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Usciremo da questa vicenda con un quadro migliore

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli a SkyTg24.

Credo che il ruolo di Draghi sia quello di riuscire a comporre un quadro in cui si possa riconoscere la stragrande maggioranza delle forze che hanno dato disponibilità a sostenere il Governo di alto profilo di cui ci ha parlato il Presidente della Repubblica. Non sarà facilissimo.
È evidente che c'è un tema che riguarda l'europeismo, di cui la figura di Draghi è per noi assolutamente di garanzia. Ci saranno poi una serie di altri temi decisivi in cui si può chiedere di mediare a Draghi ma non si potrà chiedere a nessuno di sostenere posizioni opposte alle proprie. Questo è il difficile compito che ha di fronte Draghi.
Sono convinto che Draghi farà bene. Penso che alla fine usciremo da questa vicenda con un quadro migliore perché, se una parte di chi ha coltivato e fatto crescere il sovranismo in questo Paese, cambia idea e si colloca con chiarezza dentro ad uno scenario europeista, credo che il Paese ne abbia solo da guadagnare.

Se ci sarà un’evoluzione da parte della Lega in senso europeista e un arretramento rispetto ad alcuni temi, come Quota 100 o la flat tax, noi abbiamo solo da esserne soddisfatti.
M5S ha cambiato posizione sull'Europa e credo che questo sia stato uno dei punti forti dell'iniziativa che abbiamo preso nel 2019 dando vita al Governo Conte Bis.
Vediamo ora se anche il cambio della Lega sarà reale.

Video dell’intervento» 

Penso ancora che la crisi del Governo Conte Bis resti incomprensibile.
I dati dimostrano che il Governo Conte, con una maggioranza politica significativa in Parlamento, aveva ottenuto risultato importanti e anche una credibilità in Europa.
Ora si apre una nuova fase. È evidente che dobbiamo stare all’appello del Presidente della Repubblica.
La politica, soprattutto in una fase di emergenza, deve guardare all’interesse nazionale e ai problemi concreti dei cittadini per risolverli e non per agitarli.
Credo, quindi, che Draghi avrà da fare.
Non è vero che le differenze tra le forze politiche alla fine sono molto legate alle dichiarazioni: credo che in questi anni ci siano stati fatti politici e orientamenti molto divisivi dentro al quadro politico italiano. La Lega, ad esempio, recentissimamente si è astenuta al Parlamento Europeo sul regolamento sul Recovery Fund e, quindi, ha avuto una posizione sull’Europa diversa dalla nostra; penso poi ai Decreti Salvini e ad una serie di altre cose.
Ci sono questioni serie su cui bisognerà ragionare e trovare una sintesi e non sarà semplicissimo. Bisognerà trovare una sintesi, sapendo che ci sono alcuni nodi che stanno già emergendo in questi giorni, come ad esempio questa insistenza sul fatto che il Governo debba durare pochi mesi e su cui noi non siamo d’accordo. Rispondere alle emergenze che citava Mattarella richiederà tempo, non solo pochi mesi. Poi aggiungo che sento dire che dobbiamo discutere se si devono accettare soltanto i finanziamenti a fondo perduto del Recovery Fund e non i prestiti: questa è un’altra discussione che se si aprisse sarebbe molto divisiva.
Conto sul fatto che il Presidente del Consiglio incaricato saprà trovare la quadra.

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Come PD dovremo discutere nei prossimi mesi sulla nuova situazione.
Adesso, però, credo che sia bene concentrarsi sul Governo e sull’azione di Governo e fare in modo che le ragioni e le proposte del PD vivano in questa fase.
Poi discuteremo con grande tranquillità ma il congresso è previsto tra due anni.
Ora siamo di fronte ad una situazione che necessita di un tagliando ma non credo che siamo di fronte ad una situazione fallimentare che richieda un congresso.
Il PD nel 2019 era un partito totalmente ininfluente sul piano istituzionale, oggi no.
La discussione da fare, quindi, non si risolve per forza con un congresso: decideremo insieme con il Segretario le modalità della discussione, ma non vorrei che si confondessero i piani. Non siamo più il partito del 2019 che sembrava condannato all’ininfluenza e aveva subito una scissione. Oggi il PD è in campo e anche le ultime elezioni amministrative lo hanno mostrato. Siamo un partito che vuole crescere e deve discutere della nuova fase ma l’idea che serva un congresso di emergenza non mi pare attuale.

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La data del voto alle amministrative dipende dalla pandemia. Io spero che si torni alla normalità e si voti tra maggio e giugno, quando è previsto naturalmente. Se ci fossero le condizioni sarebbe bello non solo perché si tornerebbe all’ordinaria amministrazione ma perché vorrebbe dire che abbiamo fatto altri passi avanti nello sconfiggere la pandemia.

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Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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