Considerazioni dopo il voto siciliano
Di argomenti rilevanti in questo ultimo periodo ce ne sono veramente tanti, dal referendum lombardo, la votazione di questi giorni del Consiglio Regionale che ha sancito, quasi all'unanimità, la richiesta da presentare al Governo in merito alle competenze aggiuntive, al voto in Sicilia. Caro Maroni, lascio agli atti un referendum inutile su una materia che ha visto poi la convergenza dei maggiori partiti di maggioranza e di opposizione. Si potevano, però, risparmiare oltre 50 milioni. Come avevo detto saranno il prossimo Parlamento e il prossimo Consiglio Regionale ad occuparsene, si poteva partire prima e avere già incassato il risultato tre anni fa.
Passiamo alle elezioni siciliane: non lo ritengo un test nazionale perché la Sicilia è di destra e Crocetta vinse grazie alle divisioni di quel campo, voglio però riassumere il mio pensiero. Il centrosinistra ha perso, il PD ha tenuto il risultato insufficiente del 2012 e ha perso. Abbiamo perso con una persona gentile come il rettore Micari, ha invece vinto la destra degli impresentabili. Ed infatti il giorno dopo è scattato il primo arresto di un componente appena eletto nelle liste dell' UDC. Un ottimo risultato per il candidato del M5S, perdente nonostante i proclami di vittoria del suo leader in pectore Di Maio. I grillini hanno ottenuto un grande consenso anche grazie alle promesse, "gli abusi vanno abbattuti ma ci sono abusi di necessità", senza dimenticare il reddito di cittadinanza che fiorisce in un terreno fertile arato di politica assistenziale. Della serie: "non cercare più il lavoro io ti dò l’assegno mensile".
E il centro sinistra? Abilissimo a farsi male, diviso e disordinato non poteva che perdere. Cosa ci insegna il voto siciliano? Soprattutto che bisogna fare ogni sforzo perché il campo sia ampio, il più ampio possibile in un progetto che deve garantire governabilità. Ce lo chiede il buonsenso e la nuova legge elettorale. Io condivido il pensiero del Ministro Dario Franceschini, la nuova legge formula l’indicazione del leader di partito, e questo non può essere che il nostro Segretario Matteo Renzi. In un secondo tempo, dopo le elezioni, si individuerà la miglior figura da indicare come leader della coalizione, è chiaro che il risultato elettorale è uno dei criteri della scelta.
Adesso bisogna impegnarsi per vincere le elezioni e ricordare agli italiani che sappiamo governare e farlo bene e che dall’altra parte ci sono il populismo dei 5stelle e la politica del centrodestra. Non quello che ci vuole far intendere il "riesumato" Berlusconi, e cioè: quello di una coalizione moderata. Di moderato c’è poco, ci sono gli estremismi della Lega e la destra estrema di Fratelli D’Italia.
Occorre rilanciare la nostra proposta che parla a chi non vota più e che merita di essere ricoinvolto ed ascoltato.Occorre farci comprendere e far comprendere che la buona politica sta dalla nostra parte, dalla parte della gente comune e dalla parte della piccola impresa, dalla parte dei lavoratori e dalla parte dei pensionati, ma soprattutto dalla parte di quei giovani che ci guardano con diffidenza, noi tifiamo e scommettiamo per loro.
Facciamo capire che stiamo dalla parte degli Italiani e non possiamo essere dipinti come quelli che pensano solo agli stranieri. Certo, uno dei nostri valori è fare accoglienza verso chi ha bisogno di aiuto (ma che rispetta le nostre regole e le nostre tradizioni), ma la nostra prima missione è quella di aiutare i nostri cittadini!
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