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Credo alla rimonta

Written by Giorgio Gori.

Giorgio Gori
Intervista del Corriere della Sera.

«Consapevoli della sua inconsistenza, gli uomini di Salvini lo tengono nascosto. Si vergognano di lui, perché Fontana è davvero disarmante». Addio aplomb. Secondo il sondaggio Ipsos, Giorgio Gori rimane sei punti sotto il candidato del centrodestra: per tentare la rimonta è ora di essere aggressivi.
È possibile recuperare sei punti in quindici giorni?
«Sì. Il sondaggio pubblicato dal Corriere dice due cose: la prima è che i giudizi sulla credibilità, sul gradimento e persino sull’aspettativa di vittoria nei miei riguardi sono tutti positivi e che per contro i giudizi sono assai severi nei confronti del candidato del centrodestra. I numeri confermano quanto andiamo dicendo: Fontana è inadatto a governare.
Gli uomini di Salvini lo hanno messo sotto tutela, non lo fanno parlare e gli evitano ogni confronto diretto. Aveva detto sì a un dibattito a Como e poi si è rimangiato la parola e così è successo in tv. Pescheremo i voti per la rimonta nel 37 per cento di elettori ancora indecisi».
Che mezzi userete in queste ultime due settimane?
«Finora abbiamo seminato. Abbiamo convinto associazioni, categorie produttive e mondi professionali che con Fontana si rischia un arretramento persino rispetto alla Lombardia di Maroni. Dobbiamo ancora convincere una quota di indecisi a uscire di casa per votare, e per farlo dobbiamo sottolineare le differenze con le Politiche dove non ci sarà un vero vincitore. In Regione invece sì, e per questo, tra le tre, la scheda verde sarà quella davvero importante».
Se l’avversario fosse stato Maroni il gap sarebbe stato più ampio?
«Mi sono candidato contro Maroni e quindi avevo la convinzione che si potesse vincere anche contro di lui. È evidente che Fontana è meno competitivo. Lo avevo incrociato da sindaco alle riunioni dell’Anci e io stesso mi aspettavo qualcosa in più da lui. Me lo immaginavo più sul pezzo, ecco. Lo stesso Berlusconi, quando dice che sono bravo pur avendo sbagliato squadra, di fatto si produce in un mezzo endorsement per me».
Sommando il 4 per cento di Rosati la partita sarebbe davvero in bilico...
«Come è evidente, in Regione i voti al candidato di LeU servono solo a Fontana e Salvini. In Lombardia si è compiuta una scelta autolesionista, che sarà però contraddetta dai loro elettori».
Pensate di recuperare di più tra gli elettori di LeU o tra i cosiddetti moderati?
«Continueremo a raccontare le nostre proposte su ambiente, trasporti, sanità, senza preclusioni verso nessuno».
Lo slogan «Fare, meglio», tanto inviso a sinistra, non lo avete però cambiato...
«E ci mancherebbe altro... Fare è il verbo degli amministratori, mentre meglio è l’avverbio dei riformisti. Due parole che insieme sintetizzano quello in cui crediamo. Perché qui non si tratta di buttar per aria la Lombardia, ma di far funzionare le cose».
Arriverà qualche big a fare campagna elettorale per lei?
«Domani (oggi per chi legge, ndr) sarà qui con me Carlo Calenda, uno dei ministri che meglio esprime il modello di competenza e di buon governo a cui dobbiamo guardare».
È Calenda il leader nazionale su cui puntare?
«Non è l’unico. Martedì prossimo, per dire, arriverà Paolo Gentiloni per un’altra iniziativa».
E Renzi ?
«Non è previsto una nuovo evento con lui. Ma lui è il segretario ed è impegnato nella campagna per le Politiche...».
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