertà di circolazione e poi dover spegnere la connessione dati del cellulare appena si passa una frontiera per paura del salasso dei costi aggiuntivi.
In quanto relatrice ombra del Gruppo dei Socialisti e Democratici lunedì sono stata al tavolo coi rappresentanti dei governi e della Commissione per oltre dodici ore, fino a notte inoltrata, per negoziare fino all'ultimo dettaglio. E' il cosiddetto “trilogo”, l'ultima fase delle processo decisionale delle normative comunitarie dove Consiglio e Europarlamento devono trovare un compromesso a partire dalle rispettive posizioni con l'aiuto della Commissione e che si protrae in più riunioni, così come è stato per il dossier Telecom Single Market.
La battaglia del roaming va avanti dal 2007 e da allora l'Unione europea, non riuscendo ad abolire le tariffe aggiuntive, è riuscita almeno a strappare grosse riduzioni. Dal 2007 i costi per telefonare in un altro Paese Ue sono scesi dell'80%, mentre quelli per navigare all'estero sono diminuiti del 91%.
Poi nel 2014 il Parlamento europeo, su spinta del nostro gruppo S&D, ha chiesto di abolire il roaming entro quest'anno, ma una maggioranza di governi ha cercato fino all'ultimo rimandare la questione alle calende greche, poi ha promesso di affrontare la questione nel 2018 e alla fine ha accettato la vera e propria abolizione da 15 giugno 2017. A frenare per difendere le proprie aziende di telecomunicazioni nazionali sono stati i Paesi Baltici ma anche qualche grande Stato membro come la Francia. Comunque sono riuscita a strappare un anno e mezzo di anticipo e un ulteriore riduzione delle tariffe per il periodo transitorio dall'entrata in vigore del regolamento.
Infatti già da fine aprile 2016 i costi del roaming saranno fortemente ridotti. In quell'ultimo anno gli operatori nazionali potranno aggiungere alle tariffe nazionali al massimo 0,05 euro per ogni minuti di telefonata, 0,02 euro per Sms e 0,05 euro per megabyte inviato. Questo costo massimo di roaming è circa il 25% delle tariffe di roaming attuali per le chiamate effettuate e per i dati, e il 33% del tetto attuale di roaming per gli Sms.
Inoltre non ho ceduto al ricatto di chi voleva farci scegliere tra roaming e net-neutrality e ho ottenuto regole certe sulla neutralità della rete per assicurare che Internet resti uno spazio dove non vi sia discriminazione tra gli utenti finali, né per velocità né per trattamento, e non diventi un'autostrada ad uso e consumo delle grandi multinazionali. Non ci sarà un Internet per di serie A e uno di serie B. In base al regolamento approvato lunedì notte invece gli internet provider, cioè le aziende che forniscono l'abbonamento, dovranno garantire “un trattamento paritario e non-discriminatorio del traffico” dati.
Nella nuova normativa è stato anche inserito un meccanismo di sostenibilità per affrontare il problema di alcuni Stati membri tra i più poveri (Paesi Baltici, Romania, Bulgaria) in cui i prezzi al dettaglio nazionali continuano a essere significativamente inferiori alla media dei prezzi all'ingrosso in Europa. Il rischio che per garantire il servizio roaming ai cittadini di questi Paesi quando sono in viaggio alcuni operatori debbano sopportare dei costi, legati alla gestione delle infrastrutture, maggiori degli introiti garantiti dalle tariffe nazionali di quei Paesi. Su richiesta del Parlamento europeo i criteri di questo meccanismo sono stati resi più stringenti, anche grazie al coinvolgimento delle autorità di regolamentazione, per evitare abusi da parte degli operatori che potrebbero utilizzare questa scappatoia per mettere in discussione il principio dell'abolizione del roaming.
Nei prossimi mesi la Commissione europea dovrà precisare i dettagli sui limiti sul “giusto uso” del roaming. Le nuove regole infatti non permettono il “roaming permanente” che avrebbe un impatto sui prezzi domestici di ciascun Paese e, in ultima analisi, sui consumatori. Ad esempio, se il cliente acquista una carta Sim in un altro paese dell'Ue dove i prezzi domestici al dettaglio sono più bassi delle tariffe stabilite a livello europeo, oppure se il cliente rimane stabilmente all'estero con una sottoscrizione nazionale del suo Paese d'origine. Io vigilerò affinché non si mettano a rischio le conquiste dell'abolizione delle tariffe roaming. Infine, nei prossimi due anni ci batteremo per la creazione di un vero mercato unico digitale. Oltre a telefonare dall'estero senza costi aggiuntivi i cittadini europei devono poter fare shopping nei negozi online di un altro Paese con le stesse regole e garanzie che hanno a casa, devono poter guardare un film acquistato sull'Apple store o su Sky in qualsiasi altro Stato membro dell'Ue e le piccole e medie imprese nel settore delle telecomunicazioni devono poter contare e poter svilupparsi su un mercato di 500 milioni di cittadini. Serve ai consumatori ma serve anche alla crescita e alla competitività dell'Europa.

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