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I risultati dei ballottaggi

Written by Lorenzo Guerini, Emanuele Fiano, Franco Mirabelli, Lorenzo Gaiani.

Lorenzo GueriniRiportiamo alcuni commenti di Lorenzo Guerini, Emanuele Fiano, Franco Mirabelli e Lorenzo Gaiani ai risultati dei ballottaggi per le elezioni comunali.

Lorenzo Guerini (Vicesegretario Nazionale PD): Stanotte non brindiamo, brucia la sconfitta di Venezia, come quella di Arezzo, Fermo, Matera e Nuoro. Sapevamo che nella città del Mose era difficile anche per come si era conclusa l'esperienza della giunta di Orsoni. Anche le vicende di "Mafia Capitale" sicuramente non avvicinano i cittadini alla politica e, credo, abbia avuto anche qualche conseguenza sul nostro elettorato che si è sentito tradito da coloro i quali hanno sbagliato e che non troveranno più posto nel Partito democratico.
La miglior risposta alle inchieste capitoline è procedere nel lavoro che sta realizzando Orfini sul PD romano partendo dai tanti nostri militanti per bene che sono la stragrande maggioranza del partito presente nella capitale. Nel riepilogo complessivo dei Comuni, il centrosinistra governa più amministrazioni del passato. Abbiamo perso città significative ma altre altrettanto significative, come Mantova e Trani, le abbiamo strappate al centrodestra e confermato Lecco. L'elettorato decide su dinamiche locali. Quanto all'astensionismo, è un dato, purtroppo, che non è nuovo e non interessa solo l'Italia. E' la misura della distanza percepita tra i cittadini e la politica e che credo possa essere recuperata con una politica che sa assumersi le proprie responsabilità ed assumere le decisioni utili al Paese come, giustamente e con determinazione, stiamo cercando di fare con l'azione del nostro governo.

Emanuele FianoEmanuele Fiano (Segreteria Nazionale PD): Il risultato dei ballottaggi deve farci riflettere. Nessun panico, nessun dramma, ma un'analisi libera dei risultati e delle loro origini. Premessa: la costante diminuzione di votanti è un brutto segnale che riguarda tutti, nessuno ne può gioire; in questo le inchieste come Mafia Capitale certo non hanno giovato, e comunque non possono lasciare indifferenti nessuno di noi. Tre punti principali: Primo, le elezioni di mezzo termine non favoriscono in genere i governi in carica specie se alle prese con crisi difficili, e i cambiamenti forti non portano sempre consenso. Secondo, i temi dell'immigrazione e della sicurezza sono e saranno la principale origine di un malessere diffuso che si accompagna ai più tradizionali riflessi della crisi economica e dell'occupazione, che peraltro lanciano invece primi segnali positivi. Su questi temi serve un'accellerazione del governo che peraltro è già in corso. Terzo, le divisioni interne al partito che si sono verificate in parlamento e l'ipotesi che candidati espressione della minoranza siano più vincenti di altri si rivela sbagliata. La lezione che ne desumo io, è che bisogna andare avanti con ancora più decisione nelle riforme, che il partito debba esprimere nei territori la capacità di sintesi su di un candidato, da sottoporre alle primarie, ma avendo ben in mente l'obiettivo delle secondarie, i temi che li saranno trattati, e che l'allargamento del PD a tutta la società deve continuare come essenza stessa della nostra proposta.

Franco Mirabelli
Franco Mirabelli (Senatore e Direzione Nazionale PD): Nei ballottaggi in provincia di Milano il PD perde Corsico e Cologno ma conquista Segrate e Bollate. In Lombardia vinciamo a Mantova e Lecco. Il vero sconfitto di questa tornata e Roberto Maroni che, nonostante abbia usato in maniera vergognosa l'emergenza umanitaria per speculare sulle paure dei cittadini, ha perso anche l'ultimo capoluogo di provincia che restava al centrodestra.



Lorenzo GaianiI risultati di elezioni locali rispondono prevalentemente a dinamiche locali, ed è sul territorio che vanno fatte le valutazioni. Se proprio si deve fare una valutazione generale, occorre dire che i ballottaggi hanno dimostrato che ormai si nota una tendenza a convergere fra una destra sempre più preda di una deriva populista e xenofoba ed un M5S incapace di uscire dalla deriva protestataria: incapaci di sviluppare una linea coerente e credibile, essi convergono nel vedere nel PD il bastione istituzionale da abbattere, e questo solo ormai qualifica la loro battaglia politica (o antipolitica). In questa situazione difficile l'errore principale che potrebbe compiere la dirigenza del PD, Renzi in testa, è quello di tornare indietro rispetto alla linea del rinnovamento e delle riforme, seguendo la logica di ripiegamento suggerita da cattivi consiglieri esterni ed interni al Partito. Semmai il problema è quello di rafforzare quella linea a tutti i livelli, e di fare del Partito il terminale territoriale di questo rinnovamento: diversamente, si rischierebbe di lasciare le cose a metà, ossia di perdere quella che potrebbe essere l'ultima occasione per dare alla crisi sistemica italiana una risposta né populista né reazionaria.
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