Giornata contro la violenza alle donne
Raccogliamo un po' di commenti e di impegni delle donne che operano nelle istituzoni nella giornata contro la violenza alle donne.
Arianna Censi: Il 25 novembre non ha nulla di rituale i dati, le statistiche cristallizzano una contabilità del dolore, della sofferenza della morte di troppe donne. Affetti devastati da una violenza così grande e spesso così ignorata. Il tema lo dico sempre è culturale e la politica deve porre al centro della sua azione scelte decise contro la violenza sulle donne. Sono in questi giorni impegnata nella scrittura dello statuto di Città metropolitana e sono certa che la commissione ed il Consiglio introdurranno un chiaro impegno in questa direzione in particolare assumendo i principi della Convezione di Istanbul nel suo testo. Qui un po' di dati sul tema della violenza alle donne»
Sara Valmaggi: “La prima volta è stato perché avevo messo al posto sbagliato un mestolo. Sento ancora il rumore dei colpi sulle orecchie. Dopo mi ha detto:’ Mi devi ringraziare, ti ho picchiata dove hai i capelli, così non si vede’.
Si è aperta con queste parole questa mattina nell’aula del Consiglio la cerimonia di celebrazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne . In aula, dopo gli interventi istituzionali è stato letto un testo “In nome delle donne”, curato da Alessio Pizzech e Clara Galante, che racconta con le dure e crude parole delle donne che l’hanno vissuto, il dramma della violenza, un dramma spesso sopportato nel silenzio e nella solitudine. Il 93% delle donne che subiscono violenza non presentano denuncia. Quelle che lo fanno, inoltre, non trovano un efficace e adeguata risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto. Nel 2013 il 51,9% delle donne future vittime di omicidio aveva segnalato o denunciato alle istituzioni le violenze subite. E proprio su questo punto, come ho ribadito questa mattina nel mio intervento in Consiglio, si deve direzionare il nostro impegno. La legge regionale contro la violenza sulle donne approvata nel 2012 deve essere pienamente applicata. La necessità è quella che al più presto arrivino alle strutture che operano contro la violenza i fondi a loro destinati, sia dal Governo che dalla Regione. Il sostegno alle donne non può che partire da qui.
L’obiettivo deve essere prima di tutto quello di andare oltre l’emergenza, radicare una cultura del rispetto, e della differenza di genere, cultura che, nonostante i tanti proclami fatica ad affermarsi. Per questo sono necessari interventi diffusi di prevenzione e formazione, a partire dai più giovani.
Patrizia Toia: Ogni giorno In Europa sette donne muoiono a causa della violenza domestica. Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e io ho aderito alla campagna promossa dalla presidente delle donne del Pse, l'eurodeputata ungherese Zita Gurmai. Però è vietato fare commemorazioni se non si fanno gesti concreti e scelte coerenti, per quanto mi riguarda continuerò a chiedere alla Commissione una direttiva europea ad hoc perché non tutti i Paesi membri hanno leggi chiari e serie. Lo scorso 25 febbraio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per chiedere alla Commissione un'iniziativa legislativa sulla materia, la ratifica della convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e l'istituzione di un Anno europeo per la cessazione della violenza contro le donne.
Emilia De Biasi: Oggi è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Una donna uccisa ogni due giorni comincia ad essere sconcertante per un paese che vuole dirsi civile. Da questo punto di vista metto a disposizione l'impegno delle istituzioni, del Senato e, in particolare, della Commissione sanità che ho l'onore di presiedere, affinchè questa violenza abbia una fine.
Anche il consigliere regionale della Lombardia Carlo Borghetti ha partecipato alla campagna di sensiblizzazione della giornata: