La siccità è una conseguenza del cambiamento climatico
Intervento di Franco Mirabelli a 7Gold.
Sulla siccità ora possiamo solo tamponare e sperare che piova.
Troppo spesso si nega che c’è un problema legato ai cambiamenti climatici e si nega che è necessario ridurre le emissioni in atmosfera per evitare l’effetto serra.
Adesso problema è evidente e succede quello a cui stiamo assistendo: cambiano le stagioni, si riducono le precipitazioni ma, soprattutto, avviene quello che abbiamo visto drammaticamente alla Marmolada e che stiamo vedendo drammaticamente su tutti i ghiacciai italiani.
I ghiacciai si stanno restringendo a livelli impressionanti e in modo rapidissimo.
Da lì arriva gran parte dell’acqua che rifornisce i nostri bacini.
Bisogna, quindi, lavorare al più presto per ridurre le emissioni derivate dai combustibili fossili in atmosfera e poi bisogna migliorare la rete idrica. Oggi nella nostra rete si disperde ancora troppo e si lascia andare ancora troppa acqua.
Vanno poi creati bacini e dei luoghi in cui sia possibile attingere dalla falda per alimentare le irrigazioni.
Tutto questo costa molto.
Purtroppo, la siccità per i nostri agricoltori coincide anche con il caro energia e le pompe per attingere all’acqua funzionano a gasolio e con propellenti che costano sempre di più e questo aggrava ulteriormente la situazione.
Ci rassegniamo all’idea che in pochi anni non tanto distruggeremo il Pianeta ma lo renderemo invivibile oppure proseguiamo su una strada che l’Europa ha faticosamente intrapreso, coinvolgendo altri Paesi?
I Trattati europei che prevedono obiettivi e riduzioni delle emissioni dei gas serra sono firmati da tantissimi Paesi, non soltanto europei.
Personalmente, credo che dobbiamo proseguire a fare ciò che stiamo facendo, lavorando per ridurre le emissioni. Questo non vuol dire impoverire il Continente ma, al contrario, credo che voglia dire mettere in campo tecnologie e innovazione che poi possano servire anche ad altri Paesi più poveri, come quelli africani, per dare alternative rispetto all’uso del carbone e degli altri combustibili fossili.
Trovo che la polemica sulle auto elettriche o con combustibili alternativi sia stucchevole. Stiamo parlando di ciò che succederà tra 15 anni e credo che in 15 anni possiamo avere l’ambizione di costruzione tecnologie, favorire la ricerca, realizzare fabbriche che sostituiscano le attuali e che costruiscano motori e auto meno inquinanti.
Se pensiamo all’oggi e a quello che conviene a noi oggi, in questi anni 2020-2030, possiamo anche andare avanti così. Ma dobbiamo anche pensare al futuro e alle prossime generazioni.
Io penso che dobbiamo pensare al futuro e, pensando al futuro, possiamo migliorare anche la nostra vita adesso, senza rinunciare a niente ma cambiando i comportamenti e il modo di produrre alcune cose.
Sulla siccità ora possiamo solo tamponare e sperare che piova.
Troppo spesso si nega che c’è un problema legato ai cambiamenti climatici e si nega che è necessario ridurre le emissioni in atmosfera per evitare l’effetto serra.
Adesso problema è evidente e succede quello a cui stiamo assistendo: cambiano le stagioni, si riducono le precipitazioni ma, soprattutto, avviene quello che abbiamo visto drammaticamente alla Marmolada e che stiamo vedendo drammaticamente su tutti i ghiacciai italiani.
I ghiacciai si stanno restringendo a livelli impressionanti e in modo rapidissimo.
Da lì arriva gran parte dell’acqua che rifornisce i nostri bacini.
Bisogna, quindi, lavorare al più presto per ridurre le emissioni derivate dai combustibili fossili in atmosfera e poi bisogna migliorare la rete idrica. Oggi nella nostra rete si disperde ancora troppo e si lascia andare ancora troppa acqua.
Vanno poi creati bacini e dei luoghi in cui sia possibile attingere dalla falda per alimentare le irrigazioni.
Tutto questo costa molto.
Purtroppo, la siccità per i nostri agricoltori coincide anche con il caro energia e le pompe per attingere all’acqua funzionano a gasolio e con propellenti che costano sempre di più e questo aggrava ulteriormente la situazione.
Ci rassegniamo all’idea che in pochi anni non tanto distruggeremo il Pianeta ma lo renderemo invivibile oppure proseguiamo su una strada che l’Europa ha faticosamente intrapreso, coinvolgendo altri Paesi?
I Trattati europei che prevedono obiettivi e riduzioni delle emissioni dei gas serra sono firmati da tantissimi Paesi, non soltanto europei.
Personalmente, credo che dobbiamo proseguire a fare ciò che stiamo facendo, lavorando per ridurre le emissioni. Questo non vuol dire impoverire il Continente ma, al contrario, credo che voglia dire mettere in campo tecnologie e innovazione che poi possano servire anche ad altri Paesi più poveri, come quelli africani, per dare alternative rispetto all’uso del carbone e degli altri combustibili fossili.
Trovo che la polemica sulle auto elettriche o con combustibili alternativi sia stucchevole. Stiamo parlando di ciò che succederà tra 15 anni e credo che in 15 anni possiamo avere l’ambizione di costruzione tecnologie, favorire la ricerca, realizzare fabbriche che sostituiscano le attuali e che costruiscano motori e auto meno inquinanti.
Se pensiamo all’oggi e a quello che conviene a noi oggi, in questi anni 2020-2030, possiamo anche andare avanti così. Ma dobbiamo anche pensare al futuro e alle prossime generazioni.
Io penso che dobbiamo pensare al futuro e, pensando al futuro, possiamo migliorare anche la nostra vita adesso, senza rinunciare a niente ma cambiando i comportamenti e il modo di produrre alcune cose.
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