Patto tra Comune e inquilini morosi per pagare l’affitto
Ci sono voluti 15 anni, ma alla fine il Comune e i sindacati degli inquilini hanno siglato il protocollo d’intesa per il rientro delle morosità delle case popolari gestite da Palazzo Marino. Una cifra monstre che dal 2003 ai giorni nostri è cresciuta esponenzialmente fino ad arrivare a 400 milioni di euro, in parte dovuto alla morosità, in parte alla cattiva conduzione dei precedenti gestori e, almeno la metà, agli abusivi e ai decadenti (persone che non hanno più titolo a vivere negli alloggi popolari). Chiaramente queste ultime due categorie non rientrano nel piano di rientro volontario. Palazzo Marino stima che le famiglie coinvolte nel piano di rientro siano circa 23 mila su 27 mila alloggi.
«Non sono tutte famiglie che non hanno mai pagato — ha precisato l’assessore alla Casa, Gabriele Rabaiotti — c’è anche la partita dei conguagli che fa alzare il numero delle famiglie. La morosità riguarda una famiglia su quattro che mediamente non paga».
«Non sono tutte famiglie che non hanno mai pagato — ha precisato l’assessore alla Casa, Gabriele Rabaiotti — c’è anche la partita dei conguagli che fa alzare il numero delle famiglie. La morosità riguarda una famiglia su quattro che mediamente non paga».
Entro il 30 aprile il Comune, tramite il gestore Mm, si è impegnato a inviare a tutti gli inquilini un’informativa relativa al piano. Gli interessati avranno tempo per decidere il da farsi fino al 31 dicembre: se entro la scadenza non dovesse arrivare l’adesione scatterà il programma di riscossione coattiva. In caso invece di accettazione il Comune e Mm formuleranno la proposta del piano di rientro che preciserà l’ammontare complessivo del debito e il numero di rate previste (il loro numero massimo è stato portato da 24 a 120 con due delibere, una di giunta e una consiliare, già nei mesi scorsi).
Ogni rata non potrà comunque essere superiore a un ottavo del reddito medio mensile del nucleo familiare. Verrà istituita anche una commissione consultiva che avrà il compito di vagliare le situazioni eccezionali di sopravvenuta insostenibilità del piano. Il protocollo salvaguarda le posizioni più fragili, prevedendo maggiori facilitazioni per le aree di protezione (Isee Erp fino a 9 mila euro) e di accesso (Isee Erp tra i 9 e i 14 mila euro). «È stata una questione intricata — spiega Rabaiotti — che il passare degli anni ha contribuito a peggiorare. Rinviando le scadenze e a prorogando i termini abbiamo solo fatto crescere il debito. Adesso si apre una nuova fase. Vogliamo sanare una situazione gravosa per tutti e ristabilire relazioni corrette tra il Comune e i suoi inquilini». Dall’altro lato del tavolo, i sindacati della casa: Sunia, Sicet, Uniat, Unione inquilini e Conia. «La firma di questo accordo è un risultato importante. Grande parte delle nostre richieste è stata accolta. Ora gli inquilini avranno chiarezza del debito da rateizzare potranno contestare l’entità del debito, verificarlo o ricalcolarlo presentando apposita documentazione».