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Le proposte PD per l'emergenza in carcere

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervista di Radio Radicale a Franco Mirabelli (video).

Penso che Rita Bernardini abbia il merito, anche in questo momento, di accendere i riflettori e di richiamare la politica alle proprie responsabilità che, di fronte ai detenuti, agli operatori carcerari, agli agenti di custodia, sono grandi. È triste constatare che qualcuno faccia lo sciopero della fame perché la politica e l’informazione si possano accorgere di un problema che oggi si sta aggravando ed è più emergenziale di fronte al covid ma che purtroppo è un problema patologico del nostro Paese, cioè quello della sovrappopolazione carceraria e, in generale, della condizione della vita nella stragrande maggioranza delle carceri italiane.

Il PD ha presentato una serie di emendamenti al Decreto Ristori e li sosterremo per ottenere di più di ciò che al momento è previsto.
Penso, comunque, che sia giusto e importante il fatto che il Ministro e il Governo abbiano rilanciato i provvedimenti che avevamo già inserito nei decreti di marzo, di fronte alla prima fase dell’emergenza sanitaria, che sono volti a ridurre la popolazione carceraria, garantendo la possibilità di andare agli arresti domiciliari per chi ha da scontare una pena fino ai 18 mesi, con il braccialetto elettronico. Noi crediamo che si possa fare qualcosa in più e chiediamo che si possa andare agli arresti domiciliari senza il braccialetto elettronico per chi deve ancora scontare un anno di pena (e non solo sei mesi, come è previsto attualmente). Chiediamo di chiarire che sia chi ha i permessi premio, sia chi ha i permessi di lavoro possa stare fuori dal carcere fino alla fine dell’emergenza sanitaria. Chiediamo di anticipare la fine della pena per chi si è comportato bene: al momento sono previsti degli sconti di pena di 45 giorni ogni sei mesi per chi si comporta bene e abbiamo chiesto che i giorni scontati diventino 75 per questa fase, per fare in modo che esca dal carcere più gente possibile, tra le persone che comunque si sono comportate bene.
Queste proposte sono tutte contenute in emendamenti depositati al Senato a mia prima firma.
Un'altra questione che in questa fase è urgente riguarda soprattutto le case circondariali ed è quella di evitare il più possibile i nuovi ingressi in carcere. La proposta che ho presentato, quindi, è quella di sospendere l’esecutività delle pene per le condanne passate in giudicato fino alla fine dell’emergenza sanitaria: questo è un modo per fare un altro passo per cercare di ridurre i contagi. Oggi abbiamo bisogno che ci siano meno ingressi possibili in carcere dall’esterno e che ci sia meno promiscuità.
Da tutte queste proposte abbiamo escluso chi ha commesso reati di mafia, di terrorismo e i reati per cui è previsto l’articolo 4-bis del Codice Penale e il carcere di alta sicurezza.
Penso, quindi, che il Governo abbia fatto un buon provvedimento e gli emendamenti che stiamo proponendo vanno nella stessa direzione e servono ad aumentare l’efficacia dell’iniziativa del Governo.

Il tracciamento dei positivi al covid sarebbe utile farlo anche in tutto il Paese, non solo nelle carceri ma su questo le strategie non credo che debba deciderle la politica: le devono decidere le autorità sanitarie e il DAP. Penso che la strategia messa in atto nelle carceri, fino ad oggi, abbia comunque garantito nella prima fase una buona gestione del problema e, nella seconda fase, al momento risulta che la maggioranza delle carceri italiane non è stata coinvolta dall’epidemia. Bisogna concentrarsi sui luoghi in cui l’epidemia si sta diffondendo, cercando di evitare che si diffonda altrove e cercando in ogni carcere di avere gli spazi sufficienti per la cura, per l’isolamento, per la quarantena, perché questo è il modo in cui possiamo affrontare questa emergenza.
Sicuramente bisogna intervenire ma l’intervento sulle carceri, in realtà, non va concluso con il covid perché il tema di decongestionare le nostre carceri e garantire spazi adeguati nelle carceri anche per il trattamento non finisce con l’epidemia. Questo lo abbiamo anche scritto nei documenti parlamentari e penso che il Recovery Fund debba essere investito anche per la Giustizia, non tanto per la costruzione di nuove carceri per avere più posti ma per garantire che in tutte le carceri ci siano spazi adeguati per il trattamento e per una miglior qualità della vita dei detenuti all’interno.
In questa Legge di Bilancio mi pare che ci siano nuove assunzioni di personale dedicato alle carceri.
La conversione in legge del Decreto Ristori è complicata, perché comprende anche tutte le norme economiche e, quindi, ci vuole tempo per la discussione e l’approvazione ma sarà comunque entro la fine dell’anno perché su quel testo si stanno innestando anche tutti gli altri arrivati successivamente.

Video dell’intervista» 

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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