Europa, lavoro e protezione sociale
'Se Di Maio non vincerà, il M5s esploderà. Il 5 marzo è un match point contro Grillo. Le liste grilline? Uno non vale uno', dice Matteo Renzi in un'intervista a Claudio Cerasa sul Foglio. 'Sono d'accordo con Paolo Gentiloni quando dice che il M5s non ha possibilità di arrivare al governo, a meno che dopo le elezioni non faccia accordi con qualcuno, che poi per me significa fare l'accordo con la Lega. Ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che il 4 marzo l'Italia avrà una grande occasione: giocare il suo match point per sconfiggere in modo definitivo il M5s. Se non otterrà la prima posizione assisteremo a uno scontro selvaggio dentro quell'esperienza. Perché se sarà il primo partito probabilmente non governerà non riuscendo a creare coalizione. Ma se addirittura sarà secondo - dopo il Pd che oggi è distanziato di meno di due punti nei sondaggi, e quindi è lì, a un passo - il dato politico sarà definitivo'.
D'altra parte, secondo Renzi, 'il partito guidato da Di Maio è governato da una somma di contraddizioni, non di idee, e a mio avviso è inevitabilmente destinato ad esplodere, se non vince'. Una dimostrazione anche nelle liste, secondo il leader del Pd. 'Erano partiti dall'idea romantica dell'uno vale uno, sono arrivati ad avere un capo politico teleguidato chissà da chi che sbianchetta in segreto le liste nascondendosi dietro l'alibi di un software. Ma per far esplodere del tutto le contraddizioni per il Pd è fondamentale stare di fronte a loro alle elezioni anche di uno zero virgola. E chi considera il M5s e il populismo come il vero nemico da battere oggi ha una sola scelta: votare per il Pd. Sia detto chiaro a chi teme l'avanzata del populismo: o li sconfigge il Pd o loro canteranno comunque vittoria'. Quanto al centrodestra, il segretario del Pd mette in guardia dal pericolo di una 'trazione salviniana'. 'In molti collegi un voto a Fi è un voto che va alla Lega di Salvini. Così come se mi è consentito anche un voto che va al partito di D'Alema, che nei collegi uninominali non ha alcuna speranza di eleggere parlamentari, è un voto regalato al centrodestra di Salvini. E un voto che va a Salvini è un voto che va a un partito guidato da un leader che, per capirci, sostiene il no all'obbligatorietà dei vaccini, che si presenta alle elezioni con il volto di chi vuole fare pulizia in Italia quando invece non è riuscito a fare pulizia neppure nel proprio partito e che ha un'idea d'Europa quantomeno curiosa: un anti europeista che diventa europeista ogni 27 del mese solo per incassare lo stipendio da europarlamentare e che negli altri giorni del mese invece non tocca palla su nessun dossier. Mai'. Renzi replica alla proposta dei dazi alla Trump. 'Pensare di mettere i dazi in un paese come l'Italia che vive anche di export significa non sapere neppure come funziona il nostro paese e significa non rendersi conto che un dazio è la misura più anti italiana che possa esistere. Le aziende del Nord Est crescono perché sono straordinarie realtà globali: se crei un mercato chiuso le uccidi. Ecco: se devo pensare al politico più distante da me in questa campagna elettorale, penso a Salvini. Io provo a scommettere sull'Europa per costruire un sogno. Lui scommette sull'Europa solo per evocare l'incubo della paura'.
D'altra parte, secondo Renzi, 'il partito guidato da Di Maio è governato da una somma di contraddizioni, non di idee, e a mio avviso è inevitabilmente destinato ad esplodere, se non vince'. Una dimostrazione anche nelle liste, secondo il leader del Pd. 'Erano partiti dall'idea romantica dell'uno vale uno, sono arrivati ad avere un capo politico teleguidato chissà da chi che sbianchetta in segreto le liste nascondendosi dietro l'alibi di un software. Ma per far esplodere del tutto le contraddizioni per il Pd è fondamentale stare di fronte a loro alle elezioni anche di uno zero virgola. E chi considera il M5s e il populismo come il vero nemico da battere oggi ha una sola scelta: votare per il Pd. Sia detto chiaro a chi teme l'avanzata del populismo: o li sconfigge il Pd o loro canteranno comunque vittoria'. Quanto al centrodestra, il segretario del Pd mette in guardia dal pericolo di una 'trazione salviniana'. 'In molti collegi un voto a Fi è un voto che va alla Lega di Salvini. Così come se mi è consentito anche un voto che va al partito di D'Alema, che nei collegi uninominali non ha alcuna speranza di eleggere parlamentari, è un voto regalato al centrodestra di Salvini. E un voto che va a Salvini è un voto che va a un partito guidato da un leader che, per capirci, sostiene il no all'obbligatorietà dei vaccini, che si presenta alle elezioni con il volto di chi vuole fare pulizia in Italia quando invece non è riuscito a fare pulizia neppure nel proprio partito e che ha un'idea d'Europa quantomeno curiosa: un anti europeista che diventa europeista ogni 27 del mese solo per incassare lo stipendio da europarlamentare e che negli altri giorni del mese invece non tocca palla su nessun dossier. Mai'. Renzi replica alla proposta dei dazi alla Trump. 'Pensare di mettere i dazi in un paese come l'Italia che vive anche di export significa non sapere neppure come funziona il nostro paese e significa non rendersi conto che un dazio è la misura più anti italiana che possa esistere. Le aziende del Nord Est crescono perché sono straordinarie realtà globali: se crei un mercato chiuso le uccidi. Ecco: se devo pensare al politico più distante da me in questa campagna elettorale, penso a Salvini. Io provo a scommettere sull'Europa per costruire un sogno. Lui scommette sull'Europa solo per evocare l'incubo della paura'.