Le riforme istituzionali
Raccogliamo qui un po' di commenti sul tema delle riforme istituzionali in via di approvazione al Parlamento.
Marina Sereni: Un altro passo avanti verso un Parlamento più snello ed efficiente, verso rapporti tra Stato e Regioni più semplici e meno conflittuali, verso un assetto istituzionale più moderno ed efficace. 489 presenti, 482 votanti, 357 favorevoli, 125 contrari: con il voto di questa mattina alla Camera la riforma costituzionale supera un'altra tappa essenziale Ora tornerà al Senato con punti fondamentali non più modifilcabili e dunque verso la fine di un processo che si concluderà con il referendum. L'ultima parola la diranno infatti gli elettori che potranno con il loro voto confermare o smentire il lavoro del Parlamento.
Considero poi molto importante il fatto che, pur in presenza di opinioni differenti al nostro interno, il Pd si sia mostrato sostanzialmente unito. Ho ritenuto e ritengo che su di noi, sul Pd, gravi la responsabilità di portare a termine il processo di riforma del Paese. Se non ora quando? Se non noi chi? Non condivido quanti, nella nostra minoranza, collegano impropriamente la riforma costituzionale alla legge elettorale, come se il combinato disposto dei due provvedimenti producesse chissà quale svolta autoritaria. Ci saranno comunque altri momenti per affrontare questa riflessione e credo che siano i Gruppi parlamentari a dover sciogliere i nodi, chiedendo a ciascuno e a tutti di lavorare per le fare le riforme e per costruire l'unità del PD.
Considero poi molto importante il fatto che, pur in presenza di opinioni differenti al nostro interno, il Pd si sia mostrato sostanzialmente unito. Ho ritenuto e ritengo che su di noi, sul Pd, gravi la responsabilità di portare a termine il processo di riforma del Paese. Se non ora quando? Se non noi chi? Non condivido quanti, nella nostra minoranza, collegano impropriamente la riforma costituzionale alla legge elettorale, come se il combinato disposto dei due provvedimenti producesse chissà quale svolta autoritaria. Ci saranno comunque altri momenti per affrontare questa riflessione e credo che siano i Gruppi parlamentari a dover sciogliere i nodi, chiedendo a ciascuno e a tutti di lavorare per le fare le riforme e per costruire l'unità del PD.
Molti giorni sono passati da quando, nell'aula di Montecitorio, abbiamo assistito all'uscita delle opposizioni, in segno di protesta contro la riforma costituzionale. Una scelta di rottura che, dopo giorni di duro ostruzionismo, non ha certo contribuito a costruire le condizioni per rinnovare tutti insieme le regole e l'assetto del sistema istituzionale. È stato giusto, come ha fatto il Pd, lavorare in queste settimane per recuperare un clima di maggiore serenità che vedesse anche i gruppi di opposizione partecipare al voto finale sulla riforma. Certo stupisce la decisione di Forza Italia di votare contro una riforma della Costituzione cui aveva contribuito e che ha approvato in prima lettura al Senato. È del tutto evidente che le divisioni interne a Forza Italia, cui si aggiunge il braccio di ferro in atto tra Salvini e Tosi nella Lega, hanno avuto la meglio sul merito del provvedimento. Ma riformare il Parlamento, superando il bicameralismo perfetto, e cambiare i rapporti tra Stato e Regioni, rendendo più efficiente e meno costoso il nostro sistema istituzionale, è necessario al Paese ed è quello che chiede la maggior parte dei cittadini.
Chiara Braga: La Camera ha approvato in seconda lettura la riforma costituzionale, un altro passo in avanti per rendere più efficienti le nostre istituzioni: fine del bicameralismo paritario, più chiarezza nel riparto di competenze tra Stato e Regioni, tempi più certi per l'approvazione delle leggi. La discussione alla Camera ha consentito di introdurre miglioramenti importanti ad un testo che ora verrà sottoposto ad un nuovo passaggio in entrambe le Camere e poi al giudizio dei cittadini, attraverso lo strumento del referendum. Il voto di oggi ha dimostrato chiaramente la differenza tra chi vuole concorrere a cambiare davvero l'Italia e chi invece è ostaggio delle convenienze del momento. Il PD si è assunto un impegno importante con gli italiani, per cambiare a fondo un paese che ha perso negli anni troppe occasioni. La riforma costituzionale è parte di questo impegno e siamo orgogliosi di aver concorso con il nostro voto a fare un altro passo in avanti in questa direzione.
Emanuele Fiano spiega a YouDem l'iter che porterà al voto della riforma costituzionale: "Non è detto che Berlusconi controlli ancora il suo partito".
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Chi vota contro le riforme fa una errore. A un certo punto bisogna decidere e votare, il Paese aspetta queste riforme da quarant'anni e le attende anche la sinistra che ha sempre detto che bisogna cambiare la legge elettorale. Noi la cambieremo.
Guerini: l'Italia ha bisogno di coraggio riformatore, liberandosi della paura di cambiare.
Dichiarazione di voto di Lorenzo Guerini sul ddl riforme costituzionali: Video dell'intervento»