Il referendum costituzionale
Alcune forze politiche hanno chiesto lo spacchettamento sui temi del Referendum ma la nostra opinione è che abbiamo proposto una Riforma Costituzionale che è stata approvata in Parlamento con 6 votazioni ed è opportuno che si voti su quella Riforma unitariamente.
Noi lo abbiamo fatto in Parlamento e ai cittadini dobbiamo chiedere di fare lo stesso al Referendum.
Noi lo abbiamo fatto in Parlamento e ai cittadini dobbiamo chiedere di fare lo stesso al Referendum.
Preferirei, però, che chiudessimo le discussioni sullo spacchettamento e sulla data (che, oltretutto, non dipende dal Governo) e cominciassimo a concentrarci sul merito del quesito da sottoporre agli italiani.
Andiamo al Referendum a votare una Riforma Costituzionale che, sul merito, continua a convincerci e - come ha detto in modo chiaro anche Renzi - su questo dobbiamo confrontarci.
Capisco che c’è un interesse da parte di alcune forze politiche a buttare la discussione su Renzi.
Capisco che l’opposizione preferisca trasformare il Referendum Costituzionale in un Referendum sul Governo o su Renzi, perché sul merito della Riforma avrebbero poco da dire, ma personalmente preferirei stare sui contenuti della legge e sono convinto che i 500 milioni di risparmio o i parlamentari in meno, così come altre norme di questa legge, convinceranno i cittadini.
La Riforma proposta dalla bicamerale di D’Alema era molto più decisa (riformava la magistratura e i poteri dello Stato) ma poi non ha avuto successo. Questa Riforma, dal punto di vista di D’Alema che afferma di votare no al referendum, forse, è una riforma troppo tenera.
La Riforma Costituzionale che aveva predisposto il centrodestra, invece, differiva da quella attuale su alcune questioni sostanziali: modificava i poteri dell’esecutivo (perché dava al Presidente del Consiglio la possibilità di sciogliere le Camere) e introduceva la Devolution mentre su altri temi era più tiepida (la riduzione del numero dei parlamentari e il cambiamento del Senato era previsto che sarebbero avvenuti progressivamente entro un certo numero di anni e non subito).
Sbaglia, infine, chi sostiene che questo Parlamento non è legittimato a fare le riforme. La sentenza della Corte Costituzionale riguardante il Porcellum diceva che comunque l’attuale Parlamento è legittimato ad operare e a decidere e, quindi, la Riforma Costituzionale sta dentro a ciò.
Renzi – richiamando le parole di Giorgio Napolitano quando è stato rieletto alla Presidenza della Repubblica, ha più volte ricordato che questo Governo e questa legislatura sono costituenti, nati per fare le riforme. È evidente, quindi, che se la Riforma Costituzionale non passasse bisognerebbe dire che la missione di questo Governo e di questa legislatura sarebbe fallita, per cui se ne trarrebbero le conseguenze.
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