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L'Italia al centro delle proposte del PD

Written by Chiara Braga.

Chiara BragaIn questi giorni hanno avuto inizio le consultazioni del Presidente della Repubblica in vista della formazione di un possibile Governo.
Da tempo non si registrava un situazione così incerta, frutto del quadro uscito dalle elezioni del 4 marzo.
Come era ampiamente prevedibile, quello che è stato definito “il primo giro” non ha prodotto nessun affidamento di incarico da parte del Presidente Mattarella a nessun rappresentante delle parti politiche ascoltate.
Sicuramente un bagno di realtà per tutti, in primis per coloro che all’indomani delle elezioni si sentivano già a Palazzo Chigi.
Dal 4 marzo è uscito uno scenario di “vincitori a metà” e nella fase post elettorale – o forse sarebbe più onesto chiamarla di prosecuzione impropria della campagna elettorale – le nebbie non si sono diradate granché. Il PD ha giustamente interloquito con il Presidente della Repubblica rappresentando una posizione condivisa, di responsabilità istituzionale ma anche di riconoscimento dell’esito elettorale; la portata della sconfitta è tale che tocca ad altri avanzare proposte sulla formazione di un esecutivo.
Ha fatto bene il segretario reggente Martina a sottolineare con forza i contenuti che come PD riteniamo prioritari e fondamentali per il futuro dell’Italia: la lotta alla povertà con il raddoppio delle risorse del reddito d’inclusione, fortemente voluto da noi e già pienamente operativo, la tenuta dei conti pubblici per non chiedere altri sacrifici agli italiani, la gestione dell'immigrazione e l’impegno europeista per noi discrimine fondamentale. Il nostro ruolo di minoranza non può prescindere dall’affermare con forza le nostre posizioni, rispetto alle altre forze politiche e soprattutto per chiarezza verso i cittadini.
Abbiamo ribadito la nostra responsabilità nei confronti del Paese e la massima attenzione alle indicazioni che il Presidente della Repubblica trarrà da questi giorni di riflessione e dalla nuova fase di ascolto dei partiti. Ma è altrettanto evidente che non possiamo rimanere indifferenti all’arroganza con cui soprattutto il Movimento 5 Stelle pensa di poter gestire questa fase: prima i veti posti alla figura del segretario dimissionario, poi l’accusa al Partito Democratico di essere 'responsabile del fallimento delle politiche di questi anni' per bocca di Danilo Toninelli, capogruppo grillino al Senato. E la totale incoerenza di proporre, indifferentemente, ipotetiche alleanze alla destra di Salvini e al Partito Democratico, come se non contassero nulla il merito delle proposte programmatiche e il posizionamento su temi strategici, dall’Europa alle politiche economiche.
Ho la sensazione che questo gioco non potrà durare ancora a lungo; la campagna elettorale è finita, da tempo. Ora è arrivato il momento di esercitare la responsabilità che il Paese, con il voto, ha attribuito ai suoi rappresentanti nelle istituzioni. Un banco di prova impegnativo, per tutti, anche per il PD.
Non ho parlato qui delle questioni che stanno animando il dibattito interno del nostro Partito; non che non ce ne sia bisogno, anzi. Tra due settimane è stata convocata, come da Statuto, l’Assemblea nazionale per definire i passaggi successivi alle dimissioni del segretario nazionale. Anche ieri sera, durante uno degli incontri territoriali con i nostri iscritti ed elettori, ho raccolto un forte richiamo a rimboccarsi le maniche (e soprattutto a “non fare ca….te”!) per rilanciare il progetto del PD ed affrontare i nodi irrisolti che ci hanno impedito di essere convincenti nei confronti degli elettori. Credo che questo sia un compito per tutti; e forse, anche in questo caso, qualche giorno di riflessione e ascolto può farci bene.

Per seguire l'attività di Chiara Braga: sito web - pagina facebook

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