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La tregua non c'è perché le priorità sono le armi e il prezzo del gas

Written by Mario Delpini.

"Le parole che mi vengono in mente, quando una guerra come questa scoppia nel cuore dell'Europa, è che si tratta di una assurdità, di un orrore, di un incomprensibile percorso per regolare rapporti fra gli Stati. Una guerra e una corsa agli armamenti che produrranno soltanto disastri, per tutti i popoli coinvolti". Lo afferma monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, intervistato da Repubblica.
"Di pace si parla poco, si parla solo dei costi della guerra. A volte mi sembra che dietro a tutto ci sia una forma di egoismo, perché dopo la guerra il gas ci costerà di più e perché chi vende prodotti in Russia non potrà più farlo. Quasi che il vero motivo di preoccupazione sia che non riusciamo più a fare i nostri affari. Cosa anche comprensibile, visto che la guerra distrugge tutto, economia compresa".
Per l'arcivescovo di Milano "la preoccupazione del Papa dovrebbe essere più considerata: sta dicendo che questa guerra è un peccato contro la fraternità. Questo è un modo di vivere che annienta la speranza dell'umanità. Questa idea che se c'è una guerra, allora dobbiamo armarci, potrà pur essere un modo normale di pensare per chi fa politica, ma non produce una speranza, non lascia intravedere alcuna via d'uscita. La forza del Papa invece è quella di dire che possiamo reagire alla guerra riferendoci a una dimensione spirituale, con una relazione, con una reazione di preghiera, di perdono. Forse alla politica queste parole potranno risultare quasi ridicole. In realtà -sottolinea- questa è l'interpretazione più profonda che si possa dare perché di fronte alla guerra bisogna porsi la domanda su quali sono le modalità per uscirne davvero".
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