Quanto costa l'inquinamento
Articolo pubblicato dai quotidiani del gruppo QN.
In tempi di misure anti-inquinamento e di politiche ecologiche, si è sviluppata la green economy che, in questa temperie di crisi, ha assunto una valenza economica sempre più anticiclica. Il suo fondamento sta nella Direttiva del 23 gennaio 2008, e successivi aggiornamenti, con la quale la Commissione Europea fissava gli obiettivi di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra del 20%, i consumi energetici del 20%, nonché di soddisfare il 20% del fabbisogno energetico con le energie rinnovabili, entro il 2020.
Ed il settore edilizio è tra i più coinvolti in questa manovra, con il target del 27% e del 30% di risparmio energetico rispettivamente nel settore residenziale ed in quello industriale.
Per ottemperare ai parametri europei fissati anche ai fini del rispetto delle soglie di attenzione dell'inquinamento atmosferico, i proprietari si sono visti imporre o 'suggerire', da leggi nazionali o da normative locali talvolta travalicanti lo stesso portato delle prescrizioni comunitarie, una serie di interventi che alla resa dei conti, come abbiamo constatato in questi giorni, si sono dimostrati dei palliativi.
Hanno realizzato, in oltre un decennio, rottamazioni di caldaie ancora efficienti, trasformazioni degli impianti da gasolio a metano, rifacimenti degli infissi, installazioni di contacalorie e di valvole di termoregolazione, certificati energetici, cappotti termici per gli immobili.
L'efficientamento degli edifici esistenti è una bella parola, ma comporta ingenti spese per i proprietari immobiliari.
E l'impressione è che ci sia una grossa sproporzione fra i costi individuali ed i benefici pubblici, visto che siamo ancora al punto di partenza, anche in quelle città nelle quali tutte queste misure sono state da tempo applicate.