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Mettiamo in campo una squadra

Written by Ettore Rosato.

Ettore Rosato
Intervista della Stampa.

Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, Gentiloni ha fatto un discorso tutt’altro che formale alla conferenza stampa di fine anno. E’ un Pd sempre più a «due punte»?
«Discorsi di forma non li hanno mai fatti né lui né Renzi, abbiamo sempre badato alla sostanza e mi sembra che questo governo si sia mosso esattamente in questa direzione. Siamo l’unico partito che mette in campo una squadra, non solo Gentiloni e Renzi, ma tante altre personalità. Persino alla nostra sinistra c’è una politica che si occupa sempre più di personalizzazione con i nomi nelle liste elettorali…».
Ce l’ha con Grasso che ha messo il nome sul simbolo?
«Per esempio».
Parla del Pd come squadra, ma Gentiloni ha definito «non utilissime» le audizioni nella Commissione parlamentare sulle banche, che invece Renzi rivendica…
«Si tratta di due cose diverse: una cosa è difendere l`utilità del lavoro di una commissione parlamentare, altro è parlare dell`utilità di alcune audizioni. Del resto tra di noi siamo abituati a dire quello che pensiamo. Capisco il mestiere del giornalista che vuole sempre trovare la divisione del Pd. Ma noi siamo più preoccupati per il Paese che nel fare distinguo tra di noi».
Veramente è stato Gentiloni a ricordare di non aver condiviso la mozione Pd su Bankitalia…
«Ha risposto a una domanda, è un fatto acclarato che ci fossero posizioni diverse su questo. E’ una questione di tre mesi fa di cui abbiamo discusso a lungo. Tutto si è concluso con una scelta del presidente del Consiglio sostenuta da tutto il partito».
È probabile che dopo il voto serva un governo in grado di unire. Gentiloni sembra aver guadagnato i galloni sul campo per questo ruolo…
«Vedremo l’esito del voto. Gentiloni ha guadagnato molti meriti, prima da ministro degli Esteri, oggi da presidente del Consiglio. Ha avuto sempre la fiducia e il supporto del Pd. Ma lascerei al presidente Mattarella lavori che non competono ad altri. Noi comunque andiamo in campagna elettorale per vincere le elezioni, non per cercare un pareggio con qualcuno».
Ma i sondaggi vanno male, come pensate di riconquistare gli elettori?
«Sono gli stessi sondaggi che ci impaurivano nella campagna elettorale delle europee. Certo, siamo consapevoli che governare non sempre porta consenso. Racconteremo di un Paese che era in recessione e in cui aumentava la disoccupazione, dove oggi il lavoro cresce e la nostra economia è quinta al mondo per valore dell`export. Poi, certo, c’è ancora molto da fare. Il lavoro della campagna elettorale sarà raccontare progetti credibili e cose necessarie all’Italia».
Gentiloni rivendica: ho fatto pochi annunci, ma parecchi risultati. Uno stile diverso…
«Sì, uno stile diverso da Berlusconi, da Di Maio, che fanno una politica degli annunci faraonici, peraltro senza spiegare dove trovano i soldi».
Possibile un’intesa con Grasso dopo il voto?
«Per noi resta naturale guardare a sinistra, anche se servirebbe una sinistra con ambizioni di governo, anziché di testimonianza ideologica su un modello già visto tante volte in Italia».
Da questo punto di vista forse avete pagato l`attenzione su banche e vitalizi, temi dei vostri avversari.
«Sulle banche abbiamo la coscienza pulita, aver fatto riforme che servivano, salvando risparmiatori, correntisti e lavoratori».
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