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Una Memoria per oggi e per domani

Written by Carlo Borghetti.

Carlo BorghettiIntervento di Carlo Borghetti, Vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia, per la celebrazione della Giornata della Memoria a Milano.

Buongiorno a tutti, porto l’adesione di tutto il Consiglio regionale della Lombardia a questa cerimonia in memoria della Shoa del popolo ebraico e dei tanti deportati, cristiani, zingari, omosessuali, e dissidenti politici, che furono sterminati in nome dell’ ideologia nazifascista.
E’ opinione unanime che la verità di quello che è stato vada difesa dalla dimenticanza e dalle ingiurie della dispersione, soprattutto oggi che i testimoni diretti di quella immane tragedia sono sempre meno.
Da poco se ne andato anche Nedo Fiano, che ha raccontato ad intere generazioni di giovani quell’ abisso di ingiustizia e di orrore che è stata la Shoa. A 13 anni Nedo dovette lasciare la scuola a causa delle leggi razziali, che Mussolini annunciava a Trieste con la consueta boria davanti ad una folla plaudente. Il duce di quel fascismo, che oggi secondo alcuni, soprattutto in rete, avrebbe fatto anche “cose buone”, condanna così un ragazzino, colpevole di essere ebreo, ad un isolamento drammatico; ma era solo l’inizio del calvario: Nedo insieme alla sua famiglia, 11 persone, verrà arrestato e deportato ad Auschwitz e sarà l’unico che farà ritorno dall’inferno.
Io credo che a uomini come Nedo Fiano o donne come Liliana Segre, oltre alla riconoscenza civile, dobbiamo promettere solennemente che ci impegniamo in prima persona a ricordare quello che è stato: è una responsabilità morale e culturale che ci assumiamo perché è nostro dovere di persone con ruoli pubblici trasmettere alla società, ai giovani in particolare, la lezione della storia, perché essa può sempre ripetersi, come denunciava il grande Primo Levi.
Può ripetersi in modi diversi, sotto mentite spoglie, può ripetersi grazie alla forza camaleontica che i fascismi hanno dimostrato sempre di avere, adattandosi alle circostanze, al momento. La memoria è anche e soprattutto un indispensabile strumento per capire e rispondere alle sollecitazioni del presente.
Viviamo un tempo difficile, segnato dalla minaccia di un risorgente antisemitismo, e soprattutto di nuove forme di fascismo, ben più insidiose del nostalgico richiamo al passato. Vi sono nel mondo, e anche nel nostro Paese, fenomeni politici e sociali, complessi e funamboleschi, che coltivano i tratti del fascismo: sprezzo della democrazia liberale, xenofobia, populismo, uso della violenza per prevaricare l’avversario politico, trasformato in nemico.
Un fascismo 4.0 che fermenta in rete, che aggrega migliaia di persone, costruisce leggende metropolitane, individua bersagli, attraverso un linguaggio di odio che si trasforma in dileggio e calunnia.
Non si tratta più di folklore ma di una vera e propria deriva irrazionale, quel sonno della ragione che potrebbe diventare un giorno violenza agita se trovasse caporioni adeguati e riferimenti politici adatti.
Io credo che lo Stato democratico, figlio dalla Resistenza, abbia anticorpi potenti a cominciare dalla Costituzione, ma non può permettersi di abbassare la guardia, oggi è opportuno aprire un confronto su come arginare la marea nera dell’odio in rete senza compromettere la libertà di espressione. È un tema difficile e delicato, me ne rendo conto, ma che l’Italia e l’Europa non potranno eludere a lungo.
Da parte nostra, invece, servono parole nette, scevre dall’ipocrisia del quieto vivere, perché il male si presenta spesso con le fattezze della banalità, come si coglie ripercorrendo anche la vicenda della Shoa, coi burocrati nazisti impegnati ad usare un gergo di menzogna, un vocabolario che sostituiva “soluzione finale” a sterminio, “trasferimento” a deportazione ecc. La stessa scritta "Arbeit macht frei", "Il lavoro rende liberi" che campeggia all’ingresso di Auschwitz è una blasfema ipocrita irrisione per chi oltrepassava quel cancello maledetto.
A nome di tutta l’Assemblea democratica che qui rappresento, voglio interpretare questa Giornata della Memoria come occasione per ribadire la nostra responsabilità qui e ora, senza cedimenti alla retorica, di una vicenda che ha segnato per sempre uno spartiacque nella storia. Nel fare tesoro della memoria guardiamo al futuro senza timore, anche dentro questo momento di crisi sanitaria e socioeconomica che stiamo vivendo con la serena determinazione dei nostri valori che sono il mastice di una comunità democratica che non rinuncia a mettere al centro la persona umana, senza discriminazioni di sorta, e che rigetta i fascismi di ieri e di domani e ogni elemento divisivo e contrario alla coesione sociale di cui tanto abbiamo bisogno.
Grazie!

Per seguire l'attività di Carlo Borghetti: sito web - pagina facebook

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