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Il Governo investe su Milano per la ripartenza culturale

Written by Dario Franceschini.

“Abbiamo un grande bisogno di credere nella ripartenza, non solo dopo la pandemia ma anche in queste giornate drammatiche, con venti di guerra, con rumori che speravamo di non sentire più nel corso della nostra vita. Abbiamo bisogno di fiducia, di credere nella cultura e di pensare alla ripartenza, e la cultura può dare un enorme contributo in questo senso”. Lo ha detto il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, aprendo questa mattina a Milano, il suo intervento alla conferenza stampa di presentazione della Fiera internazionale di arte moderna e contemporanea Miart.
“La consistenza degli investimenti che il governo nazionale ha finalizzato sulla città di Milano nel settore della cultura non è casuale, - ha proseguito il Ministro Franceschini - perché Milano da diversi anni ha riscoperto la vocazione culturale molto forte, nel credere nel futuro e in quella capacità che esiste in questa città, di coniugare la conservazione del passato e della memoria con un forte investimento sul futuro e sull’innovazione, come dimostrano il nascente Museo della Resistenza e il l Museo dell’arte digitale. Nel PNRR - ha aggiunto Franceschini - abbiamo investito nel settore della cultura quasi 7 miliardi, una cifra in assoluto più alta in percentuale in tutti i piani del Recovery Plan nazionale. In questo quadro, si pone - ha sottolineato il Ministro - anche il rilancio dell’arte contemporanea. L’Italia è un Paese che ha un grande passato e uno straordinario presente, con una grande capacità di attrazione internazionale, con grandi maestri nell'arte e nell'architettura contemporanea e tanti giovani talenti. Investire in contemporaneo è una cosa fondamentale e Milano anche in questo campo svolge un ruolo di leadership, come dimostrano le molte cose fatte”. Ha concluso il Ministro della Cultura.

Franceschini: “chi ama la cultura è contro la guerra”
“Chi ama la cultura e l’arte non può che essere contro la guerra ed è quello che si sta vedendo in tutto il mondo e anche in Russia”. Lo ha detto a Milano il ministro Dario Franceschini a margine della presentazione del dossier di "Bergamo-Brescia, Capitale italiana della cultura 2023".
“Non potevamo immaginare che il 2023 sarebbe arrivato dopo la pandemia e dopo questa guerra incredibile in cui l’umanità si trova ingiustamente e imprevedibilmente travolta, ora ci sarà ancora più bisogno di mostrare che si riparte e la cultura può dare un contributo enorme alla ripartenza”, ha concluso il Ministro.

Bergamo-Brescia 2023, Franceschini: la cultura per ripartire e ridare speranza
“L’esempio, la motivazione e la forza che hanno dato Bergamo e Brescia nei giorni terribili della pandemia - ricordo ancora bene le telefonate in quei giorni di Giorgio Gori ed Emilio Del Bono - hanno fatto capire che la decisione di rendere queste città ‘Capitali della cultura’ non era solo un gesto di solidarietà verso quelle popolazioni, che hanno così sofferto, ma era anche la certezza assoluta che Bergamo e Brescia avrebbe creato un progetto innovativo e di ripartenza di cui abbiamo fortemente bisogno".
Lo ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini intervenendo alla presentazione del dossier di programmazione relativo a "Bergamo-Brescia, Capitale italiana della cultura 2023 - La città illuminata", alle Gallerie d'Italia a Milano, alla presenza del Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e dei sindaci di Milano Beppe Sala, di Bergamo Giorgio Gori e di Brescia Emilio Del Bono.
"L’idea della candidatura comune è una bella storia che s’inserisce all’interno della storia della 'Capitale della cultura' che, in questi anni, ha sempre innescato meccanismi virtuosi sia per la città che vince sia per quelle che partecipano”.
“In quest'iniziativa non si premia la bellezza della città ma la qualità progettuale che si esprime, cioè la capacità di sviluppare un’idea brillante di innovazione, di coinvolgimento e di partecipazione intorno al proprio patrimonio materiale e immateriale. Nomineremo il prossimo 16 marzo la ‘Capitale della cultura’ per il 2024 e, come abbiamo visto in questi anni, anche solo entrare nella shortlist delle 10 finaliste genera dei meccanismi virtuosi e sono certo che questo progetto crescerà nel tempo”, ha continuato Franceschini.
"Non potevamo immaginare che il 2023 sarebbe arrivato dopo la pandemia e dopo questa guerra incredibile in cui l’umanità si trova ingiustamente e imprevedibilmente travolta, ora ci sarà ancora più bisogno di mostrare che si riparte e la cultura può dare un contributo enorme alla ripartenza. L’Italia crede veramente nelle potenzialità della cultura, il fatto che siamo il Paese che ha messo quasi 7 miliardi del Pnrr in questo settore - la cifra più alta in assoluto in percentuale tra tutti i piani nazionali - significa che abbiamo capito che investire in cultura nel nostro Paese è un modo per ripartire e ridare fiducia e speranza. Mi piace molto il tema della 'città illuminata', ora stiamo vivendo una notte e questa 'città illuminata' sarà la luce dopo la notte", ha concluso il Ministro.
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