Sbagliato legare riforme e legge elettorale
Proponiamo le interviste a Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini.
"Chi oggi dà lezioni di riforme istituzionali le ha tentate senza successo e non mi riferisco all'Ulivo, ma ad altri fallimenti. Ad alcuni che oggi pretendono di calarsi nel presente come detentori del sapere, non possiamo non ricordare il loro passato... sono quelli come D'Alema che meno hanno creduto nell'Ulivo". Così Debora Serracchiani, vicesegretaria Pd, in un'intervista alla Stampa in cui dice "no ai ricatti della minoranza" sul referendum e difende l'Italicum.
"Chi oggi dà lezioni di riforme istituzionali le ha tentate senza successo e non mi riferisco all'Ulivo, ma ad altri fallimenti. Ad alcuni che oggi pretendono di calarsi nel presente come detentori del sapere, non possiamo non ricordare il loro passato... sono quelli come D'Alema che meno hanno creduto nell'Ulivo". Così Debora Serracchiani, vicesegretaria Pd, in un'intervista alla Stampa in cui dice "no ai ricatti della minoranza" sul referendum e difende l'Italicum.
"Sapere chi ha vinto, governabilità e stabilità sono principi irrinunciabili e con l'Italicum sono assicurati. Abbiamo detto che se ci saranno le condizioni e i numeri in Parlamento, non ci sottrarremo al dialogo, anche se pare complicato con il Parlamento che abbiamo.
In ogni caso - sottolinea Serracchiani - direi che qualunque modello debba in primo luogo garantire una maggioranza autosufficiente e coesa, perché ricordiamo bene cosa portarono all'Ulivo le intese forzate con sinistra radicale e Udeur". Sull'esito del referendum, "quando è così elevato il tasso di indecisi non si sa quanto fare affidamento sui sondaggi. I 'no' ci tengono più dei 'sì' a farsi sentire in questa fase", osserva la governatrice del Friuli. Tuttavia "una campagna nel merito in questi mesi farà la differenza e la gente sarà più attenta al cambiamento di quanto lo sia il ceto politico. Il voto del no è molto gattopardesco, fatto per bloccare per decenni le riforme e creare incertezza e stabilità". In merito all'eventualità che l'ex premier Romano Prodi si pronunci sul referendum, "non lo so, ma non mi dispiacerebbe se lo facesse, perché pur riconoscendo che è una riforma frutto di un compromesso, siamo coscienti che se cade, il prossimo treno non passerà più per decenni", dice Serracchiani.
In ogni caso - sottolinea Serracchiani - direi che qualunque modello debba in primo luogo garantire una maggioranza autosufficiente e coesa, perché ricordiamo bene cosa portarono all'Ulivo le intese forzate con sinistra radicale e Udeur". Sull'esito del referendum, "quando è così elevato il tasso di indecisi non si sa quanto fare affidamento sui sondaggi. I 'no' ci tengono più dei 'sì' a farsi sentire in questa fase", osserva la governatrice del Friuli. Tuttavia "una campagna nel merito in questi mesi farà la differenza e la gente sarà più attenta al cambiamento di quanto lo sia il ceto politico. Il voto del no è molto gattopardesco, fatto per bloccare per decenni le riforme e creare incertezza e stabilità". In merito all'eventualità che l'ex premier Romano Prodi si pronunci sul referendum, "non lo so, ma non mi dispiacerebbe se lo facesse, perché pur riconoscendo che è una riforma frutto di un compromesso, siamo coscienti che se cade, il prossimo treno non passerà più per decenni", dice Serracchiani.
"Mi auguro che da qui al tutto il partito sarà impegnato a spiegare il merito della riforma costituzionale, che appartiene alla cultura del centrosinistra, è stata fortemente voluta da tutti ed è un impegno che abbiamo assunto davanti a tutti gli italiani". Lo afferma il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, in un'intervista al Corriere della Sera.
"E' sbagliato - aggiunge - legare e legge elettorale, come fanno in tanti. Con grande pazienza e con grande determinazione dobbiamo spiegare agli italiani che non ci sono due riforme. L'alternativa a questa riforma è lo status quo.
Occorre spiegare che se fosse bocciata non succede che in sei mesi se ne fa un'altra, chi lo sostiene dice una grande bugia, passeranno altri anni e sarebbe un fallimento per tutta la politica". Guerini spiega che non c'è alcun rifiuto a fare correzioni alla legge elettorale. "Non rifiutiamo nulla, è materia parlamentare e se si riesce a convergere su alcuni miglioramenti - assicura - non avremmo alcun problema. Crediamo però che venga prima il referendum e che soprattutto bisogna separare i piani. Una cosa è discutere, in Parlamento, un'altra è confondere il dialogo con il diritto di veto. Non può esistere qualcuno che fa continuamente saltare il tavolo, gli italiani e gli elettori non lo meritano".