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Un'altra settimana a Strasburgo

Written by Patrizia Toia.

Articolo di Patrizia Toia (video).

A Strasburgo dove splende il sole e si è svolta una settimana di plenaria che ha visto l’approvazione di numerosi atti.
La via “europea” a internet, una via efficiente, innovativa e rispettosa dei diritti dei cittadini si arricchisce di due pilastri normativi fondamentali. Con il Digital Services Act e il Digital Markets Act le piattaforme controllate dalle big tech dovranno rendere trasparenti gli algoritmi e i protocolli impiegati per alcune funzioni cardine, come la pubblicità, la tracciabilità di venditori e prodotti, l’interoperabilità tra i dispositivi e il controllo delle fake news.
Con questi provvedimenti si sancisce il principio base per cui ciò che è illegale offline lo è anche online, coinvolgendo in prima persona la responsabilità delle suddette piattaforme che non possono più "sguazzare" in quel limbo di deregolamentazione che è molto simile a un far west. Solo per fare qualche esempio si mettono dei freni alla profilazione degli utenti che potranno decidere consapevolmente il destino dei loro dati personali. La pubblicità indirizzata ai minori sarà maggiormente controllata, per una reale tutela dell’utenza più indifesa. Un giro di vite subirà anche l’impunità con cui vengono pubblicati contenuti offensivi e discriminatori, soprattutto nei confronti di determinate categorie deboli.
Devo ammettere che io, assieme al mio gruppo, avremmo desiderato provvedimenti ancora più severi e rigorosi ma non possiamo che essere soddisfatti per queste importantissime pietre miliari con cui l’Europa inaugura, prima tra tutti, una visione del mondo digitale che mette al centro la tutela dei diritti degli utenti e sviluppa un approccio antropocentrico.
Qualche parola vorrei spendere sul tema a me carissimo, dell’economia sociale, trattato dal collega Jordi Cañas in un’importante relazione che riprende l’Action Plan del Commissario Schmit. Vi si afferma quali sono gli strumenti più adatti a questo mondo così peculiare: strumenti finanziari, strumenti formativi e, non ultimi, strumenti per l’innovazione digitale. Tutti devono armonizzarsi per accompagnare l’ecosistema dell’economia sociale a trovare la sua collocazione imprescindibile nella nuova fase dell’economia europea.
In Parlamento non è passata l’obiezione alla nuova TASSONOMIA green. Bisogna sgomberare il campo da una certa confusione dove rischiano di prevalere le posizioni più strumentali. Questo atto della Commissione era volto ad orientare gli investimenti privati e, in seconda istanza, pubblici in tema di fonti energetiche verdi. Quell’atto stabiliva che solo gli investimenti verso fonti sostenibili avrebbero potuto godere di sostegno e facilitazioni. Nel novero di queste fonti erano state però inserite, non senza polemiche, anche il gas e il nucleare. L’obiezione del Parlamento andava in direzione di una correzione di questa stortura, nella convinzione, che io sposo, che sia gas che nucleare non rappresentano il futuro energetico dell’Unione. Questo non implica, ovviamente, un loro immediato divieto ma, piuttosto, il riconoscere la loro utilità transitoria, senza che ulteriori investimenti di medio e lungo termine vengano indirizzati in questa direzione. Questi dovrebbero invece essere orientati prioritariamente alle fonti che rappresentano le soluzioni durature al problema della transizione ecologica. Il mancato blocco ci mette quindi di fronte ad una tassonomia che comprende anche questi due risorse. Ci auguriamo che prevalgano, in ogni caso, giudizio e lungimiranza, affinché a beneficiare del maggior sostegno siano proprio le fonti energetiche rinnovabili come il solare, l’idrogeno, l’eolico e il biogas.
Sempre in tema di gas e risorse rinnovabili vi anticipo che dalla prossima settimana mi sentirete molto parlare di regolamento e direttiva che andranno a creare il terreno di coltura adatto per dare vita al mercato delle nuove fonti in un momento reso così incerto dalle recenti necessità di approvvigionamento.
In chiusura mi piacerebbe ricordare un atto della Commissione dedicato alla Nuova Agenda Europea per l’Innovazione. Di questo tema mi sentite spesso parlare. Questo perchè sono incrollabilmente convinta che solo dalla ricerca scientifica e tecnologica possa provenire quel supporto essenziale alla trasformazione delle nostre imprese verso la sostenibilità. Dai piccoli passi avanti nei dispositivi di uso quotidiano, alle tecnologie rivoluzionarie che investiranno i grandi impianti produttivi tutto deve essere alimentato da questa linfa. Solo in questo modo potremo raggiungere gli obiettivi ambiziosi del Green Deal e, con questi, la concretizzazione della nostra visione di un economia forte, resistente e sostenibile. I fatti tragici di questi giorni, come il collasso del ghiacciaio della Marmolada, ci stanno dolorosamente insegnando la necessità, non più procrastinabile, di affrontare il cambiamento climatico ora e senza esitazioni.

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