Addio al Consiglio provinciale
Il Consiglio provinciale di Milano è stato sciolto per non essere più ricostituito, in vista della trasformazione della stessa Provincia di Milano in Città metropolitana. Le prime elezioni per il Consiglio provinciale si tennero nel marzo del 1860, un anno prima della proclamazione del Regno d'Italia, e la presidenza del neonato organismo venne assunta dal conte Cesare Giulini della Porta, già attivo animatore delle Cinque giornate e giurista insigne. Alla guida dell'esecutivo provinciale, come delegato del Governo, nientemeno che Massimo d'Azeglio.
Non scrivo queste cose per deplorare la decadenza dei tempi e degli uomini, anche se è fuori dubbio che il mandato quinquennale che si sta esaurendo sia stato segnato dall'immobilismo e dall'incapacità amministrativa.
Si chiude una storia, quindi, che ha anche fatto registrare momenti di grande scuola amministrativa, avendo ai vertici di Palazzo Isimbardi, nel corso degli anni, personalità del calibro di Filippo Meda, Baldo Rossi, Giordano Dell'Amore, Erasmo Peracchi e Roberto Vitali.
Ora se ne apre un'altra, quella della Città metropolitana, che chiede in primo luogo agli amministratori comunali di farsi carico di un nuovo modello di progettualità di area vasta per dare ai cittadini servizi migliori, un nuovo modello di pianificazione del territorio ed una nuova concezione dei rapporti fra centro e periferie.
E 'una sfida, e come tutte le sfide deve essere raccolta fino in fondo.
Sul tema della città metropolitana segnaliamo anche gli interventi di Lorenzo Gaiani, Pietro Bussolati e Franco Mirabelli al dibattito che si è svolto in un circolo PD di Milano (file PDF)»
Sul tema della città metropolitana segnaliamo anche gli interventi di Lorenzo Gaiani, Pietro Bussolati e Franco Mirabelli al dibattito che si è svolto in un circolo PD di Milano (file PDF)»