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Perché votare Sì al referendum e i problemi della giunta Raggi

Written by Franco Mirabelli.

Franco MirabelliIntervista rilasciata a Il Comizio (video).

Il PD è alle prese con il Referendum, in questi giorni il Premier Renzi ha aperto a delle modifiche alla legge elettorale ma ancora oggi l’ex capogruppo Speranza ha affermato “Basta giocare a nascondino, Renzi ci deve dire chiaramente cosa vuole fare”. Come si risolverà questo dilemma interno al PD?
Lo vedremo. Personalmente trovo sbagliato lasciare intendere agli italiani che il voto al Referendum sulla Riforma della Costituzione sia anche un voto sulla legge elettorale. La legge elettorale non è oggetto della Riforma Costituzionale e non sarà oggetto del Referendum.
Lo scopo del referendum è rendere più efficaci e efficienti le istituzioni pubbliche, ridurre i costi della politica, superare il bicameralismo perfetto, ridurre il numero dei parlamentari, mettere i tetti agli stipendi dei consiglieri regionali, ridurre i costi delle assemblee regionali, superare le leggi concorrenti. L’obiettivo della Riforma è quello di creare gli strumenti per applicare i valori e i principi che sono contenuti nella prima parte della Costituzione e che, per molti versanti, sono rimasti inattuati. Serve uno Stato più efficiente. Questo è lo scopo che si prefigge la Riforma Costituzionale. La discussione sulla legge elettorale, lo stesso Presidente del Consiglio ha detto che può essere riaperta, a condizione che comunque si crei un sistema che garantisca agli italiani di poter sapere, il giorno seguente alle elezioni, chi governerà e che la maggioranza uscita dalle urne possa avere gli strumenti per portare fino in fondo il proprio progetto politico.
Si possono, quindi, rivedere molte cose. A mio avviso si può anche riaprire una discussione sui collegi uninominali oppure sul premio di maggioranza alla coalizione piuttosto che alla lista come, invece, è previsto ora. Resta, però, indispensabile garantire una maggioranza a chi vincerà le elezioni, evitando ciò che in questi anni ha contribuito a creare un’instabilità permanente a questo Paese, che abbiamo pagato anche economicamente e socialmente.
Come vede l’empasse del Movimento Cinque Stelle a Roma?
Il Movimento Cinque Stelle deve saper dimostrare di saper governare Roma e di saper risolvere i problemi dei romani. Sono stati chiamati a questo da una grande maggioranza di cittadini romani. Credo che i tempi siano ancora troppo brevi per dare un giudizio. Ciò che sta emergendo, però, è una forza politica che inciampa proprio sui temi in cui per anni ha cercato di dare lezioni, non è in grado di selezionare una classe dirigente e incorre in errori che, se avessero fatto altri, sarebbero diventati da parte loro oggetto di campagne diffamanti e offensive.
Se dovessero esserci altre dimissioni di assessori, c’è un limite oltre il quale la giunta sarebbe a rischio e il sindaco si dovrebbe dimettere?
Non penso che il tema siano gli assessori: il punto è che Roma è una città che non può più sopportare i problemi che si sono aperti in questi anni sui rifiuti e sul trasporto pubblico. Saranno i romani a decidere la longevità della giunta Raggi. Il resto è comunque un elemento che rende sempre più complicato per la giunta Raggi mettersi nelle condizioni di dare risposte ai romani.

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