Weber del PPE mette a rischio la coalizione con i progressisti
Ogni volta che sento in Aula al Parlamento Europeo Manfred Weber “menar fendenti” a casaccio, mi chiedo come possa svolgere il ruolo di capogruppo di una forza come il Ppe uno che dimostra di non conoscere la storia dei partiti europei e la realtà della politica di oggi. Qualcuno gli deve dire che il Pd, con la guida di Matteo Renzi, ha avuto 11 milioni di voti degli italiani, il 40%, su una proposta di rilancio dell'Europa: un'Europa sociale e progressista. Quello che sta facendo Matteo Renzi e che stiamo facendo noi in Parlamento è semplicemente di tenere fede a questi impegni.
Noi pensiamo al lavoro e alla crescita per i cittadini europei, non agli interessi di qualche proficuo gasdotto in Germania.
Noi pensiamo al lavoro e alla crescita per i cittadini europei, non agli interessi di qualche proficuo gasdotto in Germania.
La credibilità dell'Europa l'ha messa a rischio chi come Weber e come i suoi amici hanno voluto un'austerità ideologica che ha messo i cittadini in difficoltà e ha aumentato le diseguaglianze. Noi vogliamo lavoro solo lavoro e agenda sociale.
Noi abbiamo a cuore l'Europa di oggi e il suo futuro. Per questo noi italiani, in Parlamento e con il nostro governo, vogliamo risposte adeguate. Vogliamo per esempio che si faccia ciò che si dice sull'immigrazione, che si vada avanti sulla flessibilità per la crescita e il lavoro. Vogliamo insomma un'Europa più solidale e più progressista. Siamo europeisti. Siamo ambiziosi. Abbiamo vinto le elezioni su un progetto di rilancio, non di messa in discussione dell'Europa e vogliamo essere semplicemente coerenti con questi impegni e con queste premesse.
Segnaliamo anche l'intervento di Patrizia Toia sul Corriere della Sera: "La politica dei toni alti a Bruxelles" (PDF)»»
Segnaliamo anche l'intervento di Patrizia Toia sul Corriere della Sera: "La politica dei toni alti a Bruxelles" (PDF)»»
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