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Previsioni per il Nord

Written by Vincenzo Ortolina.

Vincenzo OrtolinaLe previsioni di Pagnoncelli riportate dal Corriere della Sera segnalano dunque come probabile primo partito in Lombardia la Lega Nord. Cioè, il partito del presidente uscito (temporaneamente?) di scena in modo un poco misterioso.
Presidente di una Regione che in questi anni non ha certo brillato per scelte davvero qualificanti. Un solo esempio, nel campo che assorbe la gran parte del bilancio regionale: la sanità.
La situazione nei “Pronto soccorso” degli ospedali è spesso drammatica (non pochi di noi, credo, l’hanno verificata sulla propria pelle o quella dei familiari), e i tempi di attesa per le visite specialistiche per talune patologie in particolare restano tuttora quasi biblici: anche più di un anno.
Certo, se ci vai “a pagamento”, il discorso cambia. Eppure, le elezioni del 4 marzo si giocheranno principalmente, sia a livello regionale (per le due regioni interessate) che nazionale, su un altro tema: quello dell’immigrazione. E sulle paure che essa suscita. Una paura che pervade molta parte del Paese, e che ha ripercussioni peculiari al Nord, dove il messaggio che sta passando è: tu, uomo del Nord, e anche tu, uomo del Sud venuto quassù a lavorare a quei tempi, vi siete fatti un mazzo tanto, riuscendo a raggiungere una posizione, e adesso arrivano questi qui e vi portano via, in un modo o nell’altro, una fetta della vostra ricchezza. Di più, questi sono anche quasi tutti stupratori e spacciatori, e pertanto dovete stare molto attenti a proteggere in particolare i vostri figli/e ogni giorno.
Infine, sono pure mussulmani, mentre noi siamo buoni cristiani (anche se lo siamo forse solo nominalmente-ndr), e riteniamo che non ci possa essere alcun dialogo e alcun confronto con chi pratica una religione così diversa dalla nostra. Qual è allora il partito più osmotico a chi la pensa in questo modo se non, in primis, quello di Salvini? Certo, c’è anche Silvio, il quale, solito furbastro, diciamo così, fiutata l’aria cerca di provare a scavalcare a destra il capo della Lega (e -nota di redazione- per tener buoni i cattolici che fanno combutta con lui, blatera di voler cancellare la legge sulle ‘unioni civili". Sommando allora i voti di Lega Nord, di Forza Italia, e della destra più a destra, compresi i nostalgici del motto “Dio, patria e famiglia” (o quasi), è ovvio che le probabilità di vittoria di tale coalizione siano alte. Anche in Lombardia, nonostante la Lega esprima al vertice la candidatura di quel signore che difende la “razza” bianca. Ecco allora che, e torno “in medias res”, affermare, come si fa ossessivamente alla sua sinistra, che il Pd ha perso e perderà perché Renzi (che io non ho votato alle primarie, non volendo scegliere tra i tre candidati, ribadisco per far capire che la mia non è una posizione aprioristica pro segretario nazionale) ha spostato il partito a destra -operazione che peraltro non servirebbe per prendere voti perché, nella situazione data, l’elettore di destra preferisce l’originale alla copia-, a me sembra, detto francamente e senza offesa per alcuno, una sciocchezza. O comunque un’esagerazione intollerabile. Perché, per esempio, sulla vicenda “barconi” (uso questo termine a mó di ”simbolo". Renzi (il quale ha pur commesso qualche errore, nella gestione della sua segreteria) e il Pd non ragionano allo stesso modo della destra. So poi perfettamente che, in realtà, i problemi quotidiani della gente non hanno relazione alcuna o quasi con la vicenda immigrati, e che anche su questi problemi si dovrebbe discutere a fondo e seriamente, in campagna elettorale. Al riguardo, però, solo per fare un esempio, voglio segnalare che, sul job’s act, considerato ‘famigerato’, a sinistra, la posizione di Cisl e Uil non è quella della Cgil. E dunque? Le prossime elezioni, ribadisco, sono però del tutto particolari. Saranno cioè dominate sul piano mediatico e persino su quello psicologico dal tema dei ‘guai’ dell’immigrazione. E se saranno vinte davvero dalla destra (o da Cinquestelle) sarà un disastro. E’ in ragione di ciò che personalmente mi aspettavo che le formazioni di centrosinistra e di sinistra, avendo piena consapevolezza di questo, unissero gli sforzi per tentare, insieme, di frenare, appunto, l’ondata di destra e dei populisti. Destra e populisti, oltre a tutto, in vena di sparare promesse impossibili. Una unione, certo, in nome dell’antifascismo (l’assenza del Pd a Macerata, dove ha un proprio sindaco, è un episodio che chi ha vera intelligenza politica credo possa capire, considerato anche che, in ogni caso, i ‘democratici’ manifesteranno, sul tema, a Roma, il 24), tenuto conto anche dei crescenti, gravi fatti che sappiamo; nel nome dell’antirazzismo, e credo che ci intendiamo; nel nome di un maggiore, assoluto impegno per l’Europa, giusto anche nella prospettiva di avere un’istituzione sovranazionale forte, in quanto tale capace di trovare una soluzione “giusta” e non disumana sul tema “de quo”, che coinvolga obbligatoriamente tutti i Paesi dell’Unione. Nel nome, infine, di una politica realista, pur se debitamente orientata alla soluzione dei maggiori problemi “sociali”. LeU rimprovera tra l’altro a Renzi di aver portato il Pd dal 40% delle elezioni per il parlamento UE a poco più del 20% previsto dai sondaggi per il 4 marzo (ma al riguardo si dovrebbero considerare anche, pur se non avrebbe senso sommarle tout court le previsioni per la lista Bonino e le altre liste di centro sinistra, che nel 2014 non c’erano. Come non era ancora avvenuta la scissione, nel partito democratico). In proposito penso però sia corretto ricordare che la bomba immigrazione -l’evento, cioè, che sta favorendo le destre in tutta Europa, pur se in realtà il problema più grosso l’abbiamo noi -non era ancora scoppiata, quattro anni fa, con la potenza degli anni immediatamente successivi. L’unione tra centrosinistra e sinistra non si è fatta, ahimé. Tutta colpa di Renzi? Non può essere, via!
E se, alla fine, rileggo il dato del possibile risultato di LeU in Lombardia, di cui alla tabella citata, l’interrogativo mi nasce spontaneo: a che pro?
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