Mobilità metropolitana cercasi
Si fa un gran parlare, in questi ultimi tempi – forse per la concomitanza delle elezioni politiche e regionali, di tariffa unica integrata per il sistema del trasporto pubblico locale, di maggiori investimenti, di ambiente e di inquinamento. Al netto della propaganda politica, si tratta indubbiamente di una cosa buona. Va bene che le forze politiche, di qualsiasi colore, discutano di questi temi, proponendo soluzioni.
Il sistema del trasporto pubblico locale (il TPL) è uno degli indicatori più importati nel definire la competitività e lo sviluppo di una regione, e in particolare delle grandi e complesse aree metropolitane, com’è appunto la città metropolitana di Milano.
Le persone si spostano per lavorare, per studiare, per vivere, e dalla qualità e dall’efficienza del sistema di trasporto pubblico è possibile valutare la qualità e l’efficienza di un territorio, sia nei suoi indicatori sociali ed economici, sia negli indicatori ambientali, di salute pubblica e di benessere delle persone.
Sulla tariffa unica integrata. Da più di due anni la Conferenza dei Sindaci metropolitani concorda e spinge sulla necessità di realizzare un nuovo sistema di tariffazione; la stessa Agenzia di bacino per il TPL fin dallo scorso novembre ha messo al centro dei propri lavori la rivisitazione del Sistema Tariffario per giungere ad una tariffa unica integrata per l’area metropolitana.
Aggiungo che si dovrebbero arretrare i caselli autostradali posti all’interno dei Comuni facenti parte della Città metropolitana di Milano, così come per i mezzi pubblici la tariffa urbana dovrebbe essere estesa oltre il Comune capoluogo.
Sottolineo che la decisone non attiene al Comune di Milano ma è di competenza dell’Agenzia di bacino per il TPL. Non dimentichiamo poi una questione, a volte sottovalutata: ci sono quasi 100 mila persone che ogni giorno escono dal capoluogo (Milano) e vanno verso gli altri Comuni della città metropolitana per lavoro o per studio. Un flusso importante che a volte sfugge nel continuo concentrarsi sulle “entrate” in città. E ciò significa che c’è una domanda di mobilità metropolitana “a doppio senso” a cui è necessario dare risposta.
E anche questo va in direzione di una seria lotta all’inquinamento atmosferico.
Non sono operazioni a costo zero, ma neppure l’inquinamento lo è; e tantomeno la salute dei cittadini. Si tratta di stabilire cosa sia più importante. Il tema non è non quindi se spendere i soldi o meno, ma decidere come spenderli, con quali priorità.
Tali interventi darebbero uno straordinario impulso all’integrazione dello sviluppo urbano e territoriale tra il Comune di Milano e l’area metropolitana, con l’obiettivo di fornire indirizzi di programmazione e servizi su scala sovracomunale da cui cittadini, imprese ed istituzioni trarranno beneficio.
Ci sono esempi virtuosi in giro per l’Europa, da Stoccarda a Lione, seguiamoli. Perché, alla fine, la domanda che dobbiamo farci è: quale modello di mobilità metropolitana vogliamo?
Perché governo della mobilità e trasporto pubblico sono legati, interdipendenti.
E prima lo capiscono le istituzioni, tutte le istituzioni (Governo, Regione, Comuni), prima si potrà affrontare i problemi e risolverli. Bisogna aumentare le risorse al trasporto pubblico locale, investire, per farne un sistema di mobilità efficiente e a livello di un’area metropolitana di grande sviluppo qual è quella milanese.
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