AreaDem con Renzi per continuare il progetto del Lingotto
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento invita i Candidati alla Segreteria PD a non nuocere al Governo Letta, ma pone al PDL quattro condizioni per continuare l'esperienza delle Larghe Intese. Positivo il giudizio dell'operato del PD dopo i primi mesi alla guida del Paese.
CORTONA - Si sta con Renzi per coerenza e per seguire lo spirito originario del PD.
Sabato, 28 settembre, il Ministro per il Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha presentato la linea che Area Democratica terrà nel congresso del Partito Democratico: sostegno convinto alla candidatura alla Segreteria del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, e pieno supporto al Governo del Premier, Enrico Letta.
Franceschini, intervenuto in apertura dell'incontro nazionale della componente PD che fa riferimento a lui e al Sindaco di Torino, Piero Fassino, ha ritenuto Renzi il candidato che meglio rappresenta gli ideali di riformismo, vocazione maggioritaria e coraggio su cui Area Democratica è stata costituita.
Dopo avere chiesto a tutti i membri della sua componente di seguire la scelta congressuale appena esposta, Franceschini ha ricordato il successo ottenuto da Area Democratica: l'unica corrente finora capace di unire nel PD personalità di provenienza differente intorno ad un'idea, e non ad un cognome.
Sempre sul Congresso, Franceschini ha illustrato come la corsa alla Segreteria del PD non debba ledere al Governo delle Larghe Intese di Enrico Letta, di cui il Ministro ferrarese ha lodato a più riprese i risultati finora ottenuti, nonostante la difficile convivenza con il PDL.
"Ammortizzatori sociali per disabili e giovani, impignorabilità della prima casa, incentivi sui mutui, riassunzione di insegnanti precari, fondi per la cultura, ecobonus sono alcuni dei risultati dell'azione di Governo di cui il PD non si deve vergognare -ha dichiarato Franceschini- Ora dobbiamo andare avanti per garantire le condizioni minime di vita a chi è nella povertà assoluta".
Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento è stato severo con le minacce di dimissioni dei parlamentari PDL, che ritiene tecnicamente inefficaci e politicamente devastanti.
Nel contempo, Franceschini ha posto quattro punti per proseguire l'esperienza del Governo delle Larghe Intese: riforma elettorale, separazione delle dimissioni di Berlusconi da quelle politiche, una Legge di Stabilità coraggiosa, un patto di Coalizione che garantisce al Paese di superare il semestre UE.
"Il sistema politico è condizionato da un tripolarismo che rende il Paese ingovernabile -ha affermato Franceschini- l'Italia deve rispettare i patti con l'Europa, e deve cedere sovranità all'UE per guardare davvero al futuro".
PD alleato di SEL e Scelta Civica che cerca il consenso anche nel centrodestra
Franceschini ha ritenuto le Larghe Intese una necessità limitata per affrontare legge elettorale ed emergenza sociale, ed ha bollato come vergognosa la decisione di 101 parlamentari PD di non eleggere l'ex-Premier, Romani Prodi, come Presidente della Repubblica.
Infine, sulle alleanze del dopo-Larghe Intese, Franceschini ha supportato un PD capace di ottenere il sostegno dei delusi del centrodestra, alleato con SEL e Scelta Civica, ma non con l'estrema sinistra.