Come abbassare i mutui ai milanesi
Intervista di Fabio Massa a Fabrizio Barini pubblicata da Affaritaliani
Che la Brexit fosse un’opportunità per Milano l’aveva capito subito. Tanto che aveva lanciato da subito l’idea di una sorta di roadshow per cercare risorse da portare a Milano. Idea recepita e sposata da Beppe Sala. Fabrizio Barini, esperto di finanza tra i più conosciuti a Milano, lavora per Intermonte, e torna “sul luogo del delitto”. Ovvero: come coniugare finanza e welfare. Un vecchio pallino anche di Beppe Sala.
Dopo la Brexit, è la volta di un’altra proposta.
Esatto. Qualche tempo fa ho letto un’intervista al Messaggero di Romano Prodi. L’ex premier proponeva di aiutare le famiglie che non riescono a pagare le rate del mutuo e che per questo si vedono finire le case all’asta.
Problema noto.
Problema noto, sì. Peraltro non è un problema solo delle famiglie, ma anche delle banche. Queste situazione finiscono nei crediti deteriorati, che rendono deboli le nostre banche. Il governo, da parte sua, ha accelerato il processo di messa all’asta e vendita delle case che sono a garanzia dei mutui. Ma ora è inevitabile che si troverà ad aiutare le famiglie che finiscono in mezzo a una strada. E allora preveniamo.
In che senso?
Io mutuo su Milano l’idea di Prodi. Costituiamo un soggetto che rileva i crediti che hanno i beni immobili come garanzia, con l’obiettivo di lasciare dentro le famiglie con morosità incolpevole che non riescono a pagare. Ovviamente l’acquisto dei crediti deteriorati è inferiore a quello di mercato, e dunque consente un risparmio al soggetto che li rileva.
Sembra complicato.
Possiamo spiegarlo in modo semplice. Sulla base dei dati disponibili le famiglie italiane sono indebitate in media per 120mila euro, e pagano circa 9mila euro all’anno di mutui. Ora, il soggetto finanziario, fondi o altro, può acquistare questi crediti non a 120mila euro, ma 33 mila. In questo modo si può far pagare alle famiglie circa 2mila euro l’anno.
Trasferito su Milano che cosa vuol dire?
Si tratta di aiutare circa 11mila famiglie che a Milano fanno molta fatica. L’investimento è di circa 450 milioni di euro, che possono essere tranquillamente spacchettati in più fondi.
Il costo per il Comune?
Zero. Assolutamente zero.
E perché i privati dovrebbero accollarsi i costi?
Non avrebbero nessun costo, i privati. Dal lato dell’investitore la resa sarebbe del 5 per cento, che è un rendimento di tutto rispetto.
Il Comune che cosa c’entra?
C’entra perché essendo una operazione dalle finalità sociali dovrebbe fare da cabina di regia, fornendo ai fondi le informazioni per valutare i rischi al meglio e capire con certezza chi sono i morosi incolpevoli, che messi di fronte alla possibilità di pagare di meno tornerebbero a saldare le rate, e quelli colpevoli, che comunque non pagherebbero, costituendo un fattore di rischio e un danno per gli investitori.
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