La Regione ignora le richieste di medici e infermieri del San Raffaele
La Regione ignora le richieste di medici e infermieri del San Raffaele pagati meno dei colleghi della sanità pubblica. Il vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti e la consigliera regionale Carmela Rozza commentano così il voto contrario dato oggi dall’aula a una mozione che chiedeva alla Regione di farsi parte attiva nella vertenza degli operatori sanitari della struttura, che già da gennaio hanno avviato lo stato d’agitazione per chiedere migliori condizioni contrattuali.
“Medici e infermieri- affermano Rozza Borghetti- del San Raffaele da quando il Gruppo San Donato ha acquistato l’ospedale sono costretti a operare con il contratto Aiop della sanità privata, economicamente più svantaggioso di quello pubblico, il che porta il rischio, in parte già reale, della fuga di tanti professionisti e il conseguente impoverimento di una struttura da sempre considerata fiore all’occhiello della sanità lombarda”.
“Abbiamo chiesto alla Regione- continuano i consiglieri dem- di farsi parte attiva presso i vertici del gruppo San Donato per far si che siano trovate risposte alle richieste dei lavoratori. Ma soprattutto abbiamo chiesto di vincolare le strutture private accreditate all’applicazione di un contratto di lavoro economicamente corrispondente a quello della sanità pubblica. Questo a fronte del fatto che le strutture accreditate, con la legge di riforma della sanità, sono equiparate a quelle pubbliche, ricevono dalla Regione la stessa remunerazione e devono quindi avere pari diritti e pari doveri. Il no alla nostra mozione è una porta in faccia agli operatori del San Raffaele, oltretutto dopo i due durissimi anni di pandemia. Non è accettabile che siano pagati di meno ma lo è ancor meno che la Regione non faccia nulla”.
“Medici e infermieri- affermano Rozza Borghetti- del San Raffaele da quando il Gruppo San Donato ha acquistato l’ospedale sono costretti a operare con il contratto Aiop della sanità privata, economicamente più svantaggioso di quello pubblico, il che porta il rischio, in parte già reale, della fuga di tanti professionisti e il conseguente impoverimento di una struttura da sempre considerata fiore all’occhiello della sanità lombarda”.
“Abbiamo chiesto alla Regione- continuano i consiglieri dem- di farsi parte attiva presso i vertici del gruppo San Donato per far si che siano trovate risposte alle richieste dei lavoratori. Ma soprattutto abbiamo chiesto di vincolare le strutture private accreditate all’applicazione di un contratto di lavoro economicamente corrispondente a quello della sanità pubblica. Questo a fronte del fatto che le strutture accreditate, con la legge di riforma della sanità, sono equiparate a quelle pubbliche, ricevono dalla Regione la stessa remunerazione e devono quindi avere pari diritti e pari doveri. Il no alla nostra mozione è una porta in faccia agli operatori del San Raffaele, oltretutto dopo i due durissimi anni di pandemia. Non è accettabile che siano pagati di meno ma lo è ancor meno che la Regione non faccia nulla”.
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