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Jobs Act e ricollocamento

Written by Marco Leonardi.

Marco Leonardi"Non diamo ai centri per l'impiego il compito di ricollocare: saranno i privati a farlo. Perché lo sanno fare. Ma non potevamo lasciare al mercato tutto il processo: la politica che prevede dopo circa sei mesi di sussidio un assegno di ricollocazione è una politica nazionale sottoposta alla condizionalità. Se ad esempio si rifiuta per un certo numero di volte un'offerta di lavoro congrua - si perde la possibilità di accedere a questo assegno e di ricevere il sussidio di disoccupazione. Non potevamo evitare di mettere nelle mani del pubblico questo aspetto della condizionalità".
Così Marco Leonardi, consulente del Partito democratico sul Jobs Act e docente di Economia del lavoro all'Università di Milano, in una intervista a Libero, replica alle lamentele di Regioni come la Lombardia che si dia in mano ai centri pubblici per l'impiego l'accoglienza e la profilazione di chi è stato espulso dal mercato del lavoro.
E aggiunge: "Non basterà poco per perdere i diritti, ma le regole saranno certe e automatiche. Sarà nell'interesse della stessa agenzia per il lavoro privata comunicare al centro per l'impiego che la persona non si sta impegnando abbastanza". Che ruolo avrà in questo processo l'Agenzia nazionale per ü lavoro? "A livello di governance, nei fatti la direzione delle Politiche attive del Ministero del Lavoro verrà esternalizzata, fondendosi con Isfol - che farà valutazione delle politiche pubbliche - e la società per azioni Italia Lavoro". Ma non sarà l'ennesimo carrozzone: "Non è così: il numero di lavoratori dell'agenzia è già stato determinato nel decreto. Siamo già in fase di dimagrimento. Casomai il problema carrozzoni riguarda i centri per l'impiego. Abbiamo tolto loro il compito di firmare gli stati di disoccupazione, cosa che li impegnava per la maggior parte del tempo perché occorreva questa firma per accedere a ticket, case popolari, eccetera. Ora avranno modo di lavorare al nuovo processo di politiche attive".

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