Ora rifondare l’UE
Invitiamo a leggere l’intervento di Piero Fassino pubblicato da La Stampa (file PDF)» per un nuovo inizio per l'Europa da Ventotene, con al centro flessibilità e sviluppo, emergenza migrazione, Siria e Libia.
Invitiamo a leggere anche l’intervista di Piero Fassino pubblicata da Repubblica (file PDF)» sul tema del Referendum.
"Ogni dirigente del partito, tanto quelli schierati per il Sì che quelli per il No, sia consapevole che il Pd non può fallire perché è l'Italia che rischia il baratro". Lo dice a Repubblica Piero Fassino. "Non mi auguro nessuna scissione", sottolinea l'ex sindaco di Torino, "perché sarebbe una sconfitta per tutti. E in ogni caso chi negli ultimi anni ha tentato di fondare nuovi partiti ha raccolto briciole perché l'ultima cosa che ha oggi in Italia un mercato è fare partiti nuovi".
"La seconda parte della Costituzione va riformata portando a compimento un dibattito che si protrae da più di 30 anni. Nel quadro di fragilità europeo, da ogni cancelleria si guarda con attenzione e anche trepidazione al referendum italiano. Perché se invece di rafforzarsi, il percorso di riforme fosse bloccato, indebolirebbe ulteriormente il quadro politico europeo non solo italiano", aggiunge Fassino. Un "nesso" con l'Italicum non c'è, precisa, ma sulla legge elettorale "penso sia legittimo avere riserve e chiedere correttivi. Un conto ad esempio, è il ballottaggio in un sistema bipolare, altro in uno tripolare". Renzi ha detto che comunque vada il referendum, si vota nel 2018: in questo modo, afferma Fassino, il premier "ha definitivamente archiviato la personalizzazione del voto. Stiamo al merito delle questioni. Un Parlamento con una assemblea legislativa e una Camera delle autonomie è una proposta che era scritta nel programma dell'Ulivo di Prodi. Il superamento delle Province era addirittura nel programma del primo governo di solidarietà nazionale del 1976. I poteri del presidente della Repubblica e del premier sono gli stessi di oggi e vengono introdotti referendum propositivo, statuto delle opposizioni e controllo preventivo della Consulta sulle leggi elettorali. Stento a vedere una deriva autoritaria".
"Ogni dirigente del partito, tanto quelli schierati per il Sì che quelli per il No, sia consapevole che il Pd non può fallire perché è l'Italia che rischia il baratro". Lo dice a Repubblica Piero Fassino. "Non mi auguro nessuna scissione", sottolinea l'ex sindaco di Torino, "perché sarebbe una sconfitta per tutti. E in ogni caso chi negli ultimi anni ha tentato di fondare nuovi partiti ha raccolto briciole perché l'ultima cosa che ha oggi in Italia un mercato è fare partiti nuovi".
"La seconda parte della Costituzione va riformata portando a compimento un dibattito che si protrae da più di 30 anni. Nel quadro di fragilità europeo, da ogni cancelleria si guarda con attenzione e anche trepidazione al referendum italiano. Perché se invece di rafforzarsi, il percorso di riforme fosse bloccato, indebolirebbe ulteriormente il quadro politico europeo non solo italiano", aggiunge Fassino. Un "nesso" con l'Italicum non c'è, precisa, ma sulla legge elettorale "penso sia legittimo avere riserve e chiedere correttivi. Un conto ad esempio, è il ballottaggio in un sistema bipolare, altro in uno tripolare". Renzi ha detto che comunque vada il referendum, si vota nel 2018: in questo modo, afferma Fassino, il premier "ha definitivamente archiviato la personalizzazione del voto. Stiamo al merito delle questioni. Un Parlamento con una assemblea legislativa e una Camera delle autonomie è una proposta che era scritta nel programma dell'Ulivo di Prodi. Il superamento delle Province era addirittura nel programma del primo governo di solidarietà nazionale del 1976. I poteri del presidente della Repubblica e del premier sono gli stessi di oggi e vengono introdotti referendum propositivo, statuto delle opposizioni e controllo preventivo della Consulta sulle leggi elettorali. Stento a vedere una deriva autoritaria".