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Approvato il nuovo Codice Antimafia

Written by Ezio Casati.

Ezio CasatiMercoledì 27 settembre scorso la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il nuovo Codice Antimafia, una legge che stabilisce le nuove norme della lotta alla mafia in Italia. Il nuovo Codice, che sostituisce quello del 2011, è stato approvato con 259 voti a favore, 107 contrari e 28 astenuti. A sostenerlo, volerlo e votarlo siamo stati noi parlamentari del Partito Democratico. Hanno votato contro: Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia, la Lega Nord si è astenuta.
Il testo era già stato approvato nel novembre del 2015 alla Camera, poi era stato modificato lo scorso luglio dal Senato, ed è diventato legge dopo il nuovo passaggio alla Camera.
Tutto era nato grazie ad una proposta di legge d'iniziativa popolare sottoscritta da 120mila italiani e numerose associazioni antimafia nel 2013.
Il Codice renderà più veloce la confisca dei beni, migliorerà il controllo sulle infiltrazioni mafiose nelle aziende, renderà più trasparente la selezione degli amministrazioni giudiziari dei beni confiscati e tutelerà maggiormente i posti di lavoro nelle aziende sequestrate; inoltre si prevede la riorganizzazione dell’Agenzia che si occupa della gestione dei beni confiscati.
Il testo originario, in tutto il suo iter parlamentare, è stato arricchito dai contributi delle commissioni Antimafia e Giustizia, e, nella sua stesura definitiva, rende finalmente organica la normativa antimafia relativa ai beni confiscati e sequestrati. La frammentarietà delle norme e le criticità emerse nel corso degli anni, infatti, portava più del 90% delle imprese sottratte alla criminalità organizzata a fallire dopo la confisca o il sequestro. La nuova legge si muove su un doppio binario: da una parte presenta misure di contrasto sistematico alle organizzazioni criminali per colpirle dritte al cuore, cioè nelle imprese illecite; dall’altra prevede misure economiche di sostegno alle imprese stesse affinché continuino la propria attività anche dopo la confisca o il sequestro. Solo così possiamo tutelare tutte le persone oneste che vi lavorano e smentire l’odiosa convinzione che “la mafia dà lavoro, lo Stato no”.
Tra le misure contenute
:-le modifiche al ruolo e alle funzioni dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati;
-l’istituzione di un nuovo Fondo per il credito delle aziende sequestrate;
-l’ampliamento dei soggetti attivi e passivi;
-la tutela dei terzi creditori;
-la trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari;
-la delega al Governo per individuare specifici incentivi e ammortizzatori sociali per il lavoratori delle aziende confiscate e sequestrate;
-le misure contro il caporalato.
Principali obiettivi:
- rendere più efficace, tempestiva e trasparente l'adozione delle misure di prevenzione patrimoniale (sequestro e confisca più incisivi), trattazione prioritaria con rafforzamento delle sezioni competenti;
- istituire presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d'appello sezioni o collegi specializzati chiamati a trattare in via esclusiva i procedimenti previsti dal Codice antimafia;
- favorire la ripresa delle aziende sottoposte a sequestro, in particolare con l'istituzione di un fondo e con altre misure dirette a sostenere la prosecuzione delle attività e la conseguente salvaguardia dei livelli occupazionali;
- garantire una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee allo svolgimento dell'incarico e di rotazione negli incarichi;
- riorganizzare e rafforzare l'Agenzia nazionale per i beni confiscati;
- estendere i casi di confisca allargata di cui all'art. 12-sexies del decreto-legge n. 306 del 1992;
- garantire in modo sempre più efficace i terzi di buona fede che risultano da atti anteriori al sequestro.
Grazie all'approvazione definitiva di questo Codice Antimafia il nostro Paese si è dotato di una serie di strumenti adeguati, forti ed efficaci per colpire le mafie al cuore dei propri interessi economici illegali. E soprattutto per evitare che i beni confiscati alle mafie non siano un'occasione persa per le comunità e i lavoratori che le accolgono!

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