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La casa delle donne senza casa rinasce

Written by Gabriele Rabaiotti.

Gabriele RabaiottiArticolo di Repubblica.

Le prime cinque ospiti hanno varcato la soglia di Casa Alba ieri sera, hanno cenato con i volontari, hanno potuto farsi una doccia calda e dormire sui lettini nel grande open space che, per garantire il distanziamento che questi tempi di pandemia esigono, la parrocchia ha prestato come nuova sede del centro d'accoglienza per donne senza fissa dimora. A pieno regime, tra una settimana, saranno una quindicina.
Siamo alla Barona, all'oratorio di Santa Bernadetta in via Boffalora, e Casa Alba non è una novità: da dieci anni qui accolgono le clochard, ma l'anno scorso il progetto, che si attiva nei mesi freddi dell'inverno, era saltato per mancanza di fondi.
Quest'anno riparte rinnovato grazie al sostegno di Cig Arcigay Milano, che per la prima volta sostiene l'iniziativa con un contributo sostanzioso, 15 mila euro, e si affianca all'ampia rete di volontariato che da anni è attiva sul territorio, oltre che all'assessorato alle Politiche sociali del Comune che ha inserito il progetto nel suo Piano freddo.
"Tutto parte con il Pride 2020 - racconta il presidente di Cig Arcigay Milano Fabio Pellegatta - , nel momento difficile che stavamo e stiamo affrontando abbiamo voluto inserire un'attenzione sociale a problematiche diventate più palesi con il Covid. Così tra le azioni del Pride abbiamo inserito il Rainbow Social Fund, una raccolta fondi da adoperare in sostegno delle categorie più fragili. In quest'ottica, trovare dimora a donne senzatetto ci sembrava vicino alla nostra direttiva d'azione. E sostenere il progetto Casa Alba ci ha permesso di collaborare con tante entità, associazioni e cooperative di volontariato che hanno messo in rete esperienze e capacità diverse".
Fare rete, lavorare insieme sul territorio, è l'aspetto essenziale che ha permesso di realizzare l'iniziativa, come sottolinea Anna Ajelli, volontaria dell'Associazione Sviluppo e Promozione onlus (Asp) attiva alla Barona da più di trent'anni e responsabile del progetto: "L'apertura di Casa Alba è stata resa possibile da una cordata di soggetti molto vasta che ha messo a disposizione le proprie risorse e le proprie capacità. Oltre all'Asp, capofila e ideatrice del progetto, e a Cig Arcigay con il suo finanziamento, la parrocchia di Santa Bernardetta che ha messo a disposizione il salone dell'oratorio, e ancora il centro sportivo Csi, le Brigate solidali, la Comunità pastorale Giovanni XXIII, il Decanato Navigli e il Decanato Barona, Emergency con il proprio supporto sanitario, l'associazione di promozione sociale Cisonoanch'io. A dimostrazione che quando si fa rete si può rispondere ai bisogni del territorio in modo mirato e proficuo".
Parole sottoscritte dall'assessore alle Politiche sociali Gabriele Rabaiotti, che mette l'accento sulla particolare delicatezza delle situazioni che Casa Alba cerca di sanare: " Il tema della presenza femminile tra i senza fissa dimora merita un'attenzione particolare - osserva - . Molto spesso si tratta di persone che hanno subito forme di discriminazione ed esclusione e che, restando per strada, sono più esposte al rischio, anche di violenza ". Il Comune segnalerà i nomi delle future ospiti tramite il database del Centro Sammartini. Prima dell'ammissione, faranno il tampone e, a ogni ingresso, i volontari di Emergency eseguiranno un triage, per controllare la temperatura ed eventuali sintomi. L'inserimento delle quindici ospiti dovrebbe concludersi alla fine della settimana prossima e il centro dovrebbe restare attivo fino alla fine di marzo.
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