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Patto con ANAC sugli appalti di Milano

Written by Giuseppe Sala.

Giuseppe Sala
Intervista a Giuseppe Sala di Elisabetta Soglio per il Corriere della Sera
«Proporrò all’Anac una convenzione ad hoc per rafforzare e garantire il lavoro già di ottimo livello degli uffici comunali: Milano è una città onesta amministrata da persone oneste e non c’è e ci sarà mai spazio per chi fa il furbo». Giuseppe Sala sta preparando l’incontro al teatro Strehler in cui sabato presenterà il suo programma e questo sarà uno dei primi impegni, se vincerà primarie ed elezioni.
È rimasto scottato dalle vicende di Expo che hanno coinvolto anche due suoi collaboratori?
«La trasparenza degli appalti è una dura e fondamentale battaglia quotidiana che con Expo abbiamo vinto grazie all’impegno del gruppo interforze guidato dall’ex prefetto Tronca e dal rapporto proficuo con l’Anac di Raffaele Cantone».
La politica da sola non ce la fa?
«Non facciamo qualunquismo. Ogni giorno vediamo che ci sono tentativi di infiltrazioni: la guardia è alta, ma più strumenti abbiamo a disposizione più noi e i cittadini siamo tutelati».
Ha in squadra la maggior parte degli assessori di Pisapia: puntano alla riconferma?
«Rifiuto la logica del “posto”: questi bravi amministratori hanno dato un sostegno libero e senza condizioni alla mia candidatura, altrimenti non avrei accettato di averli al mio fianco. La città ha bisogno di una classe dirigente di qualità e loro hanno indubbie capacità professionali, passione politica e rigore morale; quindi la riconferma di alcuni di loro ci permetterebbe una ripartenza lanciata».
Come dice Francesca Balzani, sono saliti sul carro del vincitore e lei rappresenta una città «grigia»?
«Queste sono primarie di confronto, non mi interessa la rissa».
Inizialmente non pareva propenso a fare le primarie: ha cambiato idea?
«Le primarie ci sono e affidano ai cittadini una decisione importante. Le prendo come un esercizio di democrazia e mi auguro che si superino le 67 mila adesioni delle primarie di cinque anni fa».
Lei vive in centro e sta visitando alcune periferie: cosa l’ha colpita in negativo e in positivo?
«Intanto vorrei si cambiasse il lessico: Expo è stato per sei mesi “centro”, pur essendo a Rho e la città metropolitana spazzerà questa visione. Mi ha colpito in negativo che ancora troppe persone si sentono abbandonate. Positiva la rete di trasporto pubblico che dovremo potenziare ma che garantisce già una base solida. Nei quartieri so però che lavorano molte persone di grande umanità e che conoscono a fondo la storia e i problemi: avrò bisogno del loro aiuto e io metterò su questo tema la stessa passione e l’impegno che ho messo in Expo».
Ha annunciato un progetto per ciascuna delle nove zone: ne ha in mente qualcuno?
«Un esempio concreto: vorrei che la torre di via Pirelli, che in zona 9 è sede degli uffici comunali, venisse riqualificata creando un centro moderno e digitalizzato per chi lavoratori e utenti: il segno di un’amministrazione che si rinnova».
Con che soldi?
«Una delle strade può essere la valorizzazione del patrimonio immobiliare di pregio: perché non vendere il palazzo di via Larga?».
Con Expo, Milano è tornata meta di turismo: si può mantenere il risultato?
«Quello del turismo e del nostro sistema culturale è uno dei temi su cui mi impegnerò maggiormente. Ogni sindaco sogna di passare alla storia con una grande opera che possa attrarre visitatori: io invece vorrei promuovere meglio quello che esiste creando un sistema virtuoso e spendibile. Sto studiando alcuni modelli internazionali che hanno funzionato bene per la promozione turistica e culturale».
La prossima giunta avrà un progetto di riqualificazione urbanistica importante?
«Partiremo dalle aree degli scali ferroviari: oltre un milione di metri quadrati. La non approvazione del progetto da parte del consiglio comunale è une ferita aperta che va rimarginata subito».
Come coniugare accoglienza e sicurezza?
«Milano accoglie con amore da secoli. Accoglie, aiuta e cera opportunità: non faremo passi indietro su questo tema, semmai passi avanti. Ma non lasceremo neppure spazio ai violenti e ai criminali: investiremo in tecnologia per il controllo del territorio e metteremo a fattore comune le forze di polizia della nuova area metropolitana. Vorrei una Milano libera e sicura: senza sconti».
Punta a convincere anche la sinistra che non le risparmia critiche?
«Io sono nella coalizione del centrosinistra ma non ragiono in termini di ideologie: parlo a tutta la città e a tutte le persone che lavorano e lavoreranno per renderla più bella ed accogliente».
Chi le farebbe più paura fra i possibili candidati del centrodestra?
«Cominciamo a vincere le primarie...».

Per seguire Beppe Sala: sito web - Twitter @NoiMilano2016
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