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Il ruolo del Pd con la nascita del governo Draghi

Written by Alessandro Del Corno.

Alessandro Del Corno Articolo di Alessandro Del Corno.

La nascita del governo Draghi segna sicuramente per la politica italiana una fase nuova ed inedita, ma allo stesso tempo affascinante e che molto probabilmente scompaginerà l’attuale quadro politico.
Le avvisaglie di tale assunto, le abbiamo registrate nei giorni scorsi e le registreremo sempre più in futuro, consegnandoci un’offerta politica quando torneremo a votare completamente nuova.
Difronte a tali mutamenti come deve porsi il Pd?
A mio modo di vedere il Partito Democratico dovrebbe cogliere tale occasione per inaugurare una nuova fase politica da materializzarsi con un sostegno fattivo e collaborativo al governo Draghi, caratterizzandosi per proposte facilmente comprensibili per l’opinione pubblica che vadano nella direzione di un processo di forte modernizzazione del Paese. Insomma essere in prima linea per attuare quelle riforme strutturali che il Paese attende da un ventennio, a costo di rimettere in discussione rassicuranti schemi consolidati anche al nostro interno, ma superati dalle priorità della società italiana.
Di conseguenza: Riforma della giustizia civile e penale; riforma della pubblica amministrazione; rilancio delle Infrastrutture modello Genova, anche in un’ottica di transizione ecologica; riduzione della pressione fiscale a famiglie ed imprese; rilancio del sud, a partire realizzazione del Ponte sullo stretto; con un forte impulso della guerra alla criminalità organizzata ed infine, proporre per il riscatto oltre che del Pd della politica in generale, la costituzione di una Commissione Bicamerale straordinaria per ammodernare finalmente le istituzioni nei 2 anni restanti alla fine della legislatura.
Le proposte in questione dovrebbero avere una valenza profondamente innovativa rispetto al passato e degne di una grande forte riformista e moderna.
Certo per approdare in tali ambiti, necessiterebbe aprire una stagione Ricostituente del partito, per modellarlo in termini politici, identitari, culturali e progettuali alla fase nuova che viviamo e che vivremo.
Tale processo dovrebbe aprirsi notevolmente alla società italiana in tutte le sue punte di eccellenza e nel contempo trascinare una forte curiosità ed interesse tra gli iscritti, militanti e nell’opinione pubblica in generale.
Quindi, No ad un Congresso solo per meri riposizionamenti di classe dirigente, con rischi sempre più conclamati di autoreferenzialità, ma un vero e proprio “Big Bang” con una grande discussione democratica per costruire un vero partito di Centrosinistra totalmente riformista e moderno., in grado di parlare al Paese nel suo complesso ed a tutti i blocchi sociali e produttivi dello stesso.
Mi rendo conto che lo scenario è complesso, ma il nostro immediato futuro sarà posto difronte ad un bivio storico: O rimettersi in gioco con coraggio e determinazione per passare definitivamente il Rubicone del riformismo al fine dell’affermazione di una grande forza moderna di Centrosinistra ma con peculiarità trasversale nella società italiana, oppure, rinchiudersi anche attraverso la scorciatoia della enfatica declinazione di alleanze organiche attuali, pur importanti, in uno scenario di “comfort zone” meramente di sinistra.
La posta in gioco per il futuro immediato e futuro del Pd passerà inevitabilmente per la strettoia di cui sopra, essendo però consapevoli che il Partito Democratico era nato per innovare e non per conservare.
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