L'Italia si è messa in moto
“Abbiamo una sinistra di governo che può svolgere un ruolo a servizio del Paese anche in futuro”. Su qesto il premier Paolo Gentiloni è tornato più volte, perché tema centrale che, secondo il premier, deve rimanere ben chiaro anche in campagna elettorale affinché il Pd recuperi consensi, dimostrando, inoltre, di essere “una forza tranquilla di governo” perché le “divisioni sono dannose”.
Questi punti, insieme a quanto portato a casa dal governo, possono essere le carte da giocare nella imminente campagna elettorale. E Gentiloni nella conferenza stampa di fine anno (video dell'intervento) ha ribadito i successi dell’esecutivo. “Vi assicuro – ha aggiunto – che il governo non tirerà remi in barca. Il governo governerà”.
Crescita, aumento dei posti di lavoro, diminuzione del debito ma con interventi importanti a livello sociale. E poi i diritti con la nota amara della mancata approvazione dello Ius soli per la quale i numeri in Senato non c’erano. “Abbiamo evitato interruzioni brusche in un momento delicato per nostro Paese. Sarebbe stato grave e devastante arrivare a interruzioni traumatiche. L’Italia si è rimessa in moto dopo più grave crisi dopoguerra”.
Il presidente del Consiglio ha rivendicato quanto fatto da governo e Parlamento in questi anni. Sebbene sia stata una legislatura strana, è stata fruttuosa. Un lungo intervento, ma importante, perché oltre ad essere quello di fine anno, segna anche la fine di questa legislatura. Poi ci sarà la campagna elettorale alla quale Gentiloni parteciperà
Io naturalmente oltre a svolgere mio ruolo fondamentale di pres del Consiglio, seppure in contresto camere sciolte, darò contrinuto a camp elettorale del Pd. Le formule il modo le discuteremo. Il contributo ci sarà non è necessario i governi non sono super partes, fanno riferimento a una maggioranza. è normale avere un ruolo in campagna elettorale
Ecco quali sono stati i temi principali, in cinque punti, che il premier ha affrontato in conferenza stampa di fronte ai giornalisti a Montecitorio.
Sinistra di governo e campagna elettorale - “Il mio messaggio è un messaggio condiviso dal Pd: in Italia abbiamo una sinistra di governo che può svolgere un ruolo a servizio del Paese anche in futuro. Saranno i numeri a stabilire se questo possa accadere. Ma avere questa credibilità è un patrimonio sia per il Pd che per il Paese”. Una sinistra di governo che “ha coinvolto per l’intera legislatura anche una parte consistente degli amici che negli ultimi due mesi hanno deciso diversamente per motivi che non spetta a me individuare”. E “anche se si ragiona guardando al futuro di alleanze è importante il riconoscimento di una forza di una sinistra di governo. Se questo pilastro si indebolisce, qualsiasi discorso sulle alleanze future si indebolisce”.
“Siamo una forza tranquilla di governo – ha ribadito più volte Gentiloni – Questo è il messaggio che il Pd deve trasmettere. Così può recuperare consensi. La storia delle divisioni nella sinistra italiana ha due chiavi lettura: la prima è i danni che queste divisioni provocano alle grandi forze più o meno storiche; la seconda è che non sempre promuovere le divisioni porta il successo”, ha detto con un chiaro riferimento alla scissione che ha portato alla nascita di Liberi e Uguali.
Sulla possibilità di larghe intese tra Pd e Forza Italia o tra i dem e la sinistra di Grasso, Gentiloni ha aggiunto: “Io mi occupo del governo di oggi, che è abbastanza, poi mi auguro che il Pd abbia un buon risultato e che questo faciliti la costruzione di un governo”.
Per quanto riguarda i prossimi mesi, “oltre a svolgere mio ruolo fondamentale di presidente del Consiglio, seppure in un contesto di Camere sciolte, darò il mio contributo alla campagne elettorale del Pd. Le formule e il modo li discuteremo, ma il mio contributo ci sarà”. Anche perché “i governi non sono super partes, fanno riferimento a una maggioranza. È normale avere un ruolo in campagna elettorale”.
“Non voglio fare polemica con questo o quel partito, penso che ci sia un interesse generale ad avere una campagna elettorale che limiti per quanto possibile sia la diffusione di paure, la promozione di illusioni, il dilettantismo. Sono rischi che abbiamo di fronte. Più la campagna elettorale sarà lontana dalla facile vendita di paure e da dilettanti allo sbaraglio, meglio sarà per il Paese”.
“Non dobbiamo drammatizzare il tema della instabilità politica – ha detto ancora Gentiloni – dobbiamo farcene carico. Siamo abbastanza vaccinati: io sono il ventottesimo presidente del Consiglio, mentre altri Paesi europei simili al nostro non arrivavano a dieci, quindi la frequenza di cambiamenti di premier non è una cosa di oggi. Questo non ha impedito all’Italia di crescere e di svilupparsi. Siamo in grado di gestire questa situazione. Mi auguro che il rischio di instabilità, che vedo benissimo, venga governato”.
Crescita economica - “Non siamo più fanalino di coda dell’Ue. Siamo fra i quattro o cinque giganti mondiali dell’export. A volte, come si dice a Roma, ‘nun ce se crede’, però dovremmo esserne tutti più consapevoli”.
“Sul piano economico con la nuova legge di Bilancio abbiamo dato seguito a una strategia degli ultimi cinque anni, una strada lunga ma di successo, perché non era facile accompagnare la crescita rispettando le regole e non aumentando le tasse”.
“Per quanto riguarda il deficit – ha aggiunto il premier – l’Italia ha le carte più che in regola. Ma questo non ci ha impedito di partecipare alla crescita dell’Eurozona”.
Banche - “Siamo intervenuti con decisione in una delle più importanti crisi bancarie. Non abbiamo regalato soldi pubblici alle banche, ma abbiamo salvato il risparmio, l’economia di interi territori e abbiamo evitato effetti di sistema. Altro che regalare soldi ai mariuoli. C’è chi dice che le banche restano un problema: cerchiamo di non crearcelo da soli il problema”.
Per quanto riguarda la commissione banche, “ho accolto con sollievo che audizioni siano finite perché non credo siano state utilissime”. E le assenze di alcuni ministri al Cdm in cui il premier Gentiloni confermò Ignazio Visco alla guida di Banca d’Italia potrebber avere un “significato politico”, ha commentato Gentiloni che sulla vicenda del governatore di Bankitalia ha aggiunto: “Il Pd ha preso un’iniziativa parlamentare, io non ne ho condiviso le conclusioni e ho preso una decisione difforme. La politica è fatta di compromessi e comprensione di decisioni degli altri. L’importante che sia abbia a cuore del bene del Paese”.
Diritti - “Il capitolo sui diritti, per quanto incompiuto, è un capitolo storico”, ha detto il presidente del Consiglio ricordando tutte le misure approvate in questa legislatura, dalle unioni civili fino al biotestamento. E poi “sul piano sociale possiamo rivendicare la misura del reddito di inclusione. Nel proliferare di promesse più o meno fantasiose, questa è una misura concreta per una parte consistente delle famiglie in condizione di povertà”. Sulla mancata approvazione dello Ius soli, Gentiloni condivide la delusione di molti, ma ha ribadito l’impossibilità dell’approvazione da parte del Parlamento: “Non siamo riusciti a mettere insieme i numeri sufficienti a farla aprrovare. Chi ci ha lavorato in questi mesi ha fatto una cosa doverosa come il senatore Manconi che più decisamente ha anche criticato le incertezze del governo”. E qui Gentiloni ha ribadito: “Non c’erano incertezze sul contenuto della legge, ma sui numeri in Senato” e “il modo migliore per archiviare la legge per molti anni sarebbe stato proprio quella di farla bocciare”.
Migranti - Sull’immigrazione “abbiamo dimostrato che c’è una strada seria che si può percorrere non per fingere che il problema non esista ma che si può gestirlo in modo umano e sicuro per i nostri cittadini”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di fine anno. “E’ stato il 2017 – ha detto – anche un anno di svolta sull’azione nei temi migratori e di contrasto al traffico degli esseri umani. Siamo un Paese contemporaneamente orgoglioso della nostra capacità di accoglienza, rinnovata anche nella notte di Natale, e orgogliosi di aver dimostrato che è possibile infliggere colpi durissimi ai trafficanti di esseri umani. Si possono fare le due cose insieme, questa è l’Italia, e questa cosa è apprezzata in Europa seppur talvolta da spettatori: meglio spettatori che apprezzano che spettatori che fischiano. Sarà un processo epocale il passaggio da migrazioni incontrollate e illegali a migrazioni legali e sicure, chi parla di cancellare improvvisamente il tema delle migrazioni non conosce l’Africa, non capisce i tempi che servono in questi processi. La transizione dall’illegalità alla legalità è possibile. Lo dimostriamo con il 70% in meno di arrivi da luglio a oggi, con una diminuzione drastica dei morti in mare”.
E proprio in quella direzione va la missione in Niger, “annunciata dal ministro Pinotti in seguito alla richiesta del governo nigerino all’Italia”. In Niger “andremo a fare le cose che l’Italia fa normalmente in questi Paesi. Come stiamo facendo in Libia: “Consolidare il territorio e addestrare militari” anche perché “in Niger si sono concentrati traffici importanti di esseri umani. diverse Forme di jihadismo e il Sahel queste forme jihadiste particolarmente presenti”. “Ho sentite fare strane illazioni sui motivi della scelta – ha detto Gentiloni – alcune spettacolari. Abbiamo interesse italiano evidente di consolidare la capacità nigeriana di controllare il loro territorio. Il Niger è un Paese di transito, se diamo il nostro contrubuto alla sua crescita, facciamo cosa sacrosanta per il Paese”.
Fonte: Democratica
Si impegnerà col Pd in campagna elettorale, non tirerà i remi in barca in quest'ultimo scampolo di governo ed è fiero di quello che il centrosinistra ha fatto - negli ultimi cinque anni - sul tema dei diritti civili. Un capitolo che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni considera storico, per quanto incompiuto a causa della mancata approvazione dello Ius soli.
Questi punti, insieme a quanto portato a casa dal governo, possono essere le carte da giocare nella imminente campagna elettorale. E Gentiloni nella conferenza stampa di fine anno (video dell'intervento) ha ribadito i successi dell’esecutivo. “Vi assicuro – ha aggiunto – che il governo non tirerà remi in barca. Il governo governerà”.
Crescita, aumento dei posti di lavoro, diminuzione del debito ma con interventi importanti a livello sociale. E poi i diritti con la nota amara della mancata approvazione dello Ius soli per la quale i numeri in Senato non c’erano. “Abbiamo evitato interruzioni brusche in un momento delicato per nostro Paese. Sarebbe stato grave e devastante arrivare a interruzioni traumatiche. L’Italia si è rimessa in moto dopo più grave crisi dopoguerra”.
Il presidente del Consiglio ha rivendicato quanto fatto da governo e Parlamento in questi anni. Sebbene sia stata una legislatura strana, è stata fruttuosa. Un lungo intervento, ma importante, perché oltre ad essere quello di fine anno, segna anche la fine di questa legislatura. Poi ci sarà la campagna elettorale alla quale Gentiloni parteciperà
Io naturalmente oltre a svolgere mio ruolo fondamentale di pres del Consiglio, seppure in contresto camere sciolte, darò contrinuto a camp elettorale del Pd. Le formule il modo le discuteremo. Il contributo ci sarà non è necessario i governi non sono super partes, fanno riferimento a una maggioranza. è normale avere un ruolo in campagna elettorale
Ecco quali sono stati i temi principali, in cinque punti, che il premier ha affrontato in conferenza stampa di fronte ai giornalisti a Montecitorio.
Sinistra di governo e campagna elettorale - “Il mio messaggio è un messaggio condiviso dal Pd: in Italia abbiamo una sinistra di governo che può svolgere un ruolo a servizio del Paese anche in futuro. Saranno i numeri a stabilire se questo possa accadere. Ma avere questa credibilità è un patrimonio sia per il Pd che per il Paese”. Una sinistra di governo che “ha coinvolto per l’intera legislatura anche una parte consistente degli amici che negli ultimi due mesi hanno deciso diversamente per motivi che non spetta a me individuare”. E “anche se si ragiona guardando al futuro di alleanze è importante il riconoscimento di una forza di una sinistra di governo. Se questo pilastro si indebolisce, qualsiasi discorso sulle alleanze future si indebolisce”.
“Siamo una forza tranquilla di governo – ha ribadito più volte Gentiloni – Questo è il messaggio che il Pd deve trasmettere. Così può recuperare consensi. La storia delle divisioni nella sinistra italiana ha due chiavi lettura: la prima è i danni che queste divisioni provocano alle grandi forze più o meno storiche; la seconda è che non sempre promuovere le divisioni porta il successo”, ha detto con un chiaro riferimento alla scissione che ha portato alla nascita di Liberi e Uguali.
Sulla possibilità di larghe intese tra Pd e Forza Italia o tra i dem e la sinistra di Grasso, Gentiloni ha aggiunto: “Io mi occupo del governo di oggi, che è abbastanza, poi mi auguro che il Pd abbia un buon risultato e che questo faciliti la costruzione di un governo”.
Per quanto riguarda i prossimi mesi, “oltre a svolgere mio ruolo fondamentale di presidente del Consiglio, seppure in un contesto di Camere sciolte, darò il mio contributo alla campagne elettorale del Pd. Le formule e il modo li discuteremo, ma il mio contributo ci sarà”. Anche perché “i governi non sono super partes, fanno riferimento a una maggioranza. È normale avere un ruolo in campagna elettorale”.
“Non voglio fare polemica con questo o quel partito, penso che ci sia un interesse generale ad avere una campagna elettorale che limiti per quanto possibile sia la diffusione di paure, la promozione di illusioni, il dilettantismo. Sono rischi che abbiamo di fronte. Più la campagna elettorale sarà lontana dalla facile vendita di paure e da dilettanti allo sbaraglio, meglio sarà per il Paese”.
“Non dobbiamo drammatizzare il tema della instabilità politica – ha detto ancora Gentiloni – dobbiamo farcene carico. Siamo abbastanza vaccinati: io sono il ventottesimo presidente del Consiglio, mentre altri Paesi europei simili al nostro non arrivavano a dieci, quindi la frequenza di cambiamenti di premier non è una cosa di oggi. Questo non ha impedito all’Italia di crescere e di svilupparsi. Siamo in grado di gestire questa situazione. Mi auguro che il rischio di instabilità, che vedo benissimo, venga governato”.
Crescita economica - “Non siamo più fanalino di coda dell’Ue. Siamo fra i quattro o cinque giganti mondiali dell’export. A volte, come si dice a Roma, ‘nun ce se crede’, però dovremmo esserne tutti più consapevoli”.
“Sul piano economico con la nuova legge di Bilancio abbiamo dato seguito a una strategia degli ultimi cinque anni, una strada lunga ma di successo, perché non era facile accompagnare la crescita rispettando le regole e non aumentando le tasse”.
“Per quanto riguarda il deficit – ha aggiunto il premier – l’Italia ha le carte più che in regola. Ma questo non ci ha impedito di partecipare alla crescita dell’Eurozona”.
Banche - “Siamo intervenuti con decisione in una delle più importanti crisi bancarie. Non abbiamo regalato soldi pubblici alle banche, ma abbiamo salvato il risparmio, l’economia di interi territori e abbiamo evitato effetti di sistema. Altro che regalare soldi ai mariuoli. C’è chi dice che le banche restano un problema: cerchiamo di non crearcelo da soli il problema”.
Per quanto riguarda la commissione banche, “ho accolto con sollievo che audizioni siano finite perché non credo siano state utilissime”. E le assenze di alcuni ministri al Cdm in cui il premier Gentiloni confermò Ignazio Visco alla guida di Banca d’Italia potrebber avere un “significato politico”, ha commentato Gentiloni che sulla vicenda del governatore di Bankitalia ha aggiunto: “Il Pd ha preso un’iniziativa parlamentare, io non ne ho condiviso le conclusioni e ho preso una decisione difforme. La politica è fatta di compromessi e comprensione di decisioni degli altri. L’importante che sia abbia a cuore del bene del Paese”.
Diritti - “Il capitolo sui diritti, per quanto incompiuto, è un capitolo storico”, ha detto il presidente del Consiglio ricordando tutte le misure approvate in questa legislatura, dalle unioni civili fino al biotestamento. E poi “sul piano sociale possiamo rivendicare la misura del reddito di inclusione. Nel proliferare di promesse più o meno fantasiose, questa è una misura concreta per una parte consistente delle famiglie in condizione di povertà”. Sulla mancata approvazione dello Ius soli, Gentiloni condivide la delusione di molti, ma ha ribadito l’impossibilità dell’approvazione da parte del Parlamento: “Non siamo riusciti a mettere insieme i numeri sufficienti a farla aprrovare. Chi ci ha lavorato in questi mesi ha fatto una cosa doverosa come il senatore Manconi che più decisamente ha anche criticato le incertezze del governo”. E qui Gentiloni ha ribadito: “Non c’erano incertezze sul contenuto della legge, ma sui numeri in Senato” e “il modo migliore per archiviare la legge per molti anni sarebbe stato proprio quella di farla bocciare”.
Migranti - Sull’immigrazione “abbiamo dimostrato che c’è una strada seria che si può percorrere non per fingere che il problema non esista ma che si può gestirlo in modo umano e sicuro per i nostri cittadini”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di fine anno. “E’ stato il 2017 – ha detto – anche un anno di svolta sull’azione nei temi migratori e di contrasto al traffico degli esseri umani. Siamo un Paese contemporaneamente orgoglioso della nostra capacità di accoglienza, rinnovata anche nella notte di Natale, e orgogliosi di aver dimostrato che è possibile infliggere colpi durissimi ai trafficanti di esseri umani. Si possono fare le due cose insieme, questa è l’Italia, e questa cosa è apprezzata in Europa seppur talvolta da spettatori: meglio spettatori che apprezzano che spettatori che fischiano. Sarà un processo epocale il passaggio da migrazioni incontrollate e illegali a migrazioni legali e sicure, chi parla di cancellare improvvisamente il tema delle migrazioni non conosce l’Africa, non capisce i tempi che servono in questi processi. La transizione dall’illegalità alla legalità è possibile. Lo dimostriamo con il 70% in meno di arrivi da luglio a oggi, con una diminuzione drastica dei morti in mare”.
E proprio in quella direzione va la missione in Niger, “annunciata dal ministro Pinotti in seguito alla richiesta del governo nigerino all’Italia”. In Niger “andremo a fare le cose che l’Italia fa normalmente in questi Paesi. Come stiamo facendo in Libia: “Consolidare il territorio e addestrare militari” anche perché “in Niger si sono concentrati traffici importanti di esseri umani. diverse Forme di jihadismo e il Sahel queste forme jihadiste particolarmente presenti”. “Ho sentite fare strane illazioni sui motivi della scelta – ha detto Gentiloni – alcune spettacolari. Abbiamo interesse italiano evidente di consolidare la capacità nigeriana di controllare il loro territorio. Il Niger è un Paese di transito, se diamo il nostro contrubuto alla sua crescita, facciamo cosa sacrosanta per il Paese”.
Fonte: Democratica
Si impegnerà col Pd in campagna elettorale, non tirerà i remi in barca in quest'ultimo scampolo di governo ed è fiero di quello che il centrosinistra ha fatto - negli ultimi cinque anni - sul tema dei diritti civili. Un capitolo che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni considera storico, per quanto incompiuto a causa della mancata approvazione dello Ius soli.
"Ho raggiunto il mio primo obiettivo, una conclusione ordinata della legislatura". Sembra un bilancio minimo, quello che il premier ha deciso di tracciare alla fine del suo percorso a Palazzo Chigi. Ma non lo è. "A qualcuno potrà sembrare una mania - spiega alla conferenza stampa di fine anno (video dell'intervento) - ma c'è di mezzo la Costituzione. Evitare interruzioni brusche della legislatura era fondamentale in un momento delicato, in cui l'economia italiana stava leccandosi le ferite, riprendendo fiato e rimettendosi a correre. Sarebbero stati gravi, direi devastanti, interruzioni traumatiche, esercizi provvisori".
Gentiloni parla di una legislatura fruttuosa e di "un'Italia che si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra" (lasciandosi sfuggire, citando i numeri della ripresa, un romanesco "nun ce se crede"). Il merito principale però, spiega con perfetto understatement, "è delle famiglie italiane, delle imprese italiane, del lavoro di chi studia, di chi si prende cura delle persone. La politica deve avere un certo ritegno nell'immaginare che queste tendenze siano merito diretto di questa o quella iniziativa". "Bisogna avere più fiducia nell'Italia - dice a più riprese contro un certo vittimismo di maniera - siamo invidiati, e non solo per il cibo e il clima".
Il premier rivendica gli sforzi fatti, parla del recupero di un milione di posti di lavoro (anche se, spiega, "sul fronte dell'occupazione c'è poco da rallegrarsi e tanto da insistere"), loda il reddito di inclusione, misura "non fantasiosa", difende l'operato sulle banche: "C'è chi dice che abbiamo messo soldi pubblici per salvarle, ma in realtà si è trattato di salvare il risparmio, tutelare intere aree, altro che regalare soldi ai 'mariuoli'. E lo abbiamo fatto spendendo una frazione minima di quello che altri Paesi hanno speso per salvare i loro istituiti di credito, in condizioni molto difficili per via delle nuove regole europee" (davanti alle domande dei cronisti, poi, ammette "un certo sollievo davanti alla fine delle audizioni in commissione banche, non sono state utilissime" e conferma: "Sono stato io a insistere perché Maria Elena Boschi restasse nel'esecutivo").
Sul terremoto e su quanto le popolazioni colpite ancora soffrano: "Abbiamo affrontato eventi sismici senza precedenti e abbiamo dato risposte senza precedenti all'emergenza: su questo sono tranquillo. Sono meno tranquillo sui ritardi, le strozzature e gli intoppi burocratici".
La prossima legislatura - per Gentiloni - dovrà "proseguire questa ripresa di crescita economica e in più lavorare sulla ricucitura delle relazioni sociali, sulla creazione di nuovi posti di lavoro, sulla riduzione delle diseguaglianze".
Il premier loda i suoi ministri: "Da Letta a Renzi a me, abbiamo dimostrato che c'è una sinistra di governo a disposizione del Paese". Si sofferma su quelli che considera successi: le norme industria 4.0, la legge sul caporalato, gli sgravi per le assunzioni dei giovani al sud, le politiche sull'immigrazione. "Il processo da quella disordinata e gestita dai trafficanti a quella ordinata e controllata è un passaggio epocale - ha detto il premier - siamo un Paese orgoglioso della sua capacità di accoglienza e siamo orgogliosi di aver dimostrato che è possibile infliggere colpi durissimi ai trafficanti di esseri umani".
E ancora: "Questa nostra capacità è apprezzata in Europa, sebbene con un atteggiamento da spettatori. Chi parla di fermare immediatamente le migrazioni non conosce l'Africa, ma la transizione dall'illegalità alla legalità è possibile. Lo dimostriamo con il 70% in meno di arrivi da luglio a oggi, con una diminuzione drastica dei morti in mare, sebbene restino sempre troppi".
Resta incompiuto il capitolo dei diritti, ma - dice Gentiloni - "è stato un capitolo importante: abbiamo fatto le unioni civili, il biotestamento, l'accompagnamento per i disabili, la legge sulla tortura, quelle contro la violenza sulle donne. Sono in Parlamento da 16 anni e da 16 anni sentivo parlare di unioni civili e biotestamento: sono fiero di essere stato ministro degli Esteri di un governo che ha fatto le unioni civili e premier di un esecutivo che ha portato a casa il testamento biologico".
Sullo Ius soli torna davanti a chi gli chiede se la mancanza di coraggio nel portare in aula la legge con la fiducia avrà come conseguenza la sua archiviazione per molti anni: "Il modo migliore per archiviarla - ha risposto il premier - sarebbe stato quello di farla bocciare. Io certamente ho provato, perchè sono convintissimo dell'importanza di questa norma, che non ha nulla a che fare con gli sbarchi dei migranti ma che riguarda invece migliaia di ragazzini che si sentono e sono italiani. Sappiamo che il futuro, se guardiamo lontano, si gioca sulla nostra capacità di non escludere e non respingere, perchè sennò raccogli odio". Tuttavia "la verità semplice è che non siamo riusciti a mettere insieme i numeri sufficienti per approvarla, naturalmente è un difetto dell'azione di governo, ma non ci siamo riusciti. Non c'era incertezza sul contenuto, ma sui numeri"
Poi promette: "Non tireremo i remi in barca, sarà il presidente Mattarella a dettare i tempi e i modi dei prossimi passaggi istituzionali, ma nei limiti fissati dalla Costituzione questo governo governerà fino all'ultimo". E sul suo impegno, dice chiaro che farà campagna elettorale per il Pd. "Non voglio fare nessuna polemica contro questo o quel partito. Penso che sia interesse generale avere una campagna che limiti per quanto possibile la diffusione di paure, la promozione di illusioni, il dilettantismo. Sono rischi che abbiamo di fronte. Più avremo una campagna elettorale lontana da paure, illusioni e dilettanti allo sbaraglio e meglio sarà per il Paese".
Quanto alla crisi del Pd, "ha subito una scissione e mi auguro che le conseguenze non siano rilevanti", ma - dice il premier - "penso che il Pd in questo contesto abbia tutto l'interesse ad apparire quello che è: una forza tranquilla di governo. Questo è il messaggio che deve trasmettere e trasmettendolo recupererà consensi".
"Non sempre le divisioni portano successo", avverte, ed esorta: "Dobbiamo avere molto a cuore la sinistra di governo. Da lì bisogna partire. Se si indebolisce quel pilastro, tutto diventa più difficile". Poi, a una domanda su quanto sia stato autonomo l'operato del suo esecutivo, risponde citando "la radio" di Eugenio Finardi: "Mi sono sempre sentito libero, libero veramente". E sul suo futuro politico, sul suo sentirsi o meno una "riserva della Repubblica", quindi un probabile candidato premier per le prossime politiche, chiude ironico: "Sognerei altre panchine".
Infine, passa la palla al presidente della Repubblica: "Io nei contatti che avrò con il Quirinale dirò quello che ho detto qui pubblicamente, non ci sono segreti particolari. È molto importante che tutti noi rispettiamo il ruolo di regia e responsabilità del capo dello Stato nei passaggi che ci attendono. La costituzione parla chiaro: i governi durano finché non vengono sostituiti da un altro governo, questo è quello che compete a me. Tappe, percorsi, decisioni fanno parte dell'alta responsabilità del presidente Mattarella".
Fonte: Repubblica
Fonte: Repubblica