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Bonus 110% del Decreto Rilancio e le opportunità che ne derivano

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli all'incontro organizzato dalla Fondazione Quercioli e dalla Cooperativa Abitanti di Settimo Milanese (video).

Al momento attuale, lo scenario è in evoluzione, non tanto sul tema del superbonus del 110%, che è già definito, ma rispetto alla questione della rigenerazione urbana e agli interventi sulle città, per cui siamo in una situazione in itinere.
Ci sono molte proposte e molte ipotesi di lavoro anche concrete.
È evidente che ormai il tema della rigenerazione urbana è diventato fondamentale.
Nel frattempo, su questo fronte, ci sono già due strumenti attivi.
Il primo è appunto il superbonus del 110%: è stato approvato dal Parlamento sulla base di un decreto del Governo, che ha messo in campo questa misura anticiclica. Il fatto di garantire una detrazione del 110% rispetto a quello che si spende per il recupero del patrimonio edilizio, la messa in sicurezza degli edifici e l’efficientamento energetico, ovviamente, corrisponde all’idea di creare una misura che serva a far ripartire un pezzo dell’economia nazionale. La norma, infatti, coinvolge un settore importante come quello dell’edilizia ma non solo, perché quando parliamo dell’efficientamento energetico e in particolare parliamo della sostituzione dei sistemi di riscaldamento, dell’utilizzo di energie alternative e rinnovabili e di cose che coinvolgono una serie di aziende e un indotto che si fonda sulla ricerca, sulla tecnologia e sull’innovazione.
Nella sostanza il bonus del 110% fa questo e in più aiuta la rigenerazione urbana.
Rigenerazione urbana vuol dire mettere in sicurezza gli edifici, diminuire l’inquinamento ambientale perché si abbattono le emissioni efficientandoli dal punto di vista energetico; ridurre i costi dell’energia e del riscaldamento. Si tratta, quindi, di una misura molto importante, che si va ad aggiungere agli altri bonus che già sono stati attivati e che, anche se hanno detrazioni inferiori, hanno già funzionato e saranno anch’essi rinnovati con la Legge di Bilancio; cioè l’ecobonus per l’efficientamento energetico, il sisma-bonus per mettere in sicurezza gli edifici dai rischi sismici e il bonus facciate introdotto nella scorsa Legge di Bilancio, che consente di avere una detrazione per il rifacimento delle facciate degli edifici (con l’obiettivo di abbellire le nostre città).
Questi bonus prevedevano delle detrazioni fiscali tra il 50% e il 75% in dieci anni e delle diverse modalità di rimborso. Il bonus del 110% si colloca, dunque, in questo contesto e serve per interventi termici, sostituzione di impianti di climatizzazione, impianti fotovoltaici, interventi antisismici, pompe di calore, efficientamento energetico e la possibilità di utilizzare le energie rinnovabili.
Al bonus hanno diritto i condomini, le persone fisiche, gli IACP (quindi, in Lombardia, ALER), gli enti come MM, cioè enti privati che gestiscono per conto dei Comuni le case popolari di proprietà dei Comuni stessi, le cooperative a proprietà indivisa, le ONLUS e le società sportive per ciò che riguarda esclusivamente la realizzazione degli spogliatoi. Il bonus del 110% è previsto che scada il 31 dicembre 2021, eccetto per IACP e enti gestori di edilizia residenziale pubblica, per cui la scadenza è fissata al 30 giugno 2022.
Questo, dunque, è il quadro.
Il bonus del 110% introduce un’altra innovazione importante che finora è valsa soltanto per il bonus facciate, cioè la possibilità di scontare in fattura o di cedere interamente il credito, per cui il committente può non pagare e si occupa l’azienda che ha svolto i lavori di ottenere il bonus; oppure è possibile cedere il credito ad un istituto di credito e sarà poi la banca a farsi risarcire il costo.
Questo strumento serve per un recupero complessivo del patrimonio edilizio.
Sono esclusi soltanto gli edifici di lusso (cioè quelli considerati di categoria A1), i castelli e le ville.
Per questi interventi è previsto che ci sia una verifica di conformità degli interventi perché è evidente che non possiamo usare uno strumento di questo tipo senza garantire che vengano assicurati gli obiettivi di sicurezza e ambientali.
Enea ha il compito di fare una verifica rispetto alla conformità agli obiettivi della legge.
Ogni persona che beneficia del bonus deve avere, quindi, un’asseverazione tecnica e anche una certificazione della congruità delle spese sostenute rispetto ai lavori che vengono fatti.

Per la rigenerazione urbana, però, c’è già anche un altro strumento che abbiamo messo in campo con il Decreto Semplificazioni ed è contenuto nell’Articolo 10, con il quale si dà la possibilità di abbattere e ricostruire edifici per rigenerarli, semplicemente presentando la SCIA (dichiarazione dell’inizio dei lavori). Questa norma non è applicabile ai centri storici ma è un provvedimento importante perché se pensiamo alle periferie milanesi e a tanti quartieri in cui gli edifici sono assolutamente degradati, l’ipotesi di poter abbattere e ricostruire, utilizzando questa norma unitamente al bonus del 110% (le due norme sono associabili) diventa una grande opportunità per una ricostruzione anche in tempi brevi.

La questione della rigenerazione urbana è, quindi, in itinere. È un tema contenuto nelle linee di intervento previste dall’Europa per accedere alle risorse del Recovery Fund ma è anche un’occasione di governare le trasformazioni delle città.
Dopo il covid e dopo questo anno non ritornerà a funzionare tutto come prima, in particolare cambierà il mondo del lavoro: lo smart working non sarà onnipresente come è durante l’emergenza ma è molto probabile che comunque diminuirà il numero degli uffici nelle nostre città e che aumenterà il lavoro da casa, con tutto quello che ne consegue. Pensiamo, quindi, a cosa sarà di tutti i servizi che sono stati costruiti attorno agli uffici, soprattutto nei centri storici, dove nel corso degli anni si sono creati bar e ristoranti che servivano e avevano come utenti e clienti chi lavorava negli uffici.
Tutto questo cambierà, quindi, e queste trasformazioni o si subiscono o si governano.
Al Senato, in queste settimane, stiamo lavorando in tempi il più rapidi possibile per una legge sulla rigenerazione urbana, di cui sono Relatore, che serve esattamente a mettere in campo uno strumento urbanistico - il Piano di Rigenerazione - che i Comuni possono attivare, definendo le aree e le finalità e che, a questo punto, diventerà un’occasione anche per beneficiare di una serie di finanziamenti che prevediamo vengano messi a disposizione con la finalità di costruire e di incentivare progetti di rigenerazione urbana, non solo intesa come abbattere e ricostruire facendo più belli gli edifici costruiti dopo gli anni ’50, che non hanno valore storico e che spesso sono degradati ma anche con l’obiettivo di definire un contesto urbano diverso, affrontando ad esempio i problemi abitativi. Oggi, infatti, c’è la necessità di creare opportunità abitative a costi moderati e accessibili; creare opportunità abitative per soggetti specifici, come chi viene a lavorare nella nostra città per un periodo limitato o chi viene nella nostra area metropolitana per studiare e, quindi, servono anche residenze universitarie.
La rigenerazione urbana può essere, dunque, una grande opportunità.
Stiamo provando a fare una legge che stabilisca questa priorità e che finanzi queste attività e dia ai Comuni uno strumento urbanistico per circoscrivere e governare le trasformazioni urbane che sono necessarie.
Sicuramente sono strumenti che vanno in quella direzione anche il bonus del 110% e l’articolo 10 del Decreto Semplificazioni, con cui si dà la possibilità di accelerare la demolizione, la costruzione e la rigenerazione di edifici che non sono sicuri o non sono efficienti energeticamente, però, ora stiamo provando a fare una legge complessiva per mettere insieme tutti questi strumenti e per dare ai Comuni la possibilità di fare un lavoro che migliori la qualità della vita delle città e dei cittadini.

Video della relazione iniziale»

Negli ultimi anni, il tema della rigenerazione urbana si è evoluto da materia per architetti e addetti ai lavori ad una questione importante per tutti, perché lì si gioca la possibilità di migliorare la vita delle città e di adeguare le città alle domande di qualità anche nuove che si sono formate.
È un tema decisivo per la politica, per le amministrazioni locali, per avere la possibilità di progettare ambiti ampi e migliorare le città.
Abbiamo portato avanti molte ipotesi ultimamente, dal Decreto Semplificazioni fino alla proposta di Legge sulla Rigenerazione Urbana, si è ampliato il dibattito pubblico e abbiamo anche istituzionalizzato gli spazi per raccogliere le opinioni dei cittadini.
Il bonus 110% aiuta la rigenerazione urbana, così come l’articolo 10 del Decreto Semplificazioni aiuta ad accelerare.
Penso, comunque, che nei prossimi mesi dovremo fare di più e mettere in campo norme e strumenti economici in più perché questi processi di trasformazione urbana siano governati e non durino all’infinito ma si possano realizzare e concludere in tempi brevi.
In tutto questo, è evidente che devono avere un ruolo importante e decisivo le amministrazioni pubbliche e in particolare i Comuni.
È chiaro che questo è un percorso che va definito coinvolgendo tutti i soggetti, a partire dalle cooperative, fino a chiunque abbia da dire dentro ad un percorso che deve guardare alla casa, all’efficientamento energetico, alla sicurezza, allo stop al consumo di suolo.
È una vicenda molto complessa, però, per la prima volta in questi ultimi mesi mi pare che una parte importante della politica consideri la questione della rigenerazione urbana davvero una priorità, senza avere in mente solo qualche lottizzazione o qualche intervento ma una necessità complessiva che vale per tutto il Paese.
Su questo, quindi, lavoriamo insieme.
Questa è una questione decisiva e portarla fuori dagli ambiti degli addetti ai lavori è importante per far capire che opportunità si possono aprire.

Video dell’intervento conclusivo»

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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