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EMA va ad Amsterdam

Written by Associazione Democratici per Milano.

MILANO Milano sempre avanti, nella prima e nella seconda votazione, poi il pareggio al ballottaggio e il sorteggio che premia Amsterdam.
Se fossimo entrati nella short list, era la convinzione, ce la saremmo potuta giocare. E così, in parte è stato. Certo, lo stesso sistema di votazione architettato dagli euroburocrati nascondeva insidie. E c'era la possibilità di venire sorpassati in extremis da altre città - leggi Bratislava - per i giochi incrociati della geopolitica. E invece, dopo lo spoglio iniziale, ecco la sorpresa: Milano 25, Amsterdam e Copenaghen 20. Tutte candidate tecnicamente forti. La corsa poteva continuare.
E in testa Milano è riuscita a salire anche al secondo turno: 12 voti, contro i 9 di Amsterdam e i 5 che hanno escluso Copenaghen. Fino a quel pareggio da cardiopalma al ballottaggio con l'Olanda: 13 a 13. Via con il sorteggio. È finita.
L'Ema, l'Agenzia europea del farmaco che deve trasferirsi da Londra per la Brexit, andrà nella capitale olandese ma perderla in questo modo fa masticare amaro in Italia mentre a Bruxelles si registrano imbarazzi e mugugni per il metodo utilizzato.

Qui di seguito riportiamo alcuni commenti:

Paolo Gentiloni: "Grazie a Milano e grazie a tutti coloro che si sono impegnati per Ema, nelle istituzioni e nel privato. Una candidatura solida sconfitta solo da un sorteggio. Che beffa!

Giuseppe Sala: Veramente un po' assurdo essere esclusi perché si pesca da un bussolotto. Tutto regolare ma non normale. Siamo stati l'unica città non capitale ad arrivare alla votazione finale e siamo stati capaci di confrontarsi con le grandi capitali europee. Milano sa affrontare le sfide facendo sistema. Lo abbiamo dimostrato e usciamo rafforzati da questa prova. Non abbiamo rimpianti: abbiamo fatto davvero tutto il possibile. Da domani torniamo a lavorare su tutti i progetti che ancora restano in campo. Milano non si ferma e continua a guardare al futuro.

Alessandro Alfieri: E' un risultato che sa di beffa. Perdere al sorteggio fa male. Milano meritava l'assegnazione di Ema per il grande lavoro della città e di Beppe Sala e per il gioco di squadra di tutte le istituzioni, dal Governo fino a quelle milanesi e lombarde.

Emilia De Biasi: Per sorteggio Milano non ce l’ha fatta, non certo perle sue opportunità che le hanno consentito di competere ai livelli più alti. Il Paese è stato umiliato da una monetina. Milano è stata in testa per tutte le votazioni, fino alla fine, ha tirato l'intero sistema Paese, dalle istituzioni unite alle imprese. Il dossier di Milano era considerato da tutti il miglior dossier, è evidente che un'Europa che sceglie con un sorteggio decide di non decidere, e questo è molto grave. La vicenda rischia di alimentare l'antieuropeismo. Il punto vero è come cambiamo l'Europa, senza l'Europa non c'è una prospettiva. Con un'Europa così si dà fiato all'antieuropeismo.

Emanuele Fiano: A me sembra una follia che un'assegnazione così importante venga decisa in Europa per sorteggio. Peccato per Milano, fortissima lo stesso.

Franco Mirabelli: Milano aveva sicuramente le carte in regola per vincere la competizione per ospitare la sede di EMA. Questa vicenda, comunque, è un bell’esempio di lavoro comune e attenzione all’interesse del Paese. Abbiamo lavorato tutti, siamo stati in Europa per convincere della bontà della proposta di Milano. È un bell’esempio di una politica che fa prevalere un interesse nazionale rispetto a qualunque altro ragionamento.

Carlo Borghetti: L’Europa è a un bivio: o cambia o muore. Quello che è successo ieri per la scelta della nuova sede EMA allontana ancora di più i cittadini dalla istituzione europea... Il metodo del sorteggio è sbagliato: Milano è stata la sede più votata e non doveva finire così. Era necessario coinvolgere le istituzioni europee nella loro totalità, ad esempio facendo esprimere anche il Parlamento, dove siedono i rappresentanti eletti dai cittadini. E questo è un problema che vale per molte altre decisioni europee: serve più coinvolgimento del Parlamento, le decisioni non possono essere lasciate in così ampie proporzioni ai soli governi nazionali.

Patrizia Toia: Anche se l'Agenzia europea per i medicinali andrà ad Amsterdam, che resta comunque una città eccellente, Milano ha dimostrato ancora una volta di essere una città all'altezza di sfide di livello internazionale e oggi a Bruxelles è stata la candidata che ha preso più voti. In questi mesi l'Italia ha dimostrato di essere in grado di fare un vero lavoro di squadra bipartisan. Personalmente trovo sbagliato il sistema del sorteggio per una decisione di tale importanza. E' un sistema che sicuramente non aumenta la fiducia dei cittadini europei per le istituzioni comunitarie. Piuttosto che affidarsi alla sorte sarebbe stato più democratico far co-decidere il Parlamento europeo insieme al Consiglio, come avviene nel normale processo decisionale dell'Ue.

Sulla vicenda del sorteggio, gli Eurodeputati Pd hanno scritto ai vertici Ue: “Le decisioni e le scelte che riguardano i cittadini europei e le istituzioni comunitarie devono essere prese in modo pubblico, trasparente e motivato, coinvolgendo anche il Parlamento europeo. I ministri e i governi devono rendere conto agli elettori dei propri voti così come facciamo noi eurodeputati. I 'mercanteggiamenti' a porte chiuse tra Governi nazionali e i sorteggi non possono essere dei sistemi accettabili per un'Unione europea che voglia conquistare la fiducia dei cittadini”.
E' questo il senso del messaggio contenuto nella lettera, con la richiesta di un radicale cambiamento delle regole, inviata oggi dagli eurodeputati Pd ai vertici comunitari, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il presidente del Consiglio Donald Tusk e il presidente del Parlamento Antonio Tajani, all'indomani dell'assegnazione della nuova sede delle due agenzie Ema e Eba attraverso un sistema di voti a porte chiuse tra ministri e con i sorteggi finali tra le due città candidate finaliste.
“Milano – spiegano gli europarlamentari democratici - era sicuramente la candidata migliore dal punto di vista dei meriti, anche se Amsterdam resta una scelta che garantisce l'interesse dei pazienti europei che contano sul buon lavoro dell'Agenzia europea per i medicinali. In questi mesi l'Italia ha comunque dimostrato di essere capace di stare in Europa in modo maturo, autorevole e competente, portando avanti in modo bipartisan la candidatura del capoluogo lombardo e gli interessi del Paese. Il risultato si è visto nelle votazioni in cui Milano è in assoluto la città che ha raccolto più consensi. Ora la politica italiana deve fare tesoro di questa esperienza, così come deve trarre le dovute lezioni dall'esperienza di Barcellona, che era un'ottima candidatura eliminata dall'avventura autonomista, e da quella di Londra, che continua a pagare un prezzo altissimo per non aver saputo fermare in tempo le derive euroscettiche”.
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