Milano punto di riferimento in Europa
Intervista a Giuseppe Sala del Corriere della Sera. (file PDF dell'intervista)
Se la riapertura dei Navigli «è il sogno», ma «non so se avremo le risorse», il candidato alle primarie milanesi di centrosinistra Beppe Sala, nel corso della videochat al Corriere della Sera con il vicedirettore Daniele Manca e l’editorialista Elisabetta Soglio, indica qual è il progetto più concreto su cui intende puntare se eletto sindaco: «Trasformare Milano nella città dei giovani». «Milano è già “cool” per gli stranieri. Ora deve diventare la città in Europa in cui i giovani possano venire a vivere volentieri».
E agli altri competitor, che continuano a mettere in dubbio il suo essere di sinistra, Mr Expo prova a ribadire la sua collocazione politica: «Il mio campo di riferimento è il centrosinistra. Mi chiedono di Ncd? Io rispondo: che c’entra? Mi domandano di Verdini? Non lo conosco. Mi sono fatto fare l’esame del sangue durante le prime settimane, ora vado avanti. Io mi sento parte di una sinistra progressista contemporanea, che punta su valori di sinistra come il lavoro e la volontà di non lasciare nessuno indietro» mentre «qualche salotto milanese è interprete di una borghesia troppo conservatrice da cui io sto molto alla larga». In caso di vittoria alle primarie, poi, è pronto a varare una sua lista civica, su cui però non anticipa nessun possibile candidato ma — assicura — sarebbero «figure di centrosinistra».
L’Expo gli ha dato la notorietà, ma da settimane il bilancio dell’Esposizione universale è diventato la richiesta incalzante che gli avanzano da ogni lato, e che si aggiunge alle accuse sui suoi presunti conflitti d’interesse («Sono tentativi di buttarmi fango addosso, in alcuni casi anche in modo surreale»). «I bilanci — replica il commissario dell’evento — le aziende li fanno ad aprile. Noi abbiamo presentato un preconsuntivo certificato con parecchie informazioni. Il vero numero che conta è positivo ed è quello del patrimonio netto, che è ciò che rimane dopo aver fatto l’Expo delle risorse che mi hanno consegnato». Il contrattacco prende di mira la vicesindaco con delega al Bilancio Francesca Balzani, anche lei candidata alle primarie. «Nessuno — dice Sala — ricorda che il bilancio previsionale del Comune non è ancora andato in Consiglio comunale. é passato solo in giunta. Va bene così. Ma la battaglia sul bilancio è la battaglia fatta in Consiglio, non in giunta. Allora, non usiamo due pesi e due misure».
Chiusa la manifestazione universale, rimane aperta ancora la questione del futuro dell’area. Argomento che dovrà essere centrale per il prossimo sindaco. Per il manager «il vero tema» è trovare le risorse (300 milioni di euro secondo le stime) per realizzare il campus universitario. Su questo «dobbiamo incalzare il governo. Perché io sono una persona ossessionata dai tempi, un po’ come tutti i milanesi, e quindi diamoci un tempo ma se entro giugno, quando sarà completato lo smantellamento, non sarà chiara la situazione, allora inizierò a essere preoccupato. Perché non c’è un “piano B”».
«Sono poco condizionabile», taglia poi corto Sala rispetto alle pressioni di cui potrebbe diventare oggetto. «Prima del mio arrivo ad Expo, i dipendenti erano per il 50 per cento di derivazione politica. Io ho messo in piedi una procedura — ricorda — per cui nessuno poteva indicare una persona se non con una richiesta formale, dimostrando l’attinenza del curriculum al ruolo da ricoprire e solo con l’approvazione del Cda. Morale: ho messo un freno. Non serve coraggio, ma se le fai queste cose stai meglio». Senza contare che proprio quella rete di relazioni nate nel corso delle sue precedenti esperienze come manager privato, prima, e come commissario Expo, dopo, «sarebbe un vantaggio per Milano: sono relazioni a livello internazionale, oltre che con il Terzo Settore e il mondo della cultura. Sul tema degli scali ferroviari, ad esempio, posso chiedere al ministro Delrio di trovare il tempo di ragionare su come il governo ci possa aiutare in termini di snellimento delle procedure. E lui viene a Milano perché si fida di me. Secondo me il sindaco di Milano, onestamente, deve essere uno che con il governo non ci litiga, ma una persona che quando si siede al tavolo ha la statura tecnica e professionale e la durezza per trattare e interloquire». Sala torna infine a parlare dell’ipotesi di cedere quote di alcune aziende partecipate del Comune. Una scelta «non ideologica» che servirebbe a «materializzare risorse». «Ho il coraggio di dire che non cambia molto per la gestione di un’azienda come Sea, il fatto che Milano abbia il 50 o il 30 per cento. L’indirizzo — conclude — lo dai lo stesso».
"Atenei, start up e movida: la mia città per i giovani" - intervista a Giuseppe Sala, Corriere della Sera, 3 febbraio 2016 (PDF)»
"Sondaggi? Risultato non scontato, i miei elettori vadano a votare" - intervista a Giuseppe Sala, Il Giorno, 3 febbraio 2016»
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