Ci serve una Confederazione per portare subito l'Ucraina nell'Ue
L'Italia deve "spingere" per una sempre maggiore integrazione europea, "non possiamo fermarci". Perchè "il rischio di arenarsi investe l'intera architettura politica Ue che, in assenza di un rilancio coraggioso, può sgretolarsi sotto i colpi di una minaccia esterna esiziale". Lo afferma il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, in un suo intervento su "Domani", osservando come nell'affrontare la crisi ucraina "sono riemerse crepe e ambiguità, da Berlino ma non solo". E allora servono idee "ambiziose e di rottura", e soprattutto è il momento per l'Europa del "when in trouble go big. Nel momento più buio dobbiamo pensare in grande. O vogliamo illuderci di andare avanti come se il 24 febbraio fosse una data qualsiasi? No. Il 24 febbraio, con la guerra di Putin, ha cambiato la storia europea: radicalmente e per sempre".
Letta rilancia quindi la proposta di una Confederazione rivolta agli Stati dell'Est e dei Balcani, "può essere una risposta immediata. Un modo per dire a milioni di cittadini che alla Ue guardano come orizzonte di pace, libertà e benessere: siamo tutti nella stessa famiglia europea". E così evitare di ripetere "gli errori del passato", ovvero dell'allrgamento a Est che richiese 14 anni, "senza un disegno politico complessivo, con le procedure a farla da padrone sulla politica". Scrive Letta: "Sono convinto che molti dei guai odierni con Ungheria, Polonia e il resto del blocco di Visegrad siano il frutto di frustrazioni e incomprensioni originate da promesse non mantenute. Di un limbo troppo lungo al quale furono costretti prima di entrare. Un limbo in cui - aggiunge Letta - si sono creati sentimenti ostili a Bruxelles e all'Europa comunitaria, in contrapposizione al sentimento filo-americano che contemporaneamente cresceva. Il caso della Polonia è emblematico. Non possiamo reiterare gli stessi abbagli. Se dovessimo anche solo applicare i 14 anni necessari per il primo allargamento a est, l'Ucraina entrerebbe nel 2036 nell'Ue. È credibile? Direi proprio di no. Ecco perché creare ora la Confederazione risponderebbe all'immediato bisogno di accogliere subito l'Ucraina e gli altri paesi dentro la 'famiglia europea' senza creare frustrazioni e delusioni inevitabilmente causate dai tempi di una seppur necessaria procedura di adesione all'Ue".
La Confederazione, - osserva poi il segretario - avrebbe "l'obiettivo di costruire da subito legami economici e culturali, ponendo le basi per ulteriori convergenze. Si potrebbe partire da accordi che garantiscano un accesso preferenziale al mercato unico e ai progetti europei di ricerca o di scambio, come ad esempio l'Erasmus. Un secondo passo, potrebbe essere la condivisione di posizioni comuni sui grandi capitoli dell'agenda internazionale, come la lotta al cambiamento climatico, la promozione di modelli di sviluppo sostenibile, la difesa dei diritti fondamentali e della pace. Così raggiungeremmo anche un importante obiettivo strategico: dare all'Europa la leadership nella costruzione di un nuovo equilibrio nel continente senza subire le scelte di altri".
"È il momento - conclude Letta - di scelte coraggiose. Scelte che, sono convinto, trovano forza nel sentimento comune che attraversa le nostre pubbliche opinioni. Per questo credo la Confederazione europea non debba muovere i suoi primi passi da un confronto tra i singoli governi, ma dal parlamento europeo. Il luogo della democrazia europea".
Letta rilancia quindi la proposta di una Confederazione rivolta agli Stati dell'Est e dei Balcani, "può essere una risposta immediata. Un modo per dire a milioni di cittadini che alla Ue guardano come orizzonte di pace, libertà e benessere: siamo tutti nella stessa famiglia europea". E così evitare di ripetere "gli errori del passato", ovvero dell'allrgamento a Est che richiese 14 anni, "senza un disegno politico complessivo, con le procedure a farla da padrone sulla politica". Scrive Letta: "Sono convinto che molti dei guai odierni con Ungheria, Polonia e il resto del blocco di Visegrad siano il frutto di frustrazioni e incomprensioni originate da promesse non mantenute. Di un limbo troppo lungo al quale furono costretti prima di entrare. Un limbo in cui - aggiunge Letta - si sono creati sentimenti ostili a Bruxelles e all'Europa comunitaria, in contrapposizione al sentimento filo-americano che contemporaneamente cresceva. Il caso della Polonia è emblematico. Non possiamo reiterare gli stessi abbagli. Se dovessimo anche solo applicare i 14 anni necessari per il primo allargamento a est, l'Ucraina entrerebbe nel 2036 nell'Ue. È credibile? Direi proprio di no. Ecco perché creare ora la Confederazione risponderebbe all'immediato bisogno di accogliere subito l'Ucraina e gli altri paesi dentro la 'famiglia europea' senza creare frustrazioni e delusioni inevitabilmente causate dai tempi di una seppur necessaria procedura di adesione all'Ue".
La Confederazione, - osserva poi il segretario - avrebbe "l'obiettivo di costruire da subito legami economici e culturali, ponendo le basi per ulteriori convergenze. Si potrebbe partire da accordi che garantiscano un accesso preferenziale al mercato unico e ai progetti europei di ricerca o di scambio, come ad esempio l'Erasmus. Un secondo passo, potrebbe essere la condivisione di posizioni comuni sui grandi capitoli dell'agenda internazionale, come la lotta al cambiamento climatico, la promozione di modelli di sviluppo sostenibile, la difesa dei diritti fondamentali e della pace. Così raggiungeremmo anche un importante obiettivo strategico: dare all'Europa la leadership nella costruzione di un nuovo equilibrio nel continente senza subire le scelte di altri".
"È il momento - conclude Letta - di scelte coraggiose. Scelte che, sono convinto, trovano forza nel sentimento comune che attraversa le nostre pubbliche opinioni. Per questo credo la Confederazione europea non debba muovere i suoi primi passi da un confronto tra i singoli governi, ma dal parlamento europeo. Il luogo della democrazia europea".