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Una settimana d’ordinaria amministrazione

Written by Emilia De Biasi.

Emilia De BiasiArticolo pubblicato da Rolling Stone.
Il dibattito sul superamento del Senato ferve e si innervosisce, e la imminente campagna elettorale per le europee non aiuta la distensione. Sono stati presentati diversi disegni di legge oltre quello del Governo, e fra questi anche uno che propone l’abolizione della Camera, ovviamente presentato da un senatore. Si prospettano tempi duri. Spero solo che i toni siano adeguati all’importanza di una modifica della Costituzione e non da show di Crozza, che fa il suo lavoro, mentre il ruolo del legislatore dovrebbe essere un po’ più serio e argomentato.
Per esempio la smetterei di dire che le modifiche costituzionali servono a risparmiare soldi, perché la Costituzione è il patto che lega i cittadini fra loro, e le istituzioni non sono enti inutili. Si possono modificare, si può abolire il bicameralismo perfetto, si possono affidare ad una sola Camera la fiducia e il bilancio, ma non si può dire che tutto questo viene fatto in nome dei soldi!
Dopo il predicone laico ecco quello religioso: la Messa per i parlamentari celebrata da Papa Francesco, una gelida, ferma e implacabile sfuriata. Roma quella mattina era fredda e piovosa. L’appuntamento era per le 6.40 ora ultimativa in San Pietro, davanti al bellissimo altare del Bernini, quello dietro il baldacchino. Ancora assonnati, ma curiosi e motivati siamo arrivati, ognuno portando un accompagnatore, io il fidanzato, e abbiamo preso posto dopo un’ordinata e silenziosa fila. Dopo poco arriva Papa Francesco e celebra con sguardo serissimo e raccolto, non oso dire altro, una Messa brevissima e un commento alle Scritture che ha fatto dire a tutti i media del mondo che, insomma, il Papà era proprio arrabbiato con i politici. Non so se sia del tutto vero, sta di fatto che ci sono rimasta male. Ma come, neanche un sorriso? Il fidanzato l’ha buttata in teologia e ha cercato spiegazioni mistiche. Io, più prosaica mi sono detta che era giusto che colpisse la corruzione e la distanza fra il potere e il popolo, ma che in fondo avrebbe pure potuto dare un briciolo di speranza alle persone perbene lì presenti. Niente. Finita la Messa ha preso e se ne è andato a incontrare Obama, con cui è stato fotografato sorridente. Eh no, pure lui é un politico! Non vale.
Consolatami con un cornetto e un caffè sono tornata al senato per assistere alla performance celebrativa della giornata mondiale del teatro. E anche lì una bella botta: ho rivisto tutti i miei amici della cultura, baci, abbracci, ci manchi, anche voi mi mancate, sentiamoci… Sì, come si dice fra vecchi amici che sanno che non sarà facile rivedersi perché la vita li ha portati in direzioni diverse… Lacrimuccia, malinconia, ma la vita continua!
Non c’è tempo per fare nulla che non sia lavoro, e le settimane volano affannate. Nemmeno lo spazio per un parrucchiere. Mi chiedo come fanno quelle che son sempre a posto, tutte a modino, coi capelli puf puf, tutte donna donna. Quindi, con i capelli che sembro mia nonna, un ginocchio dolente, e dunque senza tacchi, un giacchino dello stesso colore delle scarpe, unico patetico vezzo, mi becco i complimenti di un mio collega che mi dice ” presidè, oggi sei medievale”, non chiedo se per la tenuta o per l’età, e mi reco all’incontro con Phyu Phyu Thin, deputata birmana. Un incontro di grande valore e drammaticità, di quelli che fanno passare in secondo piano tutti i problemi del nostro opulento e sprecone occidente. La Birmania è in uno stato tremendo, la transizione alla democrazia è difficile, l’AIDS prolifera e cresce la pedofilia. Non c’è acqua corrente né energia elettrica per tutti. Mancano ospedali e farmaci. Phyu Phyu Thin paga di tasca sua le cure per i malati e li ospita in casa. Povertà, malattie, mancanza di diritti. Che aspettiamo a dare una mano?
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