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Unioni Civili, un passo avanti

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento svolto a Pregnana Milanese (video)
Non è stato semplice arrivare all’approvazione della legge sulle unioni civili. Nell’opinione pubblica il tema del riconoscimento delle unioni civili e di un sistema di diritti e doveri per le coppie omosessuali era scontato, un fatto dovuto ma in Parlamento non è stato così. Purtroppo, le spinte per impedire di approvare la legge sono state tante. Il tema della stepchild adoption, ad esempio, è stato usato per evocare la questione dell’utero in affitto e comunicare questa idea che, comunque, continua ad avere uno stigma sociale forte, cercando di trasformare la discussione originaria sulle unioni civili (cioè sulla necessità di garantire un sistema di diritti e doveri alle coppie omosessuali) in altro.
Oltretutto, nella versione che è stata discussa in Senato della legge Cirinnà c’era scritto che il magistrato avrebbe dovuto valutare la situazione e, in caso di mancanza o di impedimenti, consentire l’adozione del figlio naturale di uno dei partner all’altro partner.
Si sarebbe dovuto, quindi, discutere di questo, invece, da lì si è partiti per evocare l’utero in affitto, con dei toni agghiaccianti.
Le reazioni avute da alcuni esponenti dopo l’approvazione della legge, senza la stepchild adoption, però, dimostrano che il vero tema non era quello ma impedire di riconoscere le coppie omosessuali.
Si capiva dalle discussioni che facevano che il loro obiettivo era quello di non far passare la legge.
L’Italia era uno dei pochi Paesi europei a non avere ancora un istituto giuridico di riconoscimento delle coppie omosessuali. Neanche i DiCo erano un istituto giuridico ma semplicemente un’affermazione dell’esistenza di alcune tipologie di coppie in cui si riconoscevano dei diritti individuali. Eppure sui DiCo è caduto un Governo di centrosinistra.
In Europa, dal 1999 in poi, tutti gli Stati hanno costruito delle legislazioni più o meno avanzate che istituivano un istituto giuridico per le unioni civili oppure hanno esteso alle coppie omosessuali il matrimonio.
L’Unione Europea ha segnalato più volte che l’Italia stava violando una parte dei diritti dei cittadini ma la Corte Costituzionale, interpretando in modo statico la Costituzione, ha detto che il matrimonio può riguardare solo la famiglia naturale, quindi, qualunque tipo di riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali non può essere omologato al matrimonio. Questa è la ragione che ha portato a modificare la legge Cirinnà, introducendo all’inizio un riferimento agli Articoli 2 (si riconoscono i diritti a tutti i cittadini italiani nell’ambito delle proprie formazioni sociali) e 3 (uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge) della Costituzione per dare una cornice costituzionale.
Il ragionamento sulla stepchild adoption è emerso da uno scontro politico molto forte ma altre discussioni sono legate anche a scelte di coerenza con quanto affermato dalla Corte Costituzionale.
Proprio per evitare l’omologazione con il matrimonio e, quindi, altre bocciature della Corte Costituzionale, la cosa più “indolore” era togliere dalla legge il vincolo di fedeltà.
Nel testo approvato c’è il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. C’è un percorso serio per il riconoscimento, serve presentarsi all’ufficiale di Stato Civile, avere dei testimoni. C’è un’assunzione di responsabilità rispetto ai diritti e doveri dei due partner che è normata per legge.
Con l’unione civile si può decidere di assumere il cognome del partner, ci sono delle regole per la separazione molto vicine a quelle del matrimonio (il divorzio breve), c’è il diritto alla reversibilità.
Con la legge sulle unioni civili vengono normati anche alcuni diritti per le coppie di fatto (riconoscimento come familiari, possibilità di visite in carcere e in ospedale, accesso alle case popolari e possibilità di restare intestatario del contratto d’affitto nel caso che uno dei due partner venga a mancare).
Abbiamo dovuto, però, scegliere di rinunciare ad inserire l’obbligo di fedeltà ma resta la citazione della “vita familiare”.
A mio avviso, si tratta della legge migliore che potevamo fare nelle condizioni in cui eravamo. Se si fosse andati avanti a discutere, ci sarebbe stato il rischio di non riuscire ad approvare la legge.
L’emendamento “canguro” di Marcucci che non siamo riusciti a fare passare avrebbe garantito di portare avanti la legge nella sua interezza. La mancanza dei voti del Movimento 5 Stelle su quell’emendamento e la conseguente loro scarsa affidabilità unita agli oltre 600 emendamenti (di cui molti da votare con voto segreto) aveva prodotto il rischio di sottoporre il testo a dinamiche parlamentari incontrollabili.
Oggi, inoltre, la stepchild adoption viene già concessa alle coppie omosessuali da moltissimi magistrati. Tra gli emendamenti da discutere ve ne erano alcuni che avrebbero impedito ai magistrati di farlo, per questo avevamo tentato l’emendamento “canguro” che voleva salvaguardare l’intero testo di legge e per questo si è poi scelto di mettere la fiducia e di fare un accordo di Governo.
L’ultimo passaggio di sistemazione del maxi-emendamento è stato proprio il lavoro per avere la certezza che, pur togliendo dal testo la stepchild adoption, non si legassero le mani ai magistrati, stabilendo che questa legge non modifica nulla rispetto alla normativa sulle adozioni.
È, poi, evidente che avere un istituto giuridico, quale è le unioni civile, che dà stabilità ad una coppia, sarà sempre più per i giudici uno strumento che aiuterà.
Abbiamo comunque deciso di presentare una legge sul tema delle adozioni in genere perché in Italia poter adottare è difficilissimo.
Complessivamente, la legge sulle unioni civili che è stata approvata è una buona legge.
Se ci fossimo persi nel “Vietnam” dei 600 emendamenti, probabilmente, non avremmo portato a casa la legge neanche questa volta.
Di più non si poteva fare e se il Governo non avesse preso l’iniziativa di porre la fiducia non si sarebbe ottenuto nulla.
Abbiamo, quindi, rispettato un impegno che avevamo nel nostro programma elettorale e credo che tutto il PD debba essere contento di questo importante risultato e non fare gli schizzinosi rispetto a chi ha votato quel testo.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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