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Un Giardino Zen a Milano

Written by Livia Pomodoro.

Livia PomodoroArticolo pubblicato da La Stampa.

«Una cosa alla quale tengo molto. Sarà un bellissimo pomeriggio di festa»: a parlare è Livia Pomodoro, presidente e anima dello Spazio Teatro No’hma, ex presidente del Tribunale di Milano e attuale presidente dell’Accademia di Belle arti di Brera. La cosa alla quale Livia Pomodoro tiene molto è un regalo che il No’hma ha fatto a Milano, il nuovo Giardino Zen Teresa Pomodoro di piazza Piola (intitolato alla sorella scomparsa 13 anni fa, attrice e fondatrice del No’hma), a pochi passi da via Orcagna, sede ormai storica del teatro.
«Il giardino - prosegue Livia Pomodoro - è un modo per ricordare mia sorella, certo; ed è anche un modo per onorare l’amicizia tra lei e lo scultore giapponese Kengiro Azuma (scomparso nel 2016, gran parte della vita passata a Milano, ndr), autore delle due sculture del giardino, Colloquio e MU-765 Goccia».
Il pomeriggio di festa è invece quello di domani (piazza Piola, ore 17, diretta su www.nohma.org e sui canali social del teatro), quando l’inaugurazione del Giardino Teresa Pomodoro sarà l’occasione di uno spettacolo musicale e danzante, tra danza butoh, musica e una partecipazione speciale della stessa Livia Pomodoro. Che è impaziente di inaugurare il nuovo spazio all’aperto, «momento in cui, con l’osservanza delle regole, si potrà stare un po’ insieme».
La presidente del Teatro No’hma è consapevole di come gli ultimi dodici mesi abbiano segnato l’inizio di qualcosa di diverso. Anche per il mondo dello spettacolo: «Non dobbiamo farci illusioni: alla fine di questa pandemia non si potrà tornare al mondo che abbiamo conosciuto. Niente sarà come prima. E lo dico dopo una stagione teatrale in cui il No’hma ha vissuto un’esperienza entusiasmante: lo streaming ci ha permesso di portare avanti una stagione in modalità “onlife” – (prendendo a prestito il concetto teorizzato dal filosofo Luciano Floridi, ndr) – e di anticipare la maniera di fare teatro del futuro. Chiaro, il teatro di persona resterà sempre un’altra cosa, ma le nuove tecnologie possono regalare possibilità sconosciute». Concetto molto simile a quello che la presidente ha voluto rivolgere agli studenti dell’Accademia di Brera: «Dobbiamo costruire insieme il futuro – ho detto loro –. Cosa mi hanno risposto? Lo faremo insieme».
Il mondo dei ragazzi e degli adolescenti è recentemente tornato d’attualità per la giurista pugliese, dal 1993 al 2007 a capo del Tribunale per i minorenni di Milano. Un suo fortunato libro del 2005, “A quattordici smetto”, è stato infatti ripubblicato a marzo da Zolfo Editore. Il libro racconta di bambini e ragazzini difficili, di infanzie negate, di violenze che «oggi come sedici anni fa non hanno perso niente della loro attualità. Prima di convincermi per la ripubblicazione – racconta – avevo il timore che queste storie avessero perso la loro urgenza, che fossero datate. Al contrario: i problemi dell’infanzia sono rimasti gli stessi e quest’anno può essere servito anche a ribadire l’importanza della scuola. Luogo in cui i ragazzi imparano la socialità, in cui si impara a conoscersi e a competere adeguatamente. E poi, tornando alle storie del 2005: che differenza c’è tra quei ragazzi difficili conosciuti anni fa e i ragazzi-migranti respinti oggi nei nostri porti?».
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