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Chiaravalle, rifugio di donne vittime di violenza

Written by La Stampa.

Milano
Articolo di La Stampa.

Per anni è stato uno dei più importanti investimenti della ‘ndrangheta in Lombardia. Da domenica, diverrà un luogo unico nel suo genere: il contenitore di un melting pot dove vivranno settanta persone provenienti da tutto il mondo, oltre che uno spazio di relazioni e accoglienza diffusa.
“Casa Chiaravalle”, l’immobile più esteso mai confiscato a un’organizzazione criminale in Lombardia, torna a disposizione dei milanesi. E lo fa con una veste nuova, che di fatto dovrebbe essere assunta a modello ogni qual volta ci si trova a dover trovare una nuova collocazione a un bene confiscato. La struttura - 1300 metri quadri di immobili, 700 di capannoni, tre ettari di giardino e sette di terreno a uso agricolo - sarà affidata a «Passepartout - Rete di imprese sociali» per accogliere donne italiane e straniere vittime di violenze, in compagnia dei loro nuclei familiari.
A Chiaravalle ci sarà la loro nuova casa, ma non solo: anche una vetrina di riscatto e giustizia sociale come mai hanno avuto prima.
L’intento, dice Silvia Bartellini, alla guida del network di cooperative sociali che lavoreranno al fianco delle donne, è quello di «dimostrare che le pratiche di buona accoglienza mettono al centro le persone e le loro risorse», da incanalare lungo tre direttrici: socialità, agricoltura e accoglienza.
La realizzazione di questo scrigno del cuore è uno dei capolavori dell’operosità milanese: frutto del cammino condiviso tra i partner istituzionali (Comune di Milano, la Città Metropolitana, MM Società Metropolitana Milanese), il privato sociale e la società civile (l’imprenditore Carlo Todini e il presidente del Banco Popolare di Milano Umberto Ambrosoli hanno avuto un ruolo di primo piano nella rinascita della struttura). A dimostrazione della centralità che Casa Chiaravalle vuole avere nella vita della cittadinanza, la cerimonia di «riconsegna» sarà aperta a tutti a partire dalle 17.
Nel corso del pomeriggio previsti anche un concerto (nell’ambito della rassegna Piano City Milano), un barbecue e un dj set. Cibo e musica: quali migliori elementi per far sbocciare l’integrazione?
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