Print

L'esito del Referendum

Written by Associazione Democratici per Milano.

elezioni Il No alla riforma costituzionale al referendum ha vinto con il 59,11% dei voti mentre il Sì si è fermato al 40,9%.
Per quanto riguarda Milano e la Lombardia, il Sì ha vinto nel Capoluogo ma ha perso nel resto della Regione.
In Lombardia si è recato alle urne il 74,22% degli aventi diritto al voto (5.552.510 di cittadini). Milano ha votato in controtendenza rispetto al dato nazionale, attribuendo al Sì 343.637 voti pari al 51,1% e 328.440 al No (48,9%). I risultati definitivi in Lombardia hanno invece registrato una prevalenza di No, pari al 55,5%. I Sì sono rimasti fermi al 44,5%. Il Sì ha vinto anche a Mantova, Monza, Bergamo ma è andato sotto negli altri capoluoghi lombardi.

Questi alcuni commenti a caldo:

Patrizia Toia (Capo Delegazione PD al Parlamento Europeo): Un pensiero, tra i tanti, oggi mi angustia. Cosa pensano oggi gli amici e i compagni dell'Anpi che hanno votato No a vedere la Meloni (non credo antifascista) cantare vittoria? Si pentono almeno un po'? Ci sarà tempo per le analisi di ciò che è successo e per capire come andare avanti, ma tante contraddizioni fanno davvero male, come vedere oggi in televisione alcuni del PD sorridenti per il loro Governo che cade.
Ho assoluto rispetto del voto del popolo, ma non posso nascondere la mia delusione! Ora sarà più difficile e più ardua la situazione in Italia, ma anche in Europa.  Dobbiamo rendere davvero onore a Renzi, alla sua coerenza e al tantissimo impegno profuso con grande intelligenza e passione.
Chi oggi è soddisfatto e se la ride perché "Renzi ha perso il referendum" non ha capito (o ha fatto finta di non capire) che la posta in gioco non era il destino di Renzi, ma il destino del Paese e dell’Europa.
Oggi non solo l’Italia entra in una fase di instabilità interna, ma anche di difficoltà in Europa e lo vedremo man mano nei prossimi appuntamenti.
Già oggi all’Eurogruppo è stata bocciata la proposta della Commissione di modificare la politica di bilancio della zona euro in senso espansivo (il che avrebbe significato, ad esempio, che la Germania avrebbe dovuto investire il suo surplus a vantaggio dell’economica Europea). Lo si è visto oggi lo vedremo nei prossimi appuntamenti come, ad esempio, il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea dell’8 dicembre o il summit dei leader europei il 15-16 dicembre.
Per riportare l'Europa a una vera politica di crescita occorrevano e occorro leader forti e anche su questo aspetto, purtroppo, il prezzo lo pagheranno i cittadini.

Emanuele Fiano (Capogruppo PD in Commissione Affari Costituzionali): Se uno fa politica per degli ideali continua la sua missione anche quanto perde una battaglia. Si possono analizzare gli errori, e ci sono sempre, ma io non rinnego questi 1000 giorni a fianco del Governo e di Matteo Renzi, non rinnego le scelte fatte perché ha perso la mia posizione. Non rinnego la spinta innovativa e riformista impressa dal Partito Democratico. Ci sarà tempo per giudicare, adesso ci attende un tempo di scelte complesse, ci sarà da lavorare, ci saranno congressi, elezioni, divisioni, battaglie. Ho creduto in quello che abbiamo fatto e lo rifarei. Ho trovato alte e commoventi le parole di Matteo Renzi stanotte. Le condivido tutte. Ammettiamo tutta la sconfitta. Altri festeggiano la vittoria del No. Adesso è a loro l'onere della responsabilità. A Grillo a Salvini a Berlusconi a Vendola a Giorgia Meloni l'onere di mostrarsi uniti e di rappresentare il mondo del No per governare il paese. Auguri. Noi non abbandoniamo il campo, in rappresentanza dei 13.000.000 di italiani che hanno votato Si e che stasera hanno perso una battaglia. Quando i cittadini parlano la Democrazia vince sempre. Da parte mia grazie a tutti quelli che ci hanno creduto e a tutti quelli che ho Incontrato in questi mesi.

Ezio Casati (Deputato PD): Ha vinto il no, come dicevamo il sole è sorto di nuovo, certo un sole piccolo piccolo, appena visibile e con un po' di nebbia ma è sorto. Quel sole è la nostra Italia. Condivido pienamente la scelta di Matteo Renzi di dimettersi, lo aveva annunciato e lo ha fatto. Era giusto farlo ed è ipocrita chi, dentro il nostro partito, ha deciso di sostenere il no, ha brindato, ha detto che oggi è una giornata meravigliosa e assieme chiede a Renzi di restare. Io non credo ci siano spazi perché io possa stare in un partito dove ci sono Speranza che brinda, D'Alema che sghignazza e Bersani che vede i tori in corridoio, i tori ce li ha messi anche lui. Non è una minaccia per gli altri è una considerazione per quello che sarà il mio comportamento. Io di elezioni ne ho vissute e combattute veramente tante, ne ho vinte e ne ho perse ma l'amarezza che provo questa volta non l'avevo mai provata, ad aiutare a farci perdere, anche se ininfluenti sul risultato numerico, i colleghi di partito che hanno condiviso la Riforma votandola per ben tre volte. Provo vergogna per loro.

Carlo Borghetti (Consigliere Regionale PD della Lombardia): Gli elettori hanno sempre ragione. E in democrazia valgono le maggioranze, ampie o meno ampie che siano. Questo è il bello e la forza della democrazia. Ho fatto una campagna referendaria con continui confronti pubblici, e privati, con tanti esponenti del No, nei quali ho incontrato tantissima gente: l'ho fatto in buona fede, parlando del merito e rispettoso delle posizioni di tutti, tenendo sempre i nervi saldi. E penso che tutto ciò sia quello di cui ora abbiamo bisogno per continuare a perseguire l'obiettivo del bene comune.

Lorenzo Gaiani (Sindaco di Cusano Milanino): È stata persa a mio giudizio una grande occasione di modernizzazione del nostro Paese e delle sue istituzioni. Onore e rispetto a Matteo Renzi che ha tratto le giuste conseguenze politiche del voto. E ora, signori del No, la palla passa a voi. Stupiteci.

Arianna Censi (Vicesindaco della Città Metropolitana di Milano): I grandi centri urbani del nord hanno votato a favore della Riforma Costituzionale. Un segnale che è indice di una necessità: quello della semplificazione.  Video»»

Stefano Facchi (EcoDem Lombardia): Guardando con più attenzione ai numeri, pur in preda allo sconforto per una sconfitta secca e chiarissima, con un distacco netto tra i due fronti abbastanza imprevisto, rimangono per fortuna alcuni punti di luce nel buio più profondo.
Il primo: sono orgoglioso delle parole pronunciate da Matteo Renzi.
Il secondo: il 25 maggio 2014, alle elezioni europee che furono giudicate un risultato straordinario, il PD prese 11.172.861 voti pari al 40,82%.
Oggi il fronte del SI, che vedeva sostanzialmente una parte del PD più una sparuta pattuglia di alleati contro il mondo intero, prende oltre 13.000.000 di voti.
Non mi pare un dato trascurabile per guardare al futuro.
Pin It